La disinformazione ambientalista. Elia Dallabrida e Riccardo Pizzirani
Il 22 marzo 2017 si è consumata la “giornata mondiale dell’acqua”, iniziativa istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare le persone sugli sprechi idrici e insegnar loro a risparmiare questa importante risorsa [1]. L’Italia, in quanto membro dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è tenuto quindi a “promuovere attività concrete” per informare le persone sull’importanza di questa risorsa e sui modi per evitare di sprecarla.
Per l’occasione Legambiente Onlus in collaborazione con Ogilvy Change, ha diramato a livello nazionale la campagna “giù il rubinetto” [2] per sensibilizzare piccoli e grandi sul problema dello spreco dell’acqua in quanto anche secondo loro è un problema che riveste particolare importanza, dato che non si tratta di una risorsa infinita. Fin qui non ci sarebbe niente da dire, se non che è un’iniziativa lodevole.
Legambiente ha focalizzato però il problema sul settore domestico, in particolare il lavaggio dei denti che, a sentir loro, spreca moltissima acqua. Dal loro sito leggiamo infatti:
“Da un rubinetto lasciato aperto possono uscire fino a 8 litri di acqua al minuto. Se per abitudine laviamo i denti 2 volte al giorno, per 2 minuti come consigliato dai dentisti, arriviamo a 32 litri al giorno. Ognuno di noi può arrivare a sprecare fino a 960 litri ogni mese!”
Incredibile, tutta quest’acqua buttata via ogni mese per lavarsi i denti!
Ma mica è finita qui: è addirittura possibile calcolare il consumo giornaliero di acqua tramite una semplice applicazione sul sito giuilrubinetto.it. Se infatti ti lavi i denti 4 volte al giorno o più, siete 5 o più persone in famiglia e impieghi 4 o più minuti per lavarti, puoi sprecare fino a 640 litri al giorno.
Apparentemente un’enormità.
Per questo motivo è possibile richiedere a Legambiente di un semplicissimo braccialetto in gomma chiamato “acqualoop” (vedi immagine sopra) da poter fissare fra il rubinetto e la maniglia, in modo tale che il getto d’acqua si interrompa subito appena lasciata la presa. In questo caso il risparmio è garantito.
Chiaramente il sistema presenta dei problemi in caso il rubinetto sia fatto in questo modo:
Ma in fondo è il pensiero che conta, mica l’utilizzo effettivo. Infatti, sempre secondo ciò che è scritto sul sito [2], “Acqualoop è prima di tutto un simbolo da indossare al braccio, che contraddistingue le persone che hanno a cuore il tema dello spreco d’acqua”. Un po’ a dire che in fondo dello spreco d’acqua non me ne importa niente, ma almeno ho qualcosa da indossare per far vedere a tutti che bravo ambientalista sono.
Un simbolo di vanto, praticamente.
Ma come vedremo c’è ben poco di cui vantarsi.
Se andiamo a vedere quali sono le prime cause di consumo delle nostre risorse d’acqua, il discorso è ben diverso. Infatti, secondo i dati raccolti dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) l’industria degli allevamenti è il settore che maggiormente danneggia le nostre scarse risorse d’acqua, e che oltretutto contribuisce all’inquinamento idrico. [3] Solo in Italia è il settore agroalimentare a consumare più acqua, con l’89% dell’impronta idrica totale, come ribadito anche dalla Fondazione Barilla for Food & Nutrition in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua. [4] “In media”, afferma l’articolo,” il 70% del prelievo totale di acqua dolce è destinato all’irrigazione, mentre l’industria ne consuma il 22% e il restante 8% è dedicato all’uso domestico”.
Per non parlare della cosiddetta “acqua virtuale”, ovvero quell’acqua che è stata usata per produrre gli alimenti che mangiamo ogni giorno senza che noi ci facciamo il minimo caso. Ad esempio per un chilo di carne di manzo possono servire fino a 15.400 litri d’acqua; Si tratta dell’acqua per abbeverare il bovino per tre anni, nonché per irrigare tutto il cibo che esso mangia. In modo analogo si usano 10.400 litri d’acqua per un chilo di carne di pecora e 5990 litri d’acqua per un chilo di carne di maiale. Per un solo uovo possono servire circa 200 litri d’acqua, quando per un chilo di mele si consumano appena 800 litri d’acqua. [5] Quindi, secondo Legambiente Onlus, io posso anche risparmiare 600 litri d’acqua al giorno lavandomi i denti meno volte, impiegando meno tempo e tenendo chiuso il rubinetto, ma posso tranquillamente sprecare anche più di 5000 litri d’acqua a ogni pasto!
E anche il WWF non è immune da questo vizietto di “sensibilizzare la popolazione” con atti di grande visibilità quanto inutili, tacendo nel contempo delle problematiche più sostanziali: lo scorso 25 marzo era la famosa “ora della Terra”, un giorno in cui in tutto il mondo le persone sono invitate a spegnere la luce per combattere il riscaldamento globale. Questa iniziativa ha avuto un eco mediatico internazionale, pubblicata sulle più importanti testate giornalistiche del mondo: ANSA, BBC, Mirror, The Telegraph, USA Today, Daily Mail, eccetera… quindi una persona normale penserà che sia davvero una cosa utile e doverosa, quella di spegnere la luce, per far fronte ad un problema così importante.
Ma che impatto può avere lo spegnere le luci per un ora? Ho chiesto proprio questo, scrivendo direttamente a WWF Italia, e putroppo la risposta è stata proprio quella che mi aspettavo, mentre ammettevano candidamente che:
“Lo spegnimento delle luci è evidentemente un atto simbolico, capace però, allo stesso tempo, di unire milioni di persone in tutto il mondo, non crediamo affatto che il riscaldamento globale possa essere fermato con lo spegnimento delle luci per un’ora, ma è senza dubbio un’occasione di mobilitazione importante per riflettere sul tema.”
Quindi sostanzialmente non serve a niente. Peggio: se dovevamo proprio fermarci tutti a riflettere un’ora, non era il caso di fornirci l’informazione che la fonte principale del riscaldamento globale è il settore zootecnico? Ebbene sì, da solo il settore zootecnico produce 32.6 miliardi di tonnellate di gas serra all’anno, pari al 51% delle emissioni totali a livello globale! [6]
Potevamo stare un ora con la luce accesa, e piuttosto mangiarci un’insalata: un messaggio ancora troppo scomodo pure per enti importanti come il WWF e Legambiente che si ritrovano, loro malgrado, a contribuire a questa azione di gatekeeping involontario: esaltare l’inutile e occultare l’importante.
Come disse Steiner “la consapevolezza è la base del cambiamento”.
Oppure, se preferite Natalino Balasso: “è chiaro che a dire alla gente che le scoregge dei bovini creano più inquinamento delle fabbriche si rischia anche di non essere presi sul serio. Ma è proprio così.”
di Elia Dallabrida e Riccardo Pizzirani
Fonte: luogocomune.net
Note e fonti.
- Earth Day Italia: http://www.earthdayitalia.org/CELEBRAZIONI/Giornata-Mondiale-dell-Acqua
- http://www.giuilrubinetto.it/
- http://www.fao.org/newsroom/en/News/2006/1000448/index.html
- Italia ricca di acqua ma ne usa troppa:
- Water Footprint Network: http://waterfootprint.org/en/resources/interactive-tools/product-gallery/
- “recent analysis by Goodland and Anhang finds that livestock and their byproducts actually account for at least 32.6 billion tons of carbon dioxide per year, or 51 percent of annual worldwide GHG emissions”: http://www.worldwatch.org/node/6294
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