Nel 2013 Mario Borghezio, Europarlamentare della Lega Nord, durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara” di Giuseppe Cruciani aveva insultato l’allora Ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge affermando che:
“Gli africani sono africani, appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra”
E poi ancora:
“Kyenge fa il medico, le abbiamo dato un posto in una Asl che è stato tolto a qualche medico italiano”.
Non ancora soddisfatto, Borghezio ha rincarato la dose, sostenendo che:
noi italiani “non siamo congolesi, abbiamo un diritto millenario”.
Queste gravi affermazioni sono costate a Mario Borghezio un processo per diffamazione aggravata dall’odio razziale, appena concluso con mille euro di multa e cinquantamila euro di risarcimento in favore del Ministro Kyenge. Il Parlamento Europeo aveva in precedenza revocato l’immunità parlamentare a Borghezio, reo di aver offeso la sensibilità e l’onorabilità del Ministro Kyenge, del suo paese di origine, di tutto il popolo africano e, più in generale, di tutte le persone di colore (nero) che vivono nel pianeta Terra (circa un miliardo e cinquecento milioni di uomini, donne e bambini). Al ministro Kyenge e a tutti gli altri, va la solidarietà degli “altri italiani”, quelli che non avrebbero mai fatto affermazioni razziste di questa portata e che si impegnano ogni giorno per una accoglienza senza limiti né confini.
La severa condanna è giustificata dal fatto che Borghezio, mentre pronunciava queste frasi, solo all’apparenza innocue, pensava altre cose, ben più gravi. Il giudice ha percepito tali pensieri ed ha voluto che la condanna fosse esemplare.
Borghezio si è difeso, ma inutilmente. I suoi pensieri potevano essere chiaramente percepiti dal tono di voce e dedotti dal suo pregresso storico. Già in altre occasioni, infatti, Borghezio si era macchiato di comportamenti razzisti. Abbiamo ottenuto in esclusiva alcune frasi pronunciate a suo tempo da Mario Borghezio, non meno razziste di quelle dette durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara”:
Non mangio banane da anni, mi fanno male (fonte: la mamma)
Ai miei nipoti non darei mai le noccioline (fonte: Zia Grumilda).
La mia mamma mi diceva sempre di fare attenzione all’uomo nero. Questo mi aveva creato uno stato d’ansia che mi impediva di scendere le scale per andare in cantina (fonte: conversazione al bar con l’amico Beppi).
Mi piace scrivere lettere con la penna blu, il nero non mi permette di distinguere una fotocopia dall’originale (fonte: Pina, proprietaria della cartoleria di Via dei Frati 5, Milano).
Infine, non meno grave, la seguente poesia scritta da Borghezio durante la sua adolescenza:
Ombre nere, come i tuoi occhi. Ombre nere, come i tuoi capelli.
Sei andata via, lasciando ombre nere nel mio cuore. Poi la luce.
Questa poesia è stata considerata un’aggravante, un’offesa per il Ministro Kyenge, all’epoca non ancora nata (ma non importa).
Insomma, Borghezio è stato condannato, questo era un dovere. In democrazia si possono dire molte cose, ma non si può dire qualsiasi cosa, soprattutto se l’interlocutore ha la pelle un po’ più scura. E che diamine!
PS: a prescindere dalla simpatia o antipatia che possa suscitare in noi Mario Borghezio, personaggio alquanto controverso, trovo che alla base di questa sentenza ci sia un intento intimidatorio. Come dire:
“Fate attenzione a come parlate, se parlate di una persona di colore”.
Il viceversa non vale, naturalmente. Anzi, il razzismo all’incontrario non esiste proprio. E’ impensabile. Ed è questo il vero razzismo…
di Giorgio Lunardi
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