Emanuel Macron, le président, ha un progetto: uscire – come aveva promesso – dallo ”stato d’emergenza” in vigore dalla strage terroristica di Charlie Hebdo, facendolo diventare lo stato normale e permanente della Francia. Lo ha rivelato Le Monde, a proposito di un progetto di legge riservato in formazione: “Si tratta di far entrare nella legge ordinaria gli strumenti dello stato l’urgenza per lottare contro il terrorismo: domicilio coatto, perquisizioni diurne e notturne, chiusura dei luoghi di culto, zone di protezione e di sicurezza, misure faro che il ministro dell’Interno e i prefetti hanno potuto usare nei 19 mesi del regime d’eccezione instaurato dopo gli attentati del 2015, diverranno misure a disposizione delle autorità amministrative in tempi normali”.
Si tratta in sostanza delle misure emblematiche prese durante la guerra d’Algeria del 1955, stato d’eccezione vero. Ora, diventano diritto comune e permanente. Naturalmente, “contro il terrorismo”.
Da dove ha preso l’idea, Macron? Ma da Jacques Attali, suo padrino, mentore e creatore! Attali ebreo a tempo pieno, il consigliere intimo di tutti i presidenti socialisti, l’economista mondialista, il futurologo principe. Qui, in un video composto di spezzoni di varie interviste del potentissimo suggeritore dei presidenti, si sente Attali dire al minuto 3:14, come un dato di fatto:
Ma guardatelo tutto, il video. Guardate la faccia con cui vi racconta il perché lo stato d’emergenza dovrà essere permanente; guardatelo mentre vi descrive l’orribile futuro che ci stanno preparando.
Le prime frasi sono di alcuni mesi prima dell’elezione presidenziale. Attali: “Emanuel è un mio grande amico, sono molto fiero di essere stato all’origine della sua carriera. E sono convinto che un giorno sarà presidente della repubblica”.
Previsione perfettamente azzeccata. Altro spezzone. Attali:
“il punto è che il presidente della repubblica non ha più potere, o molto meno potere di quel che aveva prima, mentre i francesi e lui stesso credono che abbia ancora lo stesso potere.
E perché no?, gli chiede stupefatta la giornalista.
“Per mille ragioni, e anzitutto: non c’è più la pena di morte e non c’è più l’Unione Sovietica; quindi le due dimensioni fondamentali della taumaturgia, il diritto di vita e di morte, sono scomparse. L’euro: ecco un’altra buona ragione; fa sì che gran parte dell’economia politica è divenuta europea, per fortuna. La decentralizzazione: i grandi investimenti non sono più nello Stato, e la politica delle grandi infrastrutture non gli appartiene più. Le privatizzazioni: non c’è più politica industriale possibile. La globalizzazione: il mercato ha ampiamente vinto. Ci sono moltissime cose che si credevano alla portata dello Stato, e non lo sono più”.
(Voce fuori campo: Attali ricorda qui che il presidente non ha più potere al di fuori di quello che gli viene lasciato dal mercato).
Un giornalista gli legge una frase che lui ha scritto: “La più parte degli uomini politici si contentano di gestire alla bell’e meglio il giorno per giorno e di colmare qualche breccia”.
“Sì, appunto”, conferma il politologo: “Non hanno potere reale. A parte la grandezza d’essere eletti dal popolo, non hanno potere reale sulla società.”
(Voce: Attali ci ricorda che il personale politico è impotente; i politici sono ormai al servizio del mercato. E’ il mercato, dunque, che ha il potere. I suoi trattati diventano legge, che si impone sul diritto umano).
1.46:
Attali parla dell’Europa: “Tutti coloro, fra cui io, che hanno avuto il privilegio di tenere la penna per stilare le prime versioni del trattato di Maastricht, ci siamo impegnati a fare in modo che uscire [dalla UE] non sia possibile. Abbiamo avuto cura di dimenticare di scrivere l’articolo che permetta l’uscita”.
(Voce: Attali si dice onorato di aver impedito al popolo di auto-determinarsi. Solo il mercato decide. Il suo obbiettivo è di ampliare il suo potere).
Ed ecco il futuro già segnato delle ulteriori vittorie del Mercato.
2:11
Attali: “Il mercato si estenderà a settori dove fino ad oggi non ha accesso: per esempio la sanità, l’istruzione, la polizia, la giustizia, gli affari esteri – e contemporaneamente, nella misura in cui non ci sono regole di diritto, il mercato si estenderà a settori oggi considerati illegali, criminali: come la prostituzione, il commercio degli organi, delle armi, il racket eccetera. Quindi si avrà un mercato che dominerà sempre più, determinando una concentrazione di ricchezze, una diseguaglianza crescente, una priorità data al breve termine e alla tirannia dell’istante e del denaro. Fino, alla fine, alla commercializzazione della cosa più importante: ossia la vita, la trasformazione dell’essere umano in una merce di scambio: lui stesso divenuto un clone e un robot di se stesso.”
(Voce: Il presidente, i ministri, sono le comparse incaricate di facilitare la presa di potere del mercato: de-regolare, impoverire e svuotare i servizi pubblici, aprire tutti i settori alla concorrenza, distruggere le protezioni dei salariati e dei cittadini. Si tratta di consegnare al mercato gli ultimi bastioni ancora tenuti dal popolo. E perché il popolo taccia…
3:14
Attali…”…Nessun governo oserà più oggi rinunciare allo stato d’eccezione. Non se ne uscirà mai più, perché ogni governo che uscisse dallo stato d’emergenza darebbe un segnale di debolezza … E’ assurdo come lo è il principio di precauzione, che anch’esso è eccessivo ma da cui nessuno osa uscire. A volte si creano involontariamente delle irreversibilità.
3:48
“Siamo attualmente in stato d’eccezione; per natura dobbiamo essere in permanenza nello stato d’eccezione; e il fatto di iscriverlo nelle istituzioni non è altro che esprimere e riconoscere una realtà”.
(Voce: Chi ha il potere? Il mercato è lo strumento che permette al capitale di accumularsi. I detentori di capitali e i proprietari di proprietà lucrative sono quelli che hanno il potere politico. Fanno e disfano i poteri politici senza che i popoli intervengano).
“So chi è colei che succederà a Macron”
4:08
(Voce: Hanno già previsto la successione a Macron).
Attali, ghignando (4:11): “…e dirò anche di più, credo di conoscere colei che lo diventerà dopo di lui”
Dunque Attali – cedendo alla vanità, la sua debolezza – dice di conoscere il nome del presidente che succederà a Macron, la sua creatura. Uno sguardo nel futuro lontano. Se Macron completa il doppio mandato, se ne parla nel 2022. E Attali vuol far sapere che sarà una donna: “Colei che”. I poteri forti hanno già deciso anche questo.
Qualcuno ha ricordato che nel suo libro Révolution, l’instant-book fatto uscire il novembre scorso a scopi elettorali, il giovane Macron si dichiarava fieramente contrario al “prolungamento senza fine” dello stato d’eccezione, “che pone più problemi di quanti ne risolva – Non possiamo vivere in permanenza in stato d’eccezione”. Il libro glielo hanno scritto altri. Il programma, Attali.
Lo stato d’eccezione permanente (che consente misure “attentatrici alle libertà sulla base di un semplice sospetto”, secondo il professore di diritto amministrativo Paul Cassia) diventa necessario perché il Mercato possa estendersi a settori da cui oggi è escluso, e farne fonte di profitti privati. Non solo “sanità e istruzione”, ma, secondo Attali anche “polizia, giustizia, affari esteri” dovranno essere privatizzati; il “commercio degli organi” sottratto al mondo criminale, quindi legalizzato. E “alla fine del percorso, la commercializzazione della cosa più importante, la vita umana..”.
“Andiamo verso un’umanità unisex…Ciò risolverà un problema importante: le nostre capacità cognitive sono limitate dalla dimensione del cervello. Se il bambino nascesse da una matrice artificiale, la dimensione del suo cervello non avrebbe più limiti”.
E il popolo francese, quello che fu rivoluzionario e comunardo per eccellenza, nonché “statalista”, accetterà tutto questo. I sondaggi per le prossime elezioni parlamentari assegnano a Macron una enorme, solidissima maggioranza: da 320 a 360 deputati (la maggioranza è di 289), a cui si aggiungerebbero quelli socialisti (30-44), sicuramente alleati al giovinotto. Si pensi che il Front National di Marine Le Pen è accreditato, al massimo, di 22 seggi. Forse perché non esiste più un popolo francese?
Ma la “riforma del lavoro” che a Macron i mercati chiedono di fare – dare alle imprese il potere di negoziare direttamente coi loro dipendenti salari, orari e condizioni di lavoro, di fatto l’abolizione dei contratti nazionali collettivi – potrebbe svegliare un’opposizione per nulla parlamentare: la piazza “comunarda”, quella vera e violenta, una costante storica dl malcontento popolare. Ecco dunque lo stato d’eccezione reso permanente. Ed ecco l’utilità del “terrorismo islamico” che lo rende così inevitabile, per la vostra sicurezza.
di Maurizio Blondet
Fonte: maurizioblondet.it
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