I petrodollari sono la chiave per capire ciò che sta succedendo nel mondo. I mass media non ne parlano, anzi, tengono nascosto l’argomento. Anche i grandi esperti che sentiamo ogni giorno nei talk show televisivi lo evitano come la peste. Ma se non sappiamo cosa sono i petrodollari, non riusciremo mai a capire il perché delle guerre, degli atti di terrorismo, e i ruoli dei vari paesi in questa specie di conflitto globale.
I petrodollari: un’idea geniale
Nel 1973 il presidente americano Richard Nixon promise all’Arabia Saudita armi e protezione, anche da Israele, in cambio dell’impegno di vendere il proprio petrolio soltanto in dollari. L’Arabia Saudita non ebbe alcun dubbio ed accettò subito l’accordo. Nel giro di qualche anno questo accordo venne esteso agli altri paesi produttori di petrolio, facenti parte dell’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries). Da quel momento in poi, nessuno poteva acquistare petrolio se non aveva prima comprato i dollari. Si venne quindi a creare una immensa domanda artificiale di dollari. E per soddisfare questa domanda, la Federal Reserve incominciò a stampare valanghe di dollari, che venivano in seguito “prestati” al governo degli Stati Uniti (vedi post). Quest’ultimo li riversava sul mercato globale acquistando in cambio grandissime quantità di beni e servizi ed incrementando giorno per giorno il proprio potere. In pochi anni l’America si arricchì immensamente.
Ma le cose cambiano…
L’economia degli Stati Uniti incominciò a dipendere da una sola voce: la produzione di dollari. E se il mondo non fosse riuscito ad assorbire i dollari, quelli vecchi e quelli nuovi, l’economia americana sarebbe crollata su se stessa. Proviamo a pensare cosa potrebbe succedere oggi agli Stati Uniti se di punto in bianco qualcuno di quei triliardi di dollari sparsi in giro per il mondo dovesse tornare indietro. Naturalmente, tornerebbero indietro accompagnati dalla richiesta di un equivalente in beni e servizi. L’America non potrebbe far fronte a tutto questo e le conseguenze sono semplici da immaginare: inflazione al mille per cento, crollo verticale dell’economia, disoccupazione al 50%, recessione e fallimento del sistema produttivo, completa dipendenza dall’estero. Peggio di cento bombe atomiche. Gli Stati Uniti non possono permettersi una cosa del genere. Ed è questo il problema: non c’è un piano “B” per uscire da questa situazione.
Le pecore nere
Alla luce di quanto detto riconsideriamo due fatti recenti. Dimentichiamo quello che ci hanno raccontato i mass media occidentale, espressione e servi del potere. Saddam Hussein aveva disdetto il sistema dei petrodollari ed aveva iniziato a vendere in euro il petrolio iracheno. Sappiamo com’è andata. Muhammar Gheddafi aveva disdetto il sistema dei petrodollari ed aveva iniziato a vendere in oro il petrolio libico. Anche qui sappiamo com’è andata. Il problema che rappresentavano questi due paesi è stato risolto. I milioni di morti non contano, quelli non sono americani.
L’America risolve i problemi alla maniera di “cosa nostra”
In realtà il comportamento degli Stati Uniti è paragonabile a quello di un mafioso: fa pagare il pizzo ai paesi produttori di petrolio in cambio di protezione. Se questi si ribellano o non ci stanno più, li distrugge e rimette le cose in ordine, anche per dare un esempio a tutti gli altri. In realtà l’america non fa altro che proteggere i paesi produttori di petrolio da un solo nemico: l’America stessa.
Purtroppo c’è dell’altro
Ci sono purtroppo altri due grandi problemi, non meno importanti. Il primo è che nessuna economia al mondo dev’essere più potente di quella americana, altrimenti si creerebbero delle valute alternative che potrebbero entrare in concorrenza col dollaro. Da qui la necessità di ostacolare la crescita di tutti quei paesi che potrebbero diventare troppo influenti. Il secondo problema, forse peggiore del primo, è che una situazione di incertezza globale, una situazione di disordine e caos, il terrorismo dilagante, sono nell’interesse dell’America, per i seguenti motivi:
- le danno il pretesto per distruggere chiunque possa rappresentare un pericolo od ostacolare la sua leadership;
- danno più forza al dollaro, che in una situazione di caos e incertezza diventa bene rifugio e punto di riferimento per tutta l’economia mondiale.
Per questo motivo è importante che questo impero anomalo e distruttivo per l’umanità intera, che sopravvive e si rafforza grazie alle guerre ed alle stragi, finisca quanto prima.
Si tratta di un vero e proprio impero del caos
di Alberto Rovis
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