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Hillary Clinton, la morte di Gheddafi e il franco CFA. Alberto Rovis

Il 31 dicembre 2015 scorso sono state pubblicate 3000 email tratte dalla corrispondenza personale di Hillary Clinton, transitate sui suoi server di posta privati anziché su quelli istituzionali, mentre era Segretario di Stato del governo Obama. Ricordate le parole di Nicolas Sarkozy: “la Francia muove guerra a Gheddafi perché è interessata ad assumere il proprio ruolo di fronte alla storia” e vuole “difendere i libici che vogliono liberarsi dalla schiavitù“. A distanza di molti anni arrivano le conferme, direttamente dal carteggio tra Hilary Clinton e Sidney Blumenthal, di quanto fossero ipocrite le parole di Sarkozy. E viene anche fuori che dietro la decisione di Parigi di rovesciare con le cattive il Colonnello Gheddafi c’era ben poco idealismo, anzi. La foto che vedete è stata scattata pochi mesi prima dell’attacco anglo francese alla Libia. Notate il sorriso di Tony Blair, un politico onesto e sincero, grande amico di Gheddafi, di cui “ammirava le qualità umane”.

Gheddafi-Blair

Gli obiettivi della Francia

Ecco qui il sunto di quelle mail: “La Francia ha chiari interessi economici in gioco nell’attacco alla Libia. Il governo francese ha organizzato le fazioni anti-Gheddafi alimentando inizialmente i capi golpisti con armi, denaro, addestratori delle milizie (anche sospette di legami con Al-Qaeda), intelligence e forze speciali al suolo”. Le motivazioni dell’azione di Sarkozy sono soprattutto economiche e geopolitiche, che il funzionario USA riassume in 5 punti:

  1. Il desiderio di Sarkozy di ottenere una quota maggiore della produzione di petrolio della Libia (a danno dell’Italia),
  2. aumentare l’influenza della Francia in Nord Africa
  3. migliorare la posizione politica interna di Sarkozy
  4. dare ai militari francesi un’opportunità per riasserire la sua posizione di potenza mondiale
  5. rispondere alla preoccupazione dei suoi consiglieri circa i piani di Gheddafi per soppiantare la Francia come potenza dominante nell’Africa Francofona.

Libia distrutta

Il progetto di Gheddafi: la valuta pan africana

Ma le stesse email illustrano un altro pezzo dello scenario dietro all’attacco franco-inglese, se possibile ancora più stupefacente, anche se alcune notizie in merito circolarono già all’epoca. La motivazione principale dell’attacco militare francese fu il progetto di Gheddafi di soppiantare il Franco francese africano (CFA) con una nuova valuta pan africana. In sintesi Blumenthal dice: “Le grosse riserve d’oro e argento di Gheddafi, stimate in 143 tonnellate d’oro e una quantità simile di argento, pongono una seria minaccia al Franco francese CFA, la principale valuta africana. L’oro accumulato dalla Libia doveva essere usato per stabilire una valuta pan-africana basata sul dinaro d’oro libico. Questo piano doveva dare ai paesi dell’Africa Francofona un’alternativa al franco francese CFA. La preoccupazione principale da parte francese è che la Libia porti il Nord Africa all’indipendenza economica con la nuova valuta pan-africana. L’intelligence francese scoprì un piano libico per competere col franco CFA subito dopo l’inizio della ribellione, spingendo Sarkozy a entrare in guerra direttamente e bloccare Gheddafi con l’azione militare.

Un attacco ai petrodollari

Non dobbiamo nemmeno dimenticare che Gheddafi voleva che le forniture di petrolio libico venissero pagate in oro, anziché in dollari, e questo preoccupava molto anche gli Stati Uniti, senza il cui appoggio la guerra non sarebbe stata possibile. In sostanza Hillary Clinton appoggiò la distruzione della Libia, ben sapendo che sarebbe caduta nelle mani di jihadisti e terrosti islamici, devastando un intero paese, senza porsi alcun problema di coscienza. E tutti noi stiamo pagando le conseguenze di queste decisioni disumane, prese nell’interesse di pochi, a scapito di quelli di milioni di persone.

Chi è il mostro?

Questo è il video in cui Hillary Clinton festeggia la morte di Gheddafi. Osservatela bene e riflettete sulle qualità umane di questa persona, perché forse sarà lei a prendere in mano le redini degli Stati Uniti per fare quello che ordineranno i suoi finanziatori. E visto che ci siete, provate anche a chiedervi (e ad immaginare) chi potrebbero essere i suoi finanziatori.

Adesso osservate attentamente quest’uomo, le sue espressioni, la sua rabbia, durante una conferenza stampa registrata prima della morte di Gheddafi.

Chi è il mostro di cui dobbiamo avere paura, Hillary Clinton o Vladimir Putin?