In questi 15 anni di ‘guerra al terrorismo globale’ scatenata col pretesto dell’11 settembre, il Pentagono ha avuto a disposizione, e speso, 3 mila e 600 miliardi di dollari per il mantenimento delle operazioni militari in paesi terzi e 4.700 miliardi se vi si aggiungono tutte le spese complementari (come le pensioni per i reduci fino al 2053): lo ha appurato un serio istituto di statistica, il Watson Institute della Università Brown,
Per le guerre in Irak, Afghanistan, Pakistan, Siria ed altre operazioni estere, 1,7 trilioni dal 2001 al 2016, con altri 103 miliardi richiesti per il 2017.
“I costi di prevenzione del terrorismo della Homeland Security, 548 miliardi di dollari” nel quindicennio. “Il bilancio base del Pentagono, 737 miliardi (l’anno), 2132 miliardi per i reduci. Interessi incorsi per prestiti connessi alla guerra, 453 miliardi. Costi stimati per le necessità mediche dei reduci fino al 2053, mille miliardi di dollari”. Chi ha pazienza, legga il rapporto qui:
Quello che conta è apprendere che con la cifra di 4,7 trilioni d dollari, l’America ha superato il costo della seconda guerra mondiale, che superò di poco – in dollari attuali – i 4,1 trilioni. Ma quella fu una guerra vera, questo un conflitto sostanzialmente fittizio, contro un “nemico” indefinito (il terrorismo globale) che come abbiamo visto la stessa superpotenza ha allevato, addestrato ed armato.
E l’autrice del rapporto, Nesta Crawford, ammette di non aver nemmeno provato a valutare il costo di queste guerre devastatrici per gli altri paesi colpiti, e nemmeno a dare un valore in dollari alle vite perdute o mutilate, ai profughi fuggiaschi, alle miserie infinite prodotte da quell’immane stanziamento.
Una cifra che la relatrice dice “quasi incomprensibile” per le dimensioni.
Difficile infatti comprendere l’immensità della pioggia d’oro che cade su alti gradi, industrie militari, addestratori, centrali d’intelligence e di informazione e propaganda (e giornalisti) in questi anni. E’ chiaramente in questa cifra cosmica-astronomica che si giustificano non solo le volontà di continuare la guerra e le guerre, ma dove si annidano la corruzione, le ruberie più inaudite, infiniti clientelismi, tangenti miliardarie, sovra costi mostruosi … tutto commesso per di più al sicuro, sotto il comodo usbergo del segreto militare, insindacabile. Se la corruzione in Italia si annida nelle grisaglie del parassitismo pubblico, specie di quello locale, e si può valutare in 200 miliardi di euro l’anno di sprechi, clientelismi e ruberie, negli Usa la corruzione è 20 volte più grande ma ha colore delle mimetiche – verde oliva, o più precisamente il blu delle uniformi di gala dei generali, che magari appena in pensione finiscono nei consigli d’amministrazione della Lockhed o della Raytheon.
Un titanico porcaio, e una gigantesca torta a cui nessuno dei parassiti vuol rinunciare. E i parassiti giustamente paventano che alla fine possano essere chiamati a rendere conto di come hanno speso quei 4 mila e più miliardi. Soldi, ricordiamolo, sottratti alle infrastrutture che stanno disfacendosi, alla società che implode. A Chicago, dove avvengono oltre tra 80 e 90 omicidi al mese (più di quelli che avvengono a Los Angeles e New York insieme) da qualche settimana scoppiano incendi dolosi, la popolazione negra affamata si ribella in una spaventosa autodistruzione.

In tre stati – Tennessee, Alabama, Georgia, i governatori hanno dichiarato lo stato di emergenza per una catastrofe ambientale inaudita: l’oleodotto lunghissimo che da Houston arriva a New York portando milioni di tonnellate di greggio alle raffinerie del Nord, perde decine di migliaia di litri di oro nero al giorno. La tubatura, chiamata Colonia Pipeline, è stata costruita nel 1962: dopo oltre mezzo secolo, avrebbe bisogno di decisivi restauri. Invece i soldi – i miliardi che vengono sottratti alla manutenzioni delle infrastrutture cadenti, ai disoccupati che vivono in tenda o nelle bidonville, ai 567 mila senzatetto, alla gente che non può curarsi i denti né pagarsi una visita medica, all’assistenza sociale mancante, all’istruzione dei giovani neri abbandonati alla criminalità, sono assorbiti dal Pentagono e dai complici. Adesso comincia a mancare la benzina anche in North Carolina.
E’ urgente capire che questa pioggia d’oro non ha dissolto e distrutto solo Irak e Siria, Afghanistan e Libia; ha destrutturato e dissolto gli stessi Stati Uniti, ne ha deformato la identità, ha ridotto la dignità delle sue classi dirigenti al livello di gangster che possono discutere apertamente dei prossimi assassini in tv, e metterli in atto; o violare trattati appena firmati; e corrompere tutti nel corrompere se stessa.
Autore: Maurizio Blondet
Articolo tratto da www.maurizioblondet.it