Le associazioni LGBT danno lavoro a molta gente. Ed è giusto così, visto che in queste organizzazioni senza scopo di lucro ci sono davvero mille cose da fare, quali ad esempio organizzare eventi pubblici e convegni; controllare il WEB per scovare gli omofobi; contrastare la propaganda eterosessuale e retrograda o in qualche modo discriminatoria; promuovere l’ideologia gender in tutti gli ambiti; combattere l’omofobia in tutte le forme; promuovere la famiglia omosessuale basata sull’amore universale; informare i gay sulle molteplici possibilità per procreare attraverso la pratica degli uteri in affitto; organizzare viaggi in India (per i più poveri) e in California (per i più ricchi), finalizzati a realizzare il sogno della famiglia gay; relazionarsi a livello internazionale con la galassia LGBT per stabilire strategie e obiettivi comuni; combattere ogni giorno per la parità di diritti, denunciare situazioni o atteggiamenti discriminatori sospetti; promuovere azioni legali ad ogni livello e costituirsi parte civile nei processi; aiutare i migranti gay ad ottenere asilo e protezione internazionale; predisporre statistiche sulle violenze a danno dei gay; tutelare e valorizzare l’immagine dei gay; mantenere vivi i contatti coi politici e la società civile; scrivere saggi e pubblicazioni sul mondo gay destinate alle scuole; sensibilizzare tutti al rispetto dei diritti dei diversi.
Vi sembra poco?
Direi che si tratta di attività importanti e impegnative che richiedono il lavoro di molte persone. E non ci sono solo queste! Basti pensare alla fondamentale organizzazione dei gay pride, forse l’attività più nota delle associazioni LGBT.
Nessuno fa niente per niente
Voi pensate che sia semplice organizzare un evento complesso come un gay pride? Niente affatto. Ci vogliono persone dotate di competenze specifiche, che conoscano le lingue, disposte a dedicarsi giorno e notte e a sacrificarsi per raggiungere degli obiettivi comuni, fondamentali per il progresso della nostra società civile. E sono anche necessari un sacco di contatti con l’amministrazione pubblica, autorizzazioni da ottenere, responsabilità, regolamenti da rispettare. Una complessità quasi senza pari.
Voi pensate che tutta quella gente che lavora a tempo pieno nelle associazioni LGBT lo faccia gratis?
Oppure pensate che tutti quelli che manifestano nei gay pride lo facciano per dimostrare il proprio orgoglio gay e basta? Visto che molti di loro sono dei figuranti, che percorrono in lungo e in largo l’Europa, pensate che si trasferiscano a proprie spese, ovunque ci sia un gay pride? Davvero pensate che ci siano migliaia di omosessuali, o presunti tali, disposti a sobbarcarsi tutte queste spese, con carri carnevaleschi al seguito, fino a farlo diventare un “quasi lavoro”, soltanto perché sono orgogliosi di essere gay, soltanto per dimostrare il proprio orgoglio gay?
Se pensate questo allora vuol dire che siete un po’ naïve, senza offesa naturalmente. Purtroppo, nessuno fa niente per niente.
E infatti, la maggior parte delle persone che lavorano nelle associazioni LGBT percepiscono stipendi, indennità, sono assicurati, come è giusto che sia, visto che sono dei lavoratori. E i soldi per pagarli di certo non mancano.
Ecco alcuni dei finanziatori della galassia LGBT
Tra le imprese più attive troviamo:
Goldman Sachs, J.P. Morgan Chase & Co, Kodak, Hewlett-Packard, American Airlines, Google, Apple, Barilla, AT&T, BP, Playboy, Chevron, Citigroup, Credit Suisse First Boston, Daimler Chrysler, Dell, Deutsche Bank, Ernst & Young, Estee Lauder, Intel, Ibm, Johnson & Johnson, Levi Strauss & Co, Merril Lynch, MetLife, Microsoft, Nike, Pepsi, Toyota, Ubs, Xerox, Motorola e migliaia di altre aziende.
Ma ci sono anche i fondi dei magnati, quali ad esempio la Open Society Institute del miliardario e mondialista George Soros, la fondazione della casa automobilistica Ford, il Goldman Fund di San Francisco, la Rockefeller Foundation e tanti altri.
E non dimentichiamo le istituzioni, quali ad esempio il comune di Roma, il comune di Torino, le regioni e tante altre istituzioni pubbliche.
Soldi a palate per le organizzazioni che promuovono l’ideologia gender e per le associazioni gay.
Soldi che provengono da molte fonti e non soltanto da una. Se tutti questi soldi fossero destinati alle famiglie eterosessuali con figli a carico, potrebbero risolvere molti problemi di povertà ed emarginazione. Ma per le famiglie etero i soldi non ci sono, nemmeno un misero soldino. Ma perché? Chi ha voluto questa situazione e perché?
Perché le imprese finanziano le associazioni LGBT
Vediamo adesso perché le imprese hanno interesse a finanziare le associazioni LGBT.
Faccio un esempio molto significativo, giusto per capirci.
“Non faremo pubblicità con omosessuali perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca”.
Così dichiarava Guido Barilla il 25 settembre del 2013 ai microfoni de “La Zanzara” di Radio24, ad una domanda sul perché l’azienda non avesse ancora dato spazio agli omosessuali nei propri spot. Dopo quell’intervista, la Barilla subì un’aggressione mediatica senza precedenti, non solo in Italia, ma soprattutto negli Stati Uniti e nel resto del mondo, promossa non solo dalle associazioni gay friendly, ma anche da esponenti del mondo politico e dello spettacolo.
Con quali risultati?
Beh, Guido Barilla già due giorni dopo chiedeva scuse a destra e a manca per quel che aveva detto, e dichiarava:
“È chiaro che ho molto da imparare sull’evoluzione della famiglia”
E dopo il mea culpa, Guido Barilla e la Barilla iniziarono un percorso di vera e propria redenzione. fatto di incontri con la comunità LGBT, l’istituzione di un “Diversity & Inclusion Board”, corsi interni contro la discriminazione, cospicue donazioni in favore delle associazioni LGBT, assunzione di consulenti gay per il cambiamento, periodiche e continue scuse e mea culpa di Guido Barilla, pubblicità gay friendly, ottenendo addirittura riconoscimenti internazionali da parte delle associazioni che valutano quanto le aziende siano gay friendly.
How @Barilla pasta learned its LGBT lesson — and really bounced back http://t.co/u0CiyhqxcN pic.twitter.com/fHaPdeqLPF
— CNN Business (@CNNBusiness) 20 novembre 2014
Bene, questo esempio ci fa capire senza molti giri di parole il perché le aziende appoggiano il mondo gay e finanziano la galassia LGBT. Se non dovessero comportarsi in questo modo, qualcuno potrebbe sospettare che si tratti di aziende omofobe, retrograde, nemiche del progresso e verrebbero assalite alla gola dai mezzi di informazione e condizionamento di massa.
Quindi le imprese finanziano le associazioni gay per paura e istinto di sopravvivenza. Null’altro.
Ed è per lo stesso motivo che non finanziano le associazioni che sostengono la famiglia.
Perché le associazioni LGBT sono così potenti?
Anche questa è una domanda interessante. Le associazioni LGBT navigano in mezzo ai soldi elargiti dalle imprese, da alcuni filantropi un po’ sospetti, e addirittura da regioni e comuni che da una parte finanziano il mondo gay e dall’altra spettacoli che offendono apertamente Cristo e il Cristianesimo (Comune di Bologna, immagini sopra), dimostrando una sensibilità per lo meno ambigua e parziale. Ma i soldi sono soltanto una parte del potere di cui dispongono queste associazioni. I soldi servono per organizzare eventi e pagare figuranti, attori, dipendenti.
Il vero potere delle associazioni LGBT proviene dal sostegno incondizionato degli organi di informazione, dalla creazione di un clima di intolleranza verso chiunque non sia gay friendly.
Chi sono questi soggetti che danno così tanto potere alle associazioni LGBT lo possiamo vedere ogni giorno. Visto che si tratta di un fenomeno planetario, le stesse notizie riportate da Repubblica le leggiamo anche sul New York Times e su Le Monde, le stesse lette sui TG della Rai e Mediaset le vediamo su qualsiasi televisione occidentale, la domanda corretta sarebbe un’altra.
Perché il potere finanziario che controlla l’informazione in Occidente preme per un mondo gay friendly?
Oppure anche questa:
Perché il potere finanziario che controlla l’informazione preme per la disgregazione della famiglia?
Tutti hanno diritto di vivere come vogliono, questo è giusto, ma qualche volta sembra di essere davanti ad una vera e propria opera di condizionamento e manipolazione di massa in favore dell’omosessualità e contro l’eterosessualità.
Provate a manifestare il vostro orgoglio eterosessuale. Chiunque si sentirà in diritto di deridervi e prendervi in giro. Riceverete anche qualche denuncia per omofobia.
Vi ripropongo l’ultima domanda:
Chi controlla l’informazione nel pianeta Terra?
La risposta è molto semplice. Dopodiché potrete affermare:
“Il re è nudo”
di Elena Dorian
Fonte: www.altreinfo.org
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