In Olanda, nel 2016 hanno fatto ricorso all’eutanasia 6672 persone, 6585 nel 2017. Secondo le statistiche ufficiali olandesi riferite al 2016, il 13% hanno un’età compresa fra 17 e 65 anni, il 46% tra 65 e 80 anni, il 41% hanno più di ottant’anni.
Per ottenere l’eutanasia non occorre essere malati terminali. Solo il 30% lo sono.
Il Sistema Sanitario olandese è interamente in mano ai privati. Le assicurazioni che gestiscono la sanità forniscono questo tipo di “servizio” gratuitamente agli ultrasettantenni ed alle persone bisognose. In sostanza, i poveri e gli ultrasettantenni possono morire gratis.
Possono ottenere l’eutanasia anche persone depresse, malati mentali e persone non in grado di intendere e di volere. In quest’ultimo caso decidono quindi i tutori.
Il suicidio assistito è pubblicizzato, come si trattasse di un nuovo smartphone.
Certo, curare le malattie costa. E’ più facile risparmiare spingendo per il suicidio “dolce e assistito” piuttosto che investire in attrezzature, ospedali, cliniche per l’assistenza, case per anziani, ricerca farmacologica, medici e paramedici di supporto.
L’eutanasia è un diritto spacciato per diritto fondamentale dell’uomo. Quindi: più diritti, meno malati, meno spese per assistenza medica.
E il cerchio si chiude con più profitti.
Oggi tutti gli angeli della morte si affrettano a smentire che Noa abbia ottenuto l’eutanasia dallo Stato e sostengono che si sia semplicemente lasciata morire. Lo fanno perché percepiscono che questo è un caso di “pubblicità negativa”, non certo per pietà.
In ogni caso, le statistiche olandesi partono da 17 anni.
Quindi, se non si tratta di Noa qualche altra diciassettenne ci sarà di sicuro nel freddo elenco delle morti assistite.
di Elena Dorian
Fonte: www.altreinfo.org
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