Lapo Elkann in visita a Palermo per firmare un protocollo d’intesa con il comitato regionale della Croce Rossa Italiana, ha fatto alcune dichiarazoni su migranti, nuovi italiani, ONG e politici.
Meritano un commento.
Lapo Elkann, figlio di Alain Elkann, appartenente ad una ricchissima famiglia di banchieri, imparentata con i Rothschild, quelli che hanno finanziato tutti i contendenti di tutte le guerre degli ultimi tre secoli, figlio di Margherita Agnelli e nipote di Gianni Agnelli, il patron della Fiat, quella che costruiva camion per la prima guerra mondiale, mitra e carroarmati per la seconda, quella che sradicava dalla loro terra milioni di meridionali per abbassare il salario degli operai del Nord, mantenendo sacche di poveri e disoccupati, sempre pronti a lavorare per poco, quella che socializzava le perdite per poi privatizzare gli utili, dicevo quel Lapo Elkann, l’amico dei Trans e della vita spericolata, tutta sesso e coca, quello che ha finto un sequestro per obbligare la famiglia a dargli dei soldi, ha dichiarato, dall’alto del suo sapere e della sua genealogia:
“A me la parola migrante non piace, preferisco usare la parola nuovi italiani. Migrante per me è una parola denigratoria, non è rispettosa nei loro confronti”, aggiungendo poi di essere “a favore delle Ong, portano aiuto al prossimo”. Per poi sottolineare: “Ricordo che quando gli italiani andarono in Americani, eravamo migranti anche noi“.
Belle parole, bravo Lapo, complimenti!
“Eravamo migranti anche noi”, dice Lapo.
Ma noi chi? I nostri avi, non certo i suoi. Semmai, i suoi avi l’emigrazione dei nostri l’hanno causata, a suon di guerre, speculazioni finanziarie e morte, non l’hanno certo vissuta.
Lapo Elkann, come tutti gli appartenenti all’elite della finanza globalista, quella che sta distruggendo la nostra cultura, la nostra civiltà, nascondendosi dietro la falsa informazione mainstream, diffonde lo stesso verbo, predica gli stessi principi, come un automa,
migranti migranti migranti, solidarietà solidarietà, nuovi italiani nuovi italiani, tutti qui, questo è il bene dell’Italia, forza ONG forza ONG
ma non si rende conto che certe cose, dette da lui, uno che è nato nella bambagia con diritti di lignaggio che noi ci sogniamo, uno che ha potuto sbagliare senza mai pagarne le conseguenze, uno che ha sempre potuto ricoprire ruoli importanti, senza mai dimostrare di esserne all’altezza, dette da lui quelle frasi fanno sorridere.
Le dichiarazioni di Lapo Elkann portano più danni che benefici alla causa della finanza predatoria, mondialista e globalista, a cui lo stesso Lapo Elkann appartiene anima e corpo.
Strano che i suoi antenati, contemporanei, pari e superiori non l’abbiano fermato in tempo, visto che ogni sua parola rallenta l’agenda mondialista e finisce per ostacolare i loro obiettivi.
Di sicuro qualche altolocato gli avrà detto:
“Lapo, per favore, lascia che parlino gli altri eletti, quelli scelti per parlare, dedicati al tuo e vedrai che tutto andrà per il meglio. Il posto alla Ferrari non te lo toglieremo mai, non occorre che tu ti prodighi per far bella figura con noi, sappiamo quanto vali”.
di Elena Dorian
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