L’Afghanistan ha una storia molto sofferta, terra di passaggio per alcuni grandi conquistatori, quali Alessandro Magno a Gengis Khan, invasa da Unni Bianchi e Turchi, contesa tra Russia e Inghilterra nell’ottocento, invasa dall’Unione Sovietica a fine novecento. Abitata da un popolo di origine indoeuropea, nostri cugini, se vogliamo dirla con questi termini, suddivisi in tribù, disperse in una terra per lo più arida, montagnosa e inospitale, poveri di risorse naturali. Terra di terremoti devastanti, eppure tutti la vogliono. Per alcuni l’Afghanistan è molto importante.
Perché l’Afghanistan è così importante
Non ci soffermiamo sulla sua storia in generale, ma soltanto su una piccola parte, l’epoca in cui viviamo, quella che ci riguarda più da vicino. L’ultima invasione che l’Afghanistan ha subito è stata ad opera degli Stati Uniti, nel 2002. Ma perché gli Stati Uniti hanno investito miliardi di dollari nella guerra in Afghanistan? Non certo per combattere il terrorismo. Saremmo un po’ ingenui se pensassimo davvero questo. La lotta al terrorismo è stata soltanto la scusa per giustificare l’ingiustificabile e le torri gemelle hanno fatto da contraltare. E sicuramente non perché a governarla erano i talebani, visto che erano stati proprio gli Stati Uniti a finanziare la loro ascesa al potere. Ci sono altre ragioni, ben più importanti. Vediamone alcune.
L’Afghanistan ha una posizione strategica
L’Afghanistan confina con l’Iran ad ovest, il Pakistan ad est, la Cina a nord-est e tre ex repubbliche sovietiche a nord-ovest (Turkmenistan, Tagikistan, Uzbekistan). Queste ultime sono tra i più grandi produttori di petrolio e gas naturale esistenti. L’Afghanistan è a un tiro di schioppo dal Mar Caspio, zona in cui si trova il 45% di tutto il gas naturale del pianeta, e dal Kazakistan. Quest’ultimo possiede risorse minerarie di inestimabile valore (ferro, carbone, petrolio, metano, metalli usati nell’ingegneria nucleare e nella missilistica). La posizione geografica dell’Afghanistan è di straordinaria importanza; da qui si tengono sotto controllo le principali risorse energetiche del pianeta, ben quattro potenze nucleari (Pakistan, India, Russia, Cina) e le linee di rifornimento di carburante indirizzate alla Cina.
Il fatto di confinare con l’Iran rende l’Afghanistan ancora più importante, se questo è possibile. In caso di guerra con l’Iran, opzione sempre possibile, gli Stati Uniti potrebbero aprire due fronti, uno dall’Iraq e uno dall’Afghanistan. Per l’Iran sarebbe molto difficile sopravvivere. In sintesi, l’Afghanistan è un tassello fondamentale per la politica statunitense, la quale si basa sul controllo strategico di tutti i punti nevralgici del pianeta, da cui organizzare invasioni, riarmamenti, sommosse, rivoluzioni colorate, secondo la logica tanto cara ai romani del “divide et impera”.
Tanto basta a giustificare i miliardi di dollari spesi per la sua conquista. Le vite umane non contano, questo lo sappiamo già.
L’Afghanistan è un grande produttore di Oppio
L’Afghanistan è il più importante produttore di oppio al mondo, fonte del 90% dell’eroina smerciata nel pianeta. Si parla di un giro d’affari di oltre 300 miliardi di dollari l’anno. A dire il vero, i talebani, prima del 2002, avevano vietato le coltivazioni di papaveri, da cui si ricava l’oppio, azzerandone la produzione. L’idea era stata del famigerato Mullah Omar. Vi ricordate di lui? Dopo l’intervento armato degli Stati Uniti la produzione è ripresa in grande stile e l’Afghanistan è tornato essere il più grande produttore di oppio esistente. Da allora ogni anno si registrano incrementi record della produzione, al punto tale che i prezzi dell’eroina sono addirittura calati per l’eccesso di prodotto disponibile sul mercato. Tutto merito dei coltivatori afghani, ed anche di coloro che li spalleggiano, naturalmente…
Non basta tutto questo per giustificare una guerra? Dal punto di vista degli Stati Uniti e dei loro alleati certamente si. Non ci sono dubbi. E i fatti lo confermano. Insomma, l’Afghanistan è troppo importante per lasciarlo ai Talebani.
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