Fino a pochi anni fa l’ISIS non esisteva proprio, nemmeno come sigla. Ma poi, di punto in bianco, senza un come né un perché, l’ISIS è entrato in scena. Luogo di provenienza: il nulla. Incredibilmente, si è sviluppato in un territorio controllato millimetro per millimetro dalle forze militari degli Stati Uniti, che dispongono addirittura di un satellite geostazionario “dedicato” a questa zona del pianeta. Quindi, un satellite posizionato sempre nell’orbita terrestre compresa tra IRAQ e Siria, appunto perché non deve sfuggire niente al loro controllo. Tutto ciò che accade nel territorio sottostante viene monitorato giorno e notte.
Per non parlare dei droni dotati di telecamera, delle spie, degli infiltrati, dei soldati regolari mimetizzati sul territorio, degli informatori, dei servizi segreti, e così via. Nulla può sfuggire a questo controllo capillare. Eppure, in questa zona impervia e desertica, con un cielo sempre terso, ideale da controllare coi satelliti, proprio qui, nel nord dell’IRAQ, in mezzo ai super sorvegliati pozzi petroliferi ed alle immense ricchezze energetiche del sottosuolo, qui si è sviluppato un esercito armato fino ai denti, addestrato a meraviglia e organizzato in modo impeccabile. Stento a crederci, ma è così.
Le armi di cui dispongono sono americane, non si capisce come le hanno avute. E i miliziani le sanno usare molto bene, sono stati quindi addestrati da personale esperto. Ma sia chiaro che il personale esperto di cui parliamo non fa parte dell’esercito degli Stati Uniti. I missili di cui dispongono i jihadisti dell’ISIS sono di ultima generazione, micidiali terra-terra e terra-aria. I miliziani sanno esattamente cosa colpire e dove colpire. Hanno a disposizione le coordinate di tutti gli obbiettivi strategici siriani. Colpiscono i depositi di munizioni siriani, le truppe regolari, le strade, gli aerei. Nulla sfugge a questi fantastici guerrieri. Per loro la tecnologia occidentale, anche la più sofisticata, non ha segreti.
Gente di un’intelligenza superiore
Evidentemente, in quella regione impervia e disabitata, in mezzo ai nomadi, ai pastori, alle carovane e ai cammelli, c’erano popolazioni nascoste in mezzo ai greggi, di un’intelligenza superiore, capaci di maneggiare le armi più sofisticate del pianeta, leggendo non si capisce dove e come, la latitudine e l’altitudine di tutto ciò che va eliminato per spianare la strada alla loro vittoria. Non solo, si finanziano attraverso il contrabbando di petrolio, venduto alla Turchia, estratto dai pozzi siriani e e iracheni. Di notte forse? No, di giorno. Dispongono di una struttura bancaria, che opera liberamente nel mondo. Come possono fare questo? Non si sa. E’ incredibile. Miliardi di dollari che si muovono nei mercati finanziari, gestiti dai tagliagole dell’ISIS per compiere operazioni illegali e nessuno, nessuno al mondo, riesce a fermarli.
I jihadisti dell’ISIS hanno il dono dell’ubiquità
Inoltre, i jihadisti dell’ISIS hanno il dono dell’ubiquità. Compaiono in Libia e in Egitto. Decapitano qualcuno e poi scompaiono nel nulla. Ricompaiono in Nigeria. Anche qui decapitano qualcuno e poi scompaiono. Ma non scompaiono solo loro, scompaiono anche le loro bandiere, i loro automezzi, le sciabole. Tutto scopare, per poi ricomparire a migliaia di km di distanza, in un altro angolo del pianeta. Incredibile.
I grandi obiettivi dell’ISIS
E che cosa stanno facendo di così importante questi superuomini senza pietà? Stanno distruggendo la Siria, perché vogliono cacciare via Assad, malevolo dittatore, e prendere il potere. E’ soltanto un caso, ma questo è lo stesso obiettivo che hanno sempre dichiarato di avere gli Stati Uniti. Non solo lo hanno dichiarato loro, ma anche i loro amici occidentali, inglesi e francesi in testa. Ma questo è certamente solo un caso. Possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che la grande migrazione di siriani è dovuta all’ISIS. Uomini, donne e bambini fuggono dai tagliagole. Grandi uomini, grandi obiettivi.
I jihadisti dell’ISIS stanno dunque seminando terrore in tutto il mondo, vogliono che viviamo nella paura. Noi non sappiamo chi sono, ma abbiamo paura di loro. Abbiamo paura che quel marocchino gentile, venditore ambulante nel mercato della nostra città, da una vita in Italia, sia uno di loro, o che di punto in bianco si trasformi in uno di loro. Abbiamo paura dei nostri vicini. Abbiamo paura di uscire la sera, di mandare in giro i nostri figli, di prendere un aereo. Siamo terrorizzati dai tagliagole.
Dove possiamo informarci su di loro?
Ma se vogliamo sapere chi sono quelli dell’ISIS, forse è meglio che lo chiediamo a Obama. Forse lui è in grado di darci l’elenco dei jihadisti, nome e cognome, luogo e data di nascita, impronte digitali, DNA, grado ricoperto nell’esercito, addestramento effettuato, data di assunzione in servizio, curriculum, armi che ognuno di loro sa maneggiare con destrezza ed ogni altra informazione utile. I servizi segreti americani sono efficientissimi. Per questo bisogna chiedere a Obama, quest’uomo disponibile e sorridente.
Il problema è solo questo. Per avere le informazioni giuste bisogna chiederle alle persone giuste.
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