I tentacoli della propaganda. Sbarca in Italia la mostra "Nome in codice: Caesar". - www.altreinfo.org

I tentacoli della propaganda. Sbarca in Italia la mostra “Nome in codice: Caesar”.

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Sbarca a Udine la mostra “Nome in codice: Caesar”, promossa da Amnesty International, Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Focsiv (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), Unimed (Unione delle Università del Mediterraneo), Un ponte per… e Articolo 21.

La mostra ha già fatto tappa al Palazzo di Vetro” dell’Onu, al Memorial dell’Olocausto a Washington, al Parlamento Europeo di Strasburgo, a Westminster, a Parigi, Boston, Dublino, Roma Sala Spazio del Museo Maxxi, Napoli Castel dell’Ovo e in molte altre città.

Riproponiamo le ricerche di Rick Sterling sull’argomento, pubblicate da www.comedonchisciotte.org.

Elena Dorian

L’inganno delle foto di Caesar alla base dei negoziati siriani. Rick Sterling

E’ stata pubblicata una relazione di 30 pagine sull’inchiesta delle “Foto delle Torture” presentate da Caesar ed è disponibile on-line qui. Quella che segue è una versione condensata della relazione, per dettagli, foto e fonti il lettore è pregato di fare riferimento alla versione integrale.

Introduzione

Esiste un “modello di relazioni” – formidabile ma falso – per presentare le informazioni che sono funzionali a far accettare all’opinione pubblica USA, gli interventi militari dell’Occidente in qualsiasi paese del mondo:

  • Nella Prima Guerra del Golfo, si parlò delle truppe irachene che rubavano le incubatrici dal Kuwait, lasciando morire i bambini per terra al freddo, poi Amnesty Internation scoprì da un medico di Mezzaluna Rossa, che si trattava di affermazioni false.
  • Dieci anni dopo, si parlò di uranio che arrivava in Iraq per produrre armi di distruzione di massa.
  • Altri dieci anni dopo, si parlò di soldati libici drogati e pieni di Viagra che violentavano le donne durante la loro avanzata.
  • Nel 2012, Richard Engel della NBC fu rapito (forse) dall’esercito siriano di Assad, ma fortunatamente poi fu liberato dai combattenti dell’opposizione siriana, il “Free Syrian Army”.

In seguito in seguito tutti questi rapporti sono stati riconosciuti come manipolati e bugiardi. Avevano tutti lo stesso scopo, manipolare l’opinione pubblica e, in un modo o nell’altro, ci riuscirono e, malgrado gli effetti prodotti spesso disastrosi, nessuno dei colpevoli fu punito o ne pagò le conseguenze.

Si è sempre detto che “Chi non impara dal passato è destinato a riviverlo”. Questo rapporto è una revisione critica della storia “Caesar Torture Photos” e come vedremo ci sono prove evidenti che le accuse siano del tutto o sostanzialmente false.

Una Panoramica sulle Foto “delle torture” di Caesar

Il 20 gennaio 2014, due giorni prima che cominciassero i negoziati sul conflitto siriano in Svizzera, apparve su tutte le televisioni e sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, un rapporto sensazionale, si trattava di un ex fotografo dell’esercito siriano che aveva 55.000 fotografie che documentavano che le forze di sicurezza siriana avevano torturato e ucciso 11.000 detenuti.

Al fotografo siriano fu dato il nome in codice ‘Caesar’ e la sua storia divenne nota come “Caesar Torture Photos”. . Un team di avvocati accompagnati da esperti digitali e forensi furono assunti dallo studio legale Carter-Ruck, per conto del Qatar, per andare in Medio Oriente e verificare la veridicità di “Cesare” e della sua storia. Conclusero che “Caesar” era degno di fede e che le sue fotografie mostravano “uccisioni su scala industriale”. CNN, Guardian e LeMonde raccontarono la storia che poi fu trasmessa in tutto il mondo. Le accuse delle Foto di Caesar furono lanciate appena iniziarono i negoziati in Svizzera. L’opposizione chiese le dimissioni del governo siriano e i negoziati si interruppero immediatamente.

Negli ultimi due anni, la storia ha continuato girare e ogni tanto se ne parlava di nuovo in qualche articolo, come “rinforzo”. A dicembre due 2015 Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato un rapporto dal titolo “Se i morti potessero parlare” con un focus significativo sulle accuse di Caesar.

Di seguito sono riportati 12 punti che si possono discutere dalla visione delle foto di tortura di Caesar.

1. Quasi la metà delle foto mostrano l’opposto di quanto dovrebbero documentare.

L’inchiesta della Carter Ruck sosteneva di essersi basata su un totale di 55.000 foto di cui la metà fatte da ‘Caesar’ e l’altra metà da altri fotografi. L’ inchiesta della Carter Ruck dice che tutte le foto erano “simili” e che tutte insieme sono note come le “Caesar’s Torture Photos”.

Le foto sono in mano ad una organizzazione dell’opposizione chiamata Syrian Association for Missing and Conscience Detainees (SAFMCD). Nel 2015, fu permesso alla Human Rights Watch (HRW) di studiare le foto che altrimenti sarebbero rimaste segrete. A dicembre 2015, la HRW pubblicò il suo rapporto intitolato “Se i morti potessero parlare” e la più grande rivelazione fu che oltre il 46% delle foto (24,568) non mostrava persone “torturate a morte” dal governo siriano. Anzi al contrario mostrava soldati siriani morti e vittime di autobombe o di altre forme di violenza (HRW pp 2-3). Quindi almeno la metà delle foto mostra qualcosa che non conferma quello avrebbe dovuto documentare. Queste foto, mai mostrate al pubblico, confermano che l’opposizione è violenta e che ha ucciso molti civili e molti uomini delle forze di sicurezza siriana.

2. L’ affermazione che altre foto mostrano solo ‘detenuti torturati’ è esagerata o falsa.

Il rapporto Carter Ruck dice che ‘Caesar’ aveva fotografato solo corpi che provenivano da centri di detenzione del governo siriano. Nella sua relazione di dicembre 2015, la HRW ha scritto: “La maggior parte delle foto – 28,707 – sono immagini che Human Rights Watch ritiene siano di persone morte mentre erano o in uno dei numerosi centri di detenzione del governo o dopo essere state trasferite in un ospedale militare. “Si stima e gli individui morti e fotografati siano 6.786”.
Le foto delle persone morte sono vere, ma come siano morte e in quali circostanze non è chiaro. C’è una forte evidenza che molti siano morti in battaglia. Altri sono morti in ospedale. Altri sono morti e i loro corpi ci erano già decomposti prima di essere raccolti. Queste fotografie sembrano documentare uno stato di guerra quando si ammazzano molti combattenti e molti civili. Sembra che nell’ospedale militare si stava facendo quello che si è sempre fatto: tenere un archivio fotografico e documentale dei defunti. I corpi dei morti sono stati raccolti sia dall’ esercito che dall’ intelligence. Mentre alcuni possono sono morti in detenzione, la grande maggioranza probabilmente è morta in zone di conflitto. Le accuse di ‘Caesar’, del rapporto Carter Ruck e di HRW che queste siano state tutte vittime “morte in detenzione”, di “morte per tortura” o di morte durante la custodia del governo” sono quasi certamente false.

3. La vera identità di “Caesar” probabilmente non è quella che dicono.

Il rapporto della Carter Ruck dice: “Il testimone che ha disertato dalla Siria e che aveva lavorato per il governo siriano è stato indicato con il nome in codice ‘Caesar’ per proteggere sia lui che la sua famiglia.” (P.12 CRR ) Tuttavia, se la sua storia è vera, sarebbe facile per il governo siriano stabilirne l’identità, dopo tutto, quanti sono i fotografi militari che fatto foto a Tishreen, all’ Ospedale militare 601 e che poi sono spariti? Secondo il rapporto Carter Ruck, la famiglia di Caesar lasciò la Siria intorno allo stesso periodo in cui furono fatte le foto. Considerando questi fatti, perché “Caesar” deve mantenere segreta la sua identità per il pubblico occidentale? Perché “Caesar” si è rifiutato di incontrarsi anche con i più simpatici tra giornalisti e ricercatori?

Il fatto che il 46% del totale delle foto sia sostanzialmente l’opposto di quanto si dice fa pensare a due possibilità:

  • Caesar e chi lo appoggiava conosceva il contenuto delle foto, ma ha mentito pensando che nessuno le avrebbe mai viste.
  • Caesar e chi lo appoggiava non aveva visto tutte le foto e falsamente aveva ritenuto che fossero come le altre.

La seconda ipotesi sembra la più probabile per chi sostiene la teoria che Caesar non sia quello che dice di essere.

4. L’inchiesta della Carter Ruck era imprecisa, affrettata e politicamente parziale.

La credibilità della storia di “Caesar” era sostanzialmente basata sull’inchiesta della Carter-Ruck che aveva “verificato” sia il fotografo-disertore che le sue fotografie. I seguenti fatti suggeriscono che il team di esperti era prevenuto e che aveva un movente politico:

  • L’inchiesta era finanziata dal governo del Qatar, uno dei principali sostenitori dell’opposizione armata.
  • Lo studio legale contrattato, Carter Ruck and Co. aveva già rappresentato il Presidente turco Erdogan, noto anche per il suo appassionato sostegno all’opposizione armata.
  • L’americano del team, il Prof David M. Crane, ha avuto continui rapporti di lavoto con il Dipartimento della Difesa USA e con la DIA. Il governo USA è stato profondamente coinvolto nel tentativo di ‘cambio di regime’ con le sue richieste “Assad must go” che dall’estate del 2011 sono andate avanti fino a poco tempo fa.
  • Il Prof Crane è personalmente di parte nel conflitto. Fece una campagna per un Tribunale per i crimini di guerra siriani e testimoniò al Congresso nel mese di ottobre del 2013, tre mesi prima delle rivelazioni di Caesar.
  • Per loro stessa ammissione, il team lavorò “con tempi molto stretti” (CRR, p.11).
  • Per loro stessa ammissione, il team non prese nemmeno visione della maggior parte delle fotografie
  • Il Team non conosceva il contenuto o aveva intenzionalmente mentito sul 46% delle foto che mostravano soldati siriani morti e vittime di attentati.
  • Il Team di inchiesta fece la sua ultima intervista a “Caesar” il 18 gennaio poi mise insieme, in quattro e quattr’otto, una relazione e si precipitò a farla pubblicare sui media il 20 gennaio, due giorni prima dell’inizio dei negoziati sponsorizzati dalle Nazioni Unite.
  • Il “rigore” delle indagini – tanto sbandierato – dalla Carter Ruck è privo di fondamento, come le pretese di indagine ‘scientifica’ che risulta senza sostanza e al limite del ridicolo.

5. La Central Intelligence Agency (CIA) USA è coinvolta.

In una intervista su France24, il Prof. David Crane del Team di inchiesta descrive come ‘Caesar’ sia stato portato a incontrarli da “his handler, his case officer”. Una espressione ‘case officer’ che di solito viene usata dalla CIA e nota per il Prof. Crane che aveva già lavorato nella DIA. Inoltre il coinvolgimento della CIA ha senso visto che nel 2013 era stato stanziato un budget di 1 miliardo di dollari per le operazioni in Siria.

Il “Syria Accountability Project” del Prof. Crane ha sede presso l’Università di Syracuse, dove la Cia recluta attivamente nuovi agenti, malgrado le resistenze degli studenti.

Perché è importante se la CIA è coinvolta nella storia di ‘Caesar’?

E’ importante perché la CIA ha una lunga storia di campagne di disinformazione. Nel 2011, i suoi falsi rapporti sul viagra che usavano i militari libici per stuprare le donne delle zone conquistate furono trasmessi da tutti i media occidentali perché gli USA stavano spingendo per ottenere un mandato militare. Decenni prima, il mondo fu sconvolto nel sentir che le truppe cubane che combattevano in Angola stupravano le donne angolane. Il capo della CIA allora di base in Angola, John Stockwell, in seguito spiegò come avessero inventato il rapporto falso e come riuscirono a diffonderlo in tutto il mondo. La CIA fu molto orgogliosa di questo risultato di disinformazione. Il libro di Stockwell, “In Search of Enemies” è ancora di attualità.

6. Gli inquirenti dipingono delle semplici procedure amministrative come qualcosa di misterioso e sinistro.

Il team di inchiesta della Carter Ruck ha falsamente dichiarato che furono circa 11.000 i detenuti torturati e uccisi, poi si fecero una domanda: Perché il governo siriano avrebbe fotografato e documentato quelle persone che aveva appena ucciso? La relazione ipotizza che l’ospedale militare abbia fotografato i morti per dimostrare che l‘ “ordine di uccidere” era stato eseguito. Un “ordine di uccidere” presunto.

Una spiegazione più logica sarebbe stata che i cadaveri furono fotografati per normale procedura degli ospedali e degli obitori di mantenere un file sui defunti che sono stati ricoverati o trattati in ospedale.

Lo stesso vale per il sistema di etichettare/numerare i corpi dei defunti. Il rapporto Carter Ruck ha trovato qualcosa di misterioso e forse di sinistro nel sistema di etichettatura con un codice. Ma tutti gli obitori si servono di sistemi di etichettatura e di identificazione.

7. Le foto sono state manipolate.

Molte delle foto sul sito web SAFMCD sono state manipolate. Le schede informative e l’identità dei nastri sono coperti e parte dei documenti sono oscurate. Ci deve essere voluto un sacco di tempo per farlo con migliaia di foto. La spiegazione che danno sulla ‘Protezione della Identità’ non è credibile in quanto i volti delle vittime sono visibili. Cosa stanno nascondendo?

8. Il catalogo delle foto ha duplicati e altri errori

Ci sono numerosi errori e anomalie nel catalogo fotografico presentato sul sito SAFMCD. Per esempio, alcune persone decedute vengono mostrate due volte, ma con numeri e date differenti, poi ci sono altri errori dove persone differenti sono identificate con lo stesso numero. Il ricercatore Adam Larson a seguito di un esame più attento sul sito web ha fatto una indagine dettagliata che rivela altri errori e curiose modalità-ripetitive di errori nel catalogo SAFMCD.

9. Con poche eccezioni, i media occidentali acriticamente hanno accettato e pubblicato la storia.

Il rapporto Carter Ruck era “confidenziale”, ma fu distribuito alla CNN, al Guardian e a LeMonde.

Christiane Amanpour della CNN si entusiamò tanto della storia che intervistò tre persone investite dell’inchiesta e fece un titolo “ESCLUSIVO: foto raccapriccianti dalla Siria possono provare le torture del regime di Assad”. Un giornalismo critico avrebbe fatto domande tendenziose e non semplici affermazioni. David Crane disse “ecco una pistola fumante”. Desmond de Silva “paragonò le immagini a quelle di sopravvissuti all’Olocausto”.

L’articolo de The Guardian era intitolato “Documenti originali del regime siriano mostrano le prove di uccisione di detenuti su scala industriale con il sottotitolo esperti investigatori su crimini di guerra dicono che le fotografie e documenti offrono una ” chiara evidenza” di uccisioni sistematiche di 11.000 detenuti”.

Uno dei pochissimi rapporti scettici fu quello di Dan Murphy sul Christian Science Monitor. Murphy fece eco alle solite accuse sulla Siria, ma continuò a dire incisivamente “La relazione in sé non è neanche lontanamente credibile per come ci viene mostrata e deve essere considerata per quello che è: un esercizio di propaganda – uscito al momento giusto – finanziato dal Qatar, un avversario del regime che finanzia i ribelli che combattono Assad e che hanno commesso, essi stessi, crimini di guerra”.

Purtroppo quello fu uno dei pochissimi rapporti critici in tutti i media mainstream.

Nel 2012, il giornalista Jonathan Steele, esperto di affari esteri, scrisse un articolo in cui descriveva le parzialità scritte sulla Siria dai media globali. Il suo articolo era intitolato “La maggior parte dei siriani sta con Assad, ma non lo saprete mai dai media occidentali”. La campagna mediatica e di propaganda continuò senza sosta. Fu in questo contesto che la relazione Carter Ruck venne consegnata e tranquillamente accettata senza discutere.

10. I Politici hanno usato la “Caesar story” per caldeggiare un maggior aggressione USA/NATO.

I politici, che volevano un intervento diretto degli Stati Uniti per il ‘cambio di regime’ in Siria, si affrettarono ad accettare e a raccontare la “storia di Caesar” e la usarono per demonizzare il governo di Assad e sostenere che gli Stati Uniti dovevano agire per evitare “un altro Olocausto ‘,’un altro Rwanda ‘,’ un’altra Cambogia ‘.

Quando le foto di Caesar furono esposte alla Commissione Affari Esteri della Camera al Congresso, il Presidente Ed Royce disse “E’ troppo tempo che il mondo guarda …. E’ troppo tempo che gli Stati Uniti devono dire che si deve creare una zona sicura in tutta questa area nel nord della Siria “.

Il più alto in grado tra i Democratici nella Commissione Affari Esteri della Camera è Eliot Engel, a novembre 2015 disse “Ricordiamoci di quel fotografo, noto come Caesar, che un anno fa, proprio in questa stanza ci faceva vedere in tutti i suoi dettagli quello che Assad ha fatto al suo popolo”. così Engel continuò a chiedere di rinnovare l’uso della forza militare.

Il Repubblicano Adam Kinzinger, altro fautore dell’aggressione contro la Siria, ad un evento per l’Olocausto al Memorial Museum a Luglio 2015 disse “Se vogliamo distruggere l’ ISIS dobbiamo distruggere l’incubatore della ISIS, Bashar al-Assad.”

Ironia e ipocrisia sono doppiamente profonde per Kinzinger che si è incontrato e si è coordinato con il leader della opposizione Okaidi che è un alleato fedele dell’ ISIS. In contrapposizione con le false affermazioni di Kinzinger – come sanno tutti – sia l’ideologia della ISIS che i suoi finanziamenti iniziali sono arrivati dalla Arabia Saudita e gran parte della sua recente ricchezza proviene dalle vendite del petrolio che passa per la Turchia. L’esercito siriano ha combattuto violente battaglie contro crisis, vincendone alcune, ma perdendone altre e subendo orribili scene di decapitazioni di massa.

11. Quello che dice Human Rights Watch è distorto.

HRW è stato molto attivo in Siria. Dopo gli attacchi chimici nella grande Damasco del 21 agosto 2013, HRW si precipitò a preparare un rapporto che si concluse dicendo che, sulla base di una analisi sull’invio dei proiettili cadduti, la fonte dei razzi che portavano il gas sarin era nel territorio del governo siriano. Questa analisi è stata successivamente smentita come un “mucchio di mondezza e prove sbagliate” da Robert Parry, un giornalista d’inchiesta di tutto rispetto. L’ipotesi di HRW sulla distanza percorsa dai razzi con le armi chimiche era sbagliata. Inoltre non era realistico pensare che fosse possibile determinare la traiettoria di un razzo con un margine di errore dell’1% sparato da terra. Ed è anche assurdo pensare anche che sia possibile stabilire la traiettoria di volo di un razzo sparato con un cannone a terra dopo che ha colpito anche il muro di un edificio.

Nonostante questo, HRW con questa analisi, ha accusato il governo di Assad e il suo Direttore Ken Roth si è pubblicamente detto insoddisfatto quando fu raggiunto un accordo per eliminare le armi chimiche siriane. Roth avrebbe voluto qualcosa più di un “attacco simbolico”.

Alla luce di quanto detto, si segnala il rapporto di HRW di dicembre 2015 che si riferisce alle affermazioni di Caesar, sembra che HRW sia stata l’unica organizzazione non governativa a ricevere il set completo dei file di foto da chi le custodiva. A suo merito, HRW ha riconosciuto che quasi la metà delle foto non confermano quello che si sta dicendo da due anni: mostrano soldati siriani morti e miliziani insieme nella scena di crimini, di autobombe, ecc …

Ma i pregiudizi di HRW sono chiaramente dimostrati dal modo in cui gestisce tutte queste contraddizioni. Sorprendentemente, dice che le fotografie anche se confuse, comunque in sostanza confermano quanto detto: “Questo rapporto si concentra sulle morti dei detenuti. Tuttavia sono importanti anche le altre fotografie. Dal punto di vista probatorio, rafforzano la credibilità delle affermazioni di Caesar e sul suo ruolo di fotografo forense delle forze di sicurezza siriane o almeno di chi ha avuto modo di scattare quelle foto”. (HRW, p.31)

Sarebbe come dire che se qualcuno ti mente solo a metà, tutto il resto deve essere vero.

I file confutano l’affermazione che tutte le foto mostrano persone torturate e uccise. Le foto mostrano una vasta gamma di persone decedute, da soldati siriani a membri delle milizie siriane combattenti per l’opposizione, mostrano civili intrappolati nelle zone di conflitto e morti regolari in un ospedale militare. Ci possono essere foto di detenuti morti in carcere dopo essere stati torturati o foto di morti dopo una esecuzione. Sappiamo che tutto questo è accaduto nei centri di detenzione iracheni durante l’occupazione degli Stati Uniti, sono cose orrende e brutali che avvengono in tempi di guerra. Ma i fatti spingono a credere che il racconto di ‘Caesar’ sia fondamentalmente falso o che sia una grossolana esagerazione.

Colpisce il fatto che il rapporto di HRW non tenga assolutamente conto delle condizioni di guerra e delle circostanze che vive la Siria. Non c’è nessun riconoscimento che il Governo e che la Syrian Arab Army siano stati sotto attacco da parte di decine di migliaia di combattenti che usano armi apertamente pagate da alcuni dei paesi più ricchi del mondo.

Non c’è nessun cenno all’enorme quantità di vite umane perse da parte dell’esercito siriano e dai loro sostenitori nella difesa del loro paese. Le stime attuali dicono che durante il conflitto sono morti da ottanta a centoventi mila soldati siriani, miliziani o alleati. Nel periodo 2011 – 2013, quando Caesar scattò le foto, si stima che morirono oltre 52.000 soldati e miliziani siriani contro 29.000 morti delle forza anti-governative.

HRW ha avuto accesso a tutte le foto incluse quelle dei morti nel conflitto dell’esercito siriano e dei miliziani civili. Perché non hanno detto quanti erano i soldati siriani e quelli delle forze di sicurezza identificati? Perché non hanno mostrato nemmeno una singola immagine di quelle vittime?

Ma HRW va oltre l’approvazione delle falsità che esistono nella storia di ‘Caesar’ e propone solo una lista parziale. A pagina 5 del rapporto si legge “Di conseguenza, il numero dei morti nelle strutture di detenzione che appaiono nelle fotografie di Caesar rappresentano solo una parte di tutti coloro che sono morti in detenzione a Damasco.”

Al contrario, le fotografie Cesare sembrano mostrare più le vittime che sono morte in tanti altri modi durante il conflitto armato. Le affermazioni HRW sembrano essere di parte e imprecise.

12. Le accuse legali sono di parte e non considerano il crimine supremo dell’aggressione.

Il giornalista Dan Murphy del Christian Science Monitor mandò un avvertimento nel suo articolo sulla relazione Carter Ruck sulle foto di ‘Caesar’. Mentre molti giornalisti trattavano i relatori con deferenza acritica, scrisse:

Associarsi alle affermazioni di chi giudica sui crimini di guerra non è un garanzia di credibilità – anzi. Basta prendere in considerazione Le assurde dichiarazioni di Luis Moreno Ocampo sul Viagra e sugli stupri di massa nella Libia di Muammar Gheddafi nel 2011. Non sorprende che chi giudica i crimini di guerra si focalizzi su situazioni che vanno contro quelle persone che “loro stessi” considerano criminali di guerra (come Assad e Gheddafi) e che per questo motivo dovrebbero essere trattati con maggior cautela. Spesso hanno anche scelto (HRW) su quale classe indirizzare gli interventi umanitari.

Il team legale Carter Ruck ha dimostrato quanta sia stata questa precauzione e quanta l’ansia di accusare il governo siriano di “crimini contro l’umanità”, ma l’evidenza di “omicidi su scala industriale”, di “uccisioni di massa”, di “torture per uccidere” è dubbia e molte delle prove concrete dimostrano altro.

Al contrario, ci sono prove chiare e solide che sia stato commesso un “crimine contro la pace” e contro la Siria.

E’ di dominio pubblico che il “opposizione armata” in Siria sia finanziata, armata e appoggiata in tutti i modi dai vari governi esterni. La maggior parte dei combattenti, sia siriani che stranieri sono stipendiati da uno o da un altro potere esterno da cui ricevono anche tutte le armi e attrezzature necessarie. Come avvenne con i “Contras” in Nicaragua nel 1980, l’uso di questi eserciti per procura è una violazione degli usi del diritto internazionale. Ed è anche una violazione della Carta delle Nazioni Unite che dice:

I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali da minacce e uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, o in qualsiasi altra questione incompatibile con i fini delle Nazioni Unite.

Il governo del Qatar è stato uno dei maggior supporter degli attacchi di fanatici mercenari allo Stato Sovrano di Siria sulla base di fatti assodati. – Non sembra una drammatica ironia dover dare ascolto a dei “contractor” della legge assoldati dallo stesso Qatar, mentre accusano il governo della Siria di “crimini contro l’umanità”?

Non sarebbe ora che le Nazioni Unite cominciassero a fare quelle riforma che potrebbero permettere il rispetto dei fini e degli scopi per cui sono state create? Questo richiederebbe di pretendere di far rispettare la Carta delle Nazioni Unite ed il Diritto Internazionale.

 

Rick Sterling è un ingegnere in pensione, co-fondatore del Syria Solidarity Movement. 

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/

Tratto da comedonchisciotte.org

Autore della traduzione Bosque Primario

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