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La Terza Guerra Mondiale è già in corso. Si tratta di una guerra ibrida tra Stati Uniti e Russia. Chi vince e chi perde? Paolo Germani

Tra gli Stati Uniti e la Russia è in corso una guerra ibrida, su questo non ci sono dubbi. E a tutti gli effetti, questa può essere già considerata la Terza Guerra Mondiale. Ci sono molti elementi che lo testimoniano, da diversi anni ormai, anche se non si tratta di una guerra dichiarata. Gli schieramenti sono ben definiti. Dalla parte degli Stati Uniti troviamo tutti i paesi occidentali, Italia compresa. Dalla parte della Russia si sono schierati Cina e Iran, con qualche distinguo, soprattutto da parte della Cina.

Gli Stati Uniti hanno messo in campo tutte le armi tipiche della guerra ibrida, anche se nessuna sembra essere decisiva per piegare a suo favore l’esito del conflitto. Washington segue una strategia molto aggressiva e utilizza armi economiche, psicologiche, informatiche, cyber, social, armi tecnologiche di nuova generazione. I russi hanno armi meno potenti, ma ce n’è una che vale quanto tutte le altre messe insieme: il ridimensionamento del dollaro, da valuta universale a valuta locale.

Chi comanda la Russia e chi gli Stati Uniti?

Da una parte c’è Putin e il suo staff, al comando di tutte le operazioni belliche della Russia, dall’altra parte c’è l’elite finanziaria, che non è comandata direttamente da Trump, bensì dagli uomini dell’elite, un po’ esposti e un po’ nascosti. E’ un deja-vu, per certi aspetti. Già durante la seconda guerra mondiale ci fu un confronto diretto tra l’elite finanziaria e la Germania nazista. E sappiamo com’è andata a finire.

Putin è un leader benvoluto dal suo popolo e può contare su collaboratori motivati e preparati, non altrettanto si può dire degli Stati Uniti. In una guerra ibrida tra Russia e USA questo elemento è un vantaggio considerevole.

Putin è un leader benvoluto dal suo popolo e può contare su collaboratori motivati e preparati, non altrettanto si può dire degli Stati Uniti

In questa guerra ibrida, dal punto di vista del comando, la Russia sembra avere qualche vantaggio sugli Stati Uniti in quanto al vertice delle operazioni si trovano persone mosse da ideali comuni, appoggiate dal popolo. Dall’altra parte dello schieramento si trovano gli uomini dell’elite finanziaria, non hanno intelligenza militare e si avvalgono di un gruppo disomogeneo di soggetti, non mossi da ideali bensì da odio e aspirazioni personali. L’elite finanziaria non ha l’appoggio del popolo, ma può ottenerlo grazie a false flag ed al controllo totale dei media americani.

Le elite finanziarie possono contare sul controllo delle banche centrali occidentali. Per loro produrre denaro non è un problema. Nella guerra ibrida questo è un vantaggio, ma può costituire anche un limite

Le elite finanziarie possono contare sul controllo delle banche centrali occidentali. Per loro produrre denaro non è un problema.

Il campo di battaglia

Il campo di battaglia è l’intero pianeta naturalmente. Ma la Russia ha uno svantaggio molto grande. E’ praticamente circondata dalla NATO, da bombe atomiche di ogni genere e specie, da sistemi di difesa antimissilistica installati in ogni dove. E inoltre, altro grande svantaggio, il territorio degli Stati Uniti è lontano e difficile da aggredire. Sorvegliarsi a vicenda coi satelliti spia serve più agli Stati Uniti che alla Russia, anzi dà un ulteriore vantaggio agli Stati Uniti, se non altro perché sono a ridosso del territorio russo.

Il territorio russo è sotto controllo da parte degli Stati Uniti, non altrettanto fattibile è l'inverso. Questo rappresenta un grande vantaggio per Washington

Il territorio russo è molto ben controllato dagli Stati Uniti, non altrettanto fattibile è l’inverso, per questioni geografiche. Questo rappresenta un grande vantaggio per Washington

Per la Russia, non è sufficiente disporre di sommergibili atomici in grado di portare una minaccia diretta al territorio americano. I sommergibili possono essere facilmente individuati e resi inoffensivi. Inoltre, il cosiddetto “primo colpo” (first strike) può essere agevolmente sferrato dagli Stati Uniti, ma è molto più difficile che possa essere sferrato dai russi.

Il punto di forza della Russia è l’immenso territorio di cui dispone, la possibilità di dislocare basi missilistiche mobili praticamente ovunque e molto difficili da individuare e neutralizzare. Questo significa che viene preservata la capacità di reagire ad un primo attacco, per devastante che esso sia. E gli Stati Uniti ne sono consapevoli.

I mezzi finanziari

I mezzi finanziari di cui dispongono gli Stati Uniti sono enormi, ma legati soprattutto al dollaro, che non è una vera e propria ricchezza. Il dollaro è una valuta stampata a go-go dalla Federal Reserve, e mantiene la sua efficacia finché viene accettato dal resto del mondo come mezzo di pagamento e valuta di riserva. Questo è un punto di forza, perché si tratta di semplice carta che può essere riprodotta in grandissime quantità, ma è anche una grande debolezza, appunto perché i dollari sono soltanto dei pezzi di carta. Nel momento in cui il resto del mondo dovesse rifiutare i dollari, il potere degli Stati Uniti e dell’elite finanziaria che li controlla, crollerebbe su se stesso, con conseguenze disastrose sulla sua economia e su tutte le economie occidentali.

La Russia ha invece una quantità enorme di ricchezze naturali, miniere di oro, giacimenti di petrolio e gas, miniere di diamanti e carbone. Sta cercando di potenziare la sua economia, stabilendo accordi commerciale con India, Cina, Iran e molti altri paesi. Il loro punto debole è che qualsiasi operazione di guerra va finanziata con ricchezza reale, destinando una parte dei proventi al conflitto. Questo è un limite, in quanto non possono stampare rubli per finanziarsi, ma è anche un punto di forza, perché i russi sono obbligati a gestire accordi commerciali e lavorare in simbiosi con gli altri paesi per ottenere una crescita economica globale.

La Russia può contare su grandi ricchezze naturali, tra cui vaste miniere d'oro.

La Russia può contare su grandi ricchezze naturali, tra cui vaste miniere d’oro.

Le armi degli Stati Uniti

Le principali armi messe in campo dagli Stati Uniti sono le seguenti:

  • armi economiche, quali l’embargo, con la connivenza e l’appoggio di tutti i paesi europei, la diminuzione del prezzo del petrolio, la sostituzione del gas russo con gas di scisto (shale gas) americano; il dissanguamento economico della Russia conseguente alla sua partecipazione diretta al conflitto in Siria;
  • armi politiche e sociali, quali ad esempio il finanziamento degli oppositori politici di Putin, l’entrata massiva delle ONG portatori di disgregazione sociale, e di diritti LGBT, il finanziamento del dissenso e delle rivoluzioni colorate, nonché dei suoi istigatori, quali ad esempio il blogger Navalny;
  • armi psicologiche che hanno un notevole impatto sulla popolazione, ad esempio la continua minaccia del first strike nucleare, o l’accerchiamento militare della NATO.
  • armi non convenzionali, di cui non conosciamo il potere e l’entità, quali ad esempio le armi chimiche dislocate in Ucraina, produzione di onde elettromagnetiche in grado di alterare le condizioni meteo o accecare i satelliti geostazionari;
  • il finanziamento di tutti coloro che vogliono disgregare la Russia dal suo interno, quali ad esempio gruppi religiosi ed etnici;
  • propaganda e diffusione di fake news sull’operato dei russi; questi interventi sono facili da eseguire, visto che le elite finanziarie controllano praticamente tutti mezzi di informazione occidentali;
  • attacchi informatici.

A scanso di equivoci, ricordiamo che il bilancio della NATO è dieci volte superiore a quello dei russi, per quanto riguarda gli armamenti.

Soros, il grande finanziatore delle rivoluzioni colorate. Anche in Russia, naturalmente, la sua mano si fa sentire.

Soros, il grande finanziatore delle rivoluzioni colorate. Anche in Russia, naturalmente, la sua mano si fa sentire.

Le armi della Russia

La Russia per questioni geografiche ed economiche non è in grado di aggredire direttamente il territorio americano. Non può contare su tutte le armi messe in campo dagli Stati Uniti. Una delle armi di cui dispone sono gli attacchi informatici e non passa giorno che gli Stati Uniti non li accusino di aver interferito o voler interferire negli affari interni del proprio paese. Un’altra arma è la controinformazione, attraverso la rete informativa di Russia Today. Ma l’arma più potente della Russia è un’altra.

L’arma più importante che la Russia può mettere in campo è la creazione di sistemi di pagamento alternativi al dollaro e il pagamento delle sue forniture petrolifere ed energetiche in rubli, oro e altre valute, disincentivando l’uso del dollaro. Questa è sicuramente l’arma più temuta dagli Stati Uniti perché per loro è fondamentale che il pianeta sia dollaro dipendente e che non ci siano altri sistemi in grado di disarcionarlo. La Russia da anni ormai sta aumentando le riserve in oro e sta prodigandosi, insieme alla Cina, per mettere a punto un sistema di pagamento internazionale non più basato sulla carta straccia della Federal Reserve, bensì su ricchezze reali. In questo contesto stanno giocando un ruolo fondamentale i paesi del gruppo dei BRICS.

La superamento del dollaro come valuta utilizzata nei regolamenti internazionali e come valuta di riserva è l’arma più potente che hanno i russi nella guerra ibrida contro gli Stati Uniti

Quest’arma vale più di tutte le altre messe insieme e se la Russia riesce a resistere abbastanza a lungo alle pressioni della NATO e dell’Occidente, probabilmente riuscirà anche a vincere questa guerra ibrida. E questo significa assicurarsi un posto tra le potenze globali del ventunesimo secolo.

Chi vince e chi perde?

Difficile dire chi vince e chi perde in questa guerra ibrida tra Stati Uniti e Russia. Per ora le azioni messe in atto dagli USA, col supporto dei paesi occidentali e della NATO, non hanno prodotto gli effetti sperati e il tempo sembra giocare a favore della Russia. Mosca sta allacciando molti rapporti economici, con la Cina e con gli altri paesi del BRICS, e questi accordi commerciali rafforzano l’economia della Russia, giorno per giorno.

E’ di questi giorni la proposta di Pechino di lanciare contratti futures sul greggio denominati in yuan cinesi e convertibili in oro. Un attacco frontale al dollaro. In passato attacchi del genere li avevano tentati soltanto Saddam Hussein e Muhammar Gheddafi. Anche qui, sappiamo com’è andata a finire.

La Russia cerca di stabilire buoni rapporti commerciali coi paesi del BRICS e ampliare la sua influenza economica nelle varie regioni.

La Russia cerca di stabilire buoni rapporti commerciali coi paesi del BRICS e ampliare la sua influenza economica nelle varie regioni.

Certo, in caso di sconfitta gli Stati Uniti, perso per perso, potrebbero giocarsi la carta del first-strike e scatenare una guerra mondiale a tutto campo, ma non penso vogliano rischiare la loro e la nostra estinzione. Le elite finanziarie che li governano sono pur sempre degli esseri umani e, come tali, vulnerabili e mortali.

 

di Paolo Germani

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