E’ notizia di questi giorni che i paesi del BRICS cercano sistemi alternativi per pagare le forniture petrolifere e per regolare gli scambi commerciali. La Cina propone lo Yuan convertibile in oro. Lo stesso Putin parla del superamento del dollaro come valuta di riferimento negli scambi internazionali e propone rublo e oro. Si è accodato addirittura Maduro, annunciando che le esportazioni del Venezuela verranno quotate in altre valute, tra cui rublo, yuan, euro e addirittura rupie. Maduro ha dichiarato pubblicamente:
“Ci libereremo della schiavitù del dollaro”
Viviamo in un mondo pieno zeppo di dollari
Tutto questo è molto interessante. Il problema è che gli Stati Uniti hanno invaso il mondo di dollari. Ci sono centinaia di migliaia di triliardi di dollari sparsi in tutti gli angoli del pianeta. Il dollaro è stato emesso e cliccato dalle banche per finanziare tutte le guerre, tutte le transazioni commerciali, tutte le speculazioni degli Stati Uniti e dell’elite che li comanda. Sono stati emessi dollari per comprare governi, politici, industrie, amici e nemici. Solo Dio sa quanti dollari ci sono nel mondo.
Bisognerebbe allora chiedere a Putin e ai suoi amici come pensano che reagiranno gli Stati Uniti se alle parole faranno seguire i fatti. Ma loro lo sanno cosa significa per gli USA e l’Occidente una cosa del genere? Sanno cosa significa la de-dollarizzazione del pianeta terra? Ho qualche dubbio.
Gli Stati Uniti non possono permettere la “de-dollarizzazione”
Ripropongo la domanda, perché faccio fatica a capire se stanno scherzando o fanno sul serio. Questi politici pensano davvero che gli Stati Uniti e l’Occidente possano lasciar correre una cosa del genere? Spero di no. Significherebbe che tutti quei trilioni di trilioni di dollari stampati e clicccati dalla Federal Reserve e dalle banche torneranno indietro come fulmini. Ma dove torneranno? A casa loro naturalmente, negli Stati Uniti. E’ lì che li hanno fabbricati. E con quali conseguenze per l’intera economia occidentale? Per gli Stati Uniti, per l’Occidente e per l’elite finanziaria che ci governa sarebbe la fine. Una morte lenta e molto dolorosa. Un disastro. Triliardi di pezzi di carta che tornano indietro come boomerang da migliaia di posti diversi del mondo.
Ma riuscite a immaginare la scena? I dollari torneranno indietro per modo di dire. Perché quelli che hanno la carta in mano vorranno avere qualcosa in cambio. Qualsiasi cosa andrà bene. Case, appartamenti, terreni, edifici, carne di manzo, frumento, uteri in affitto, la Statua della Libertà, New York. Tutto quello che hanno dovranno darlo in cambio di carta straccia. L’inflazione andrà alle stelle e il dollaro non varrà neanche la carta con cui è stampato. E cosa sarà del paese più potente del mondo? Gli Stati Uniti diventeranno finalmente una colonia del Messico. Anzi, i messicani dovranno costruire un muro ancora più alto per respingere l’immigrazione americana.
Cari amici del BRICS, altri hanno già provato. State attenti!
Caro Putin, caro Xi Jinping e caro Maduro, hanno già provato Saddam Hussein e Muhammar Gheddafi ad estromettere il dollaro dal commercio internazionale. Volevano vendere il petrolio in altre valute. Poveri innocenti. Saddam Hussein ha provato a vendere il petrolio in euro. Gli sembrava una buona idea. Povero illuso. E Gheddafi voleva invece venderlo in oro, così pensava di costruire il Dinaro d’Oro e risollevare l’Africa dal giogo del Franco CFA francese. Insomma, in poche parole, Gheddafi ha pestato i piedi a Stati Uniti e Francia insieme. Povero ingenuo. Non occorre che vi ricordi com’è andata a finire. Vero?
Spero che tutta questa gente non parli seriamente o che almeno sappia come realizzare il loro progetto di de-dollarizzazione senza scatenare una guerra. Altrimenti è meglio emigrare in Sud America. Lontano dalle prossime bombe atomiche. Proviamo a salvare almeno le nostre famiglie.
di Alberto Rovis
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