Per capire il presente non bisogna soltanto conoscere il passato, ma anche e soprattutto immaginare il futuro.
Alessandro Benigni
Non è un caso che da più parti si sia cominciato a parlare di “pornografia come strumento di educazione sessuale” (qui l’iniziativa di Porn Hub e c’è da scommette che sarà rivolta in particolare ai rapporti omo-erotici).
Pensate che sia solo una battuta da pornostar?
Il metodo di controllo sociale individuato da Overton agisce a 360 gradi.
Per corrompere non solo il senso morale ma soprattutto le abilità cognitive delle future generazioni è necessario accelerare il trascinamento al ribasso (già in atto da un pezzo) e cominciare a discutere l’impossibile, e quindi l’inaccettabile, per renderlo, un passo alla volta, accettabile.
Fino ad imporlo definitivamente, nella totale indifferenza della società distratta.
Pensare il sacro come oggetto della libera creatività umana è l’antica ossessione dei nichilisti: ma qui c’è qualcosa in più. Il sacro della sessualità umana, l’incontro tra uomo e donna, deve essere ridotto a tecnica da apprendersi tramite un insegnamento manualistico-operativo. Necessariamente. Perché l’obiettivo è l’assorbimento e quindi asservimento dell’unione generativa tra maschio e femmina alla Tecnica stessa.
Non solo il passaggio dalla generazione alla fabbricazione e vendita dei bambini (con l’utero in affitto, che presto diventerà totalmente artificiale), quindi, ma in generale la stessa funzione sessuale, la sua intrinseca teleologia, dovrà ridursi a dimensione meccanico-prestazionale.
Un esempio chiarificatore valga per tutti: bambole di silicone o futuri androidi umani, verranno commercializzati, e promossi nell’alienazione sostitutiva delle persone.
Qui di seguito, un video che non richiede commento (visione raccomandata ai soli adulti):
Ora, la domanda è: dove ci stiamo incamminando?
Sarà questo, presumibilmente, l’ultimo stadio della totale mercificazione umana.
Ecco spiegata l’incredibile accelerazione degli ultimi mesi: per raggiungere questo obiettivo, il tempo stringe.
Occorre quindi agire prima che le coscienze si sveglino.
Prima che il controllo di massa possa trovare obiezioni e resistenze significative. Controllo che, com’è chiaro a molti ormai, ha come scopo la riduzione delle persone ad individui-non-pensanti, docili e sottomessi.
Scopo che verrà ottenuto in tempi brevi, con strategie che ho definito “morsa a tenaglia“, frutto di una sofisticata ingegneria sociale che sfrutta di tutto: dalla sociologia dei consumi alla pubblicità all’induzione al consumo di psicofarmaci alle tecniche psicologiche atte ad ostacolare il corretto funzionamento delle aree corticali, disconnettendo le facoltà razionali delle persone sottoposte a tale controllo e facendole agire come un gregge di pecore ipnotizzate che, stordite ed incapaci di prendere decisioni logico-creative, si incammina ignaro verso una società gestita da un potere centralizzato, tecnologico, assoluto.
Immagine che George Orwell aveva perfettamente chiarito in “1984” .
Passiamo quindi a prendere in esame alcune di queste tecniche.
Le basi neurofisiologiche del controllo sociale attraverso la pornografia
Il cervello umano è meravigliosamente complesso e complicato, ma una cosa è certa: è programmato per difendere l’individuo, funzionario della specie.
Sette secondi. E’ questo il tempo necessario a una goccia di sangue per attraversare il nostro cervello. Ogni minuto, circa 800 ml vengono pompati dal cuore nella testa: è l’organo a maggiore richiesta ematica e che consuma più di tutto (circa 400 kcal in 24 ore). Questo nostro organo stupefacente ci differenzia da tutte le altre specie viventi: non solo ha un alto consumo (pur pesando solo 1.5 kg), ma è formato da miliardi di cellule e ci consente di percepire il mondo attorno a noi, di pensare e di parlare. Il cervello umano è l‛organo più complesso dell‛intero corpo e, fino a prova contraria, l‛oggetto di studio più complesso al mondo.
Nel cervello si svolgono le funzioni cerebrali superiori, funzioni complesse quali la memoria, il linguaggio, la capacità di ragionamento, di pianificazione, di risolvere un problema, nonché la percezione e l’azione.
La sede principale di queste funzioni è la corteccia cerebrale, la sostanza grigia che forma lo strato superficiale degli emisferi cerebrali, costituita essenzialmente da cellule nervose. Di quest’area, in particolare, la corteccia prefrontale è quella che maggiormente differisce fra l’uomo e i primati non umani, suggerendo che sia responsabile delle funzioni superiori che maggiormente ci differenziano da essi.
Per bloccare il corretto funzionamento della corteccia cerebrale occorre attivare le aree sottocorticali in modo sufficientemente intenso, poiché, come appare del tutto logico da un punto di vista biologico, la sopravvivenza ha la priorità su tutte le altre funzioni cerebrali.
Pertanto, per esempio, per attivare l’istinto di sopravvivenza e disattivare le aree corticali, in particolare la corteccia pre-frontale, e quindi bloccare del tutto il giudizio critico o la capacità di pensare con lucidità o di escogitare soluzioni creative, occorre attivare brutalmente quel meccanismo di sopravvivenza biologica, insito in ciascun essere vivente.
Ci sono diversi programmi biologici che si attivano nel momento in cui si percepisce che la sopravvivenza è in pericolo. Tralasciando i particolari, ci interessa rilevare che esiste nell’uomo un programma biologico particolare, indispensabile per la sopravvivenza biologica della specie: l’appetito sessuale. L’individuo, abbiamo detto, è funzionario della specie, quindi è bene ricordare che tutto questo discorso va inquadrato nell’ottica specie-specifico. Sappiamo che grazie a questo programma biologico si ha un incremento della attivazione sessuale, volta a stimolare il comportamento sessuale e consequenzialmente la nascita di nuovi individui, il che in una specie in pericolo di estinzione o che sta subendo pesanti minacce alla sua sopravvivenza, rappresenta una scelta biologica obbligata.
Ma attenzione: l’effetto collaterale di questa intensa attivazione sessuale, è che anch’essa entra in competizione con le funzioni cerebrali superiori.
E’ allora sensato ipotizzare che solo per caso oggigiorno sesso, pornografia, immagini erotiche se non peggio vengano propinate ovunque (non solo sui media telematici)?
Siamo davvero sicuri che la pornografia porti ad una maggiore libertà?
Fateci caso: non esiste ormai trasmissione televisiva, radiofonica, giornale o pubblicità che non contenga un accenno più o meno velato alla sessualità.
Ancora: appare quindi perfettamente logico, per l’assunto che ho esposto nella prima parte, che la possibilità di interiorizzare la dimensione sessuale ed unitiva tra uomo e donna sotto la forma del più becero consumo, ormai nemmeno più condiviso ma auto-riferito, debba necessariamente essere portata a livello dell’istruzione scolastica.
Ecco perché il porno deve entrare a scuola: perché è lì – durante il processo di strutturazione – che l’individuo è maggiormente indifeso.
Ed incapace di critica: tale deve restare.
La presentazione del consumo pornografico sotto la maschera dell’educazione all’affettività costituisce quindi un’occasione imperdibile, per l’Impero: la pornografia ha un effetto destabilizzante su un adulto. Figuriamoci su un giovane in via di sviluppo.
Ma come funziona, esattamente, questa destabilizzazione?
Per capirlo dobbiamo guardare alle conseguenze della pornografia sul cervello, appunto.
Così scrive il dott. Giovanni Maria Ruggiero (medico chirurgo, specialista in psichiatria e psicoterapia cognitiva, direttore di “Psicoterapia Cognitiva e Ricerca”, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva, Milano e Bolzano; responsabile Ricerca di “Studi Cognitivi”, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva, Milano):
“Reagisce in maniera imprevedibile il nostro cervello, e i risultati non sono piacevoli. Regredisce la materia grigia nel corpo striato, dove risiede la nostra facoltà di provare soddisfazione nonché quella di prendere decisioni. Diventiamo così confusi, indecisi e desensibilizzati. Diventano necessarie dosi sempre più massicce di stimoli erotici per eccitarci, e preferiamo sempre di più che queste dosi siano somministrate nella forma virtuale del porno a scapito dell’eccitazione reale e corporea, che avviene in maniera tattile e non solo visiva“.
E parlando della dipendenza da sesso, la sex addiction, così prosegue:.
“Non si tratta soltanto di desiderio più elevato, ma di vera droga: ci sono fenomeni di abituazione e assuefazione. L’individuo porn addicted, lungi dall’avere più desiderio, è desensibilizzato e abbisogna di stimoli erotici più forti e intensi del normale per eccitarsi davvero. Cosa la spinge, allora? Una vera dipendenza tutta mentale nella quale la persona sente dolorosamente la mancanza di eccitazione e se la procura artificialmente. Le capacità di autocontrollo, la cosiddetta willpower, in italiano semplicemente forza di volontà, ovvero la capacità di decidere dove concentrare la nostra attenzione e di spostarla su obiettivi diversi da quelli più immediatamente attraenti a favore di altri che ci offrono vantaggi meno subitanei ma alla lunga più appaganti, ne rimane a sua volta danneggiata. Diventiamo dei topolini impazziti incapaci di fare scelte sensate e che non siano rapide e impulsive.
C’è di peggio. Il tutto può sfocare in ipofrontalità, in una riduzione delle dimensioni e delle funzioni della corteccia cerebrale frontale, la sede delle nostre funzioni più consapevoli e razionali [grassetto mio, ndr]. La capacità di valutare i rischi, di concepire piani d’azione a lungo termine e controllare gli impulsi sono tutte funzioni frontali. La corteccia prefrontale è l’elemento cerebrale che maggiormente ci differenzia dagli animali senzienti ma non raziocinanti. In essa trova sede la capacità di mediare tra pensieri in conflitto, regolare il comportamento, scegliere tra il bene e il male. È la sede del pensiero astratto, dell’azione motivata, dell’attenzione prolungata e consapevole, del pensiero riflessivo e dell’inibizione delle risposte impulsive. Danneggiare questa corteccia non sembra precisamente un buon affare. Il quadro è abbastanza deprimente e pericolosamente vicino a quello dipinto da qualche signora bene e un po’ bigotta che ci ammonisce sul rischio di diventare ciechi se ci abbandoniamo alla masturbazione. Fatto sta che questa è la scienza, signori, e non la ristretta saggezza borghese della zia zitella. La quale non ha peraltro del tutto torto. Non diventiamo ciechi ma sicuramente un po’ impotenti. […] I dati ci dicono che c’è una correlazione diretta tra abuso di pornografia online e disfunzione erettile“.
Del resto, l’impressionante somiglianza fra la botta dell’eroina e l’orgasmo è stata confermata nel 2003 quando lo scienziato olandese Gert Holstege ha comunicato in una notizia stampa relativa alla sua ricerca, che gli scanners del cervello durante l’orgasmo somigliano a quelli sotto il flash dell’eroina. Lo sanno molto bene le cavie da laboratorio, come dimostrato in modo definitivo dal famoso esperimento di James Olds e Peter Milner nel lontano 1950.
Ma non è finita….
di Alessandro Benigni
Fonte: https://ontologismi.wordpress.com/2017/02/23/porno2/
Link: https://ontologismi.wordpress.com/2017/02/23/porno2/
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