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2. L’ebreo internazionale: il controllo della cinematografia. Henry Ford

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Ricordiamo che quanto segue è tratto dal libro “L’ebreo internazionale”, scritto da Henry Ford nel 1920. In questa parte del libro l’autore si sofferma sul controllo della produzione cinematografica che, all’epoca, iniziava a fare i primi passi. Henry Ford dimostra di comprendere molto bene il grande potenziale del cinema nel condizionamento e nella formazione del pensiero delle masse.

Oggi come allora, l’intera cinematografia occidentale è controllata dagli ebrei. Non solo Hollywood.

Il controllo della cinematografia da parte degli ebrei

Non si può affermare con assoluta certezza, che i produttori ebrei di pellicole cinematografiche favoriscano coscientemente, spinti dai difetti o, a seconda dei punti di vista, dalle qualità innate della loro razza, tutto ciò che è abbietto, banale, laido, violento, spiritualmente dannoso; ma è innegabile che il loro gusto da latrina e il loro carattere da pozzo nero, differiscono fondamentalmente da quelli degli altri popoli. Attualmente il popolo americano si trova di fronte al pericolo cinematografico, così inerme come lo è di fronte alle altre forme dell’eccessivo predominio ebraico.

Le pellicole diventano ogni giorno più violente, immorali, delittuose e, a loro difesa, si adduce il profitto stratosferico che esse portano. La situazione dell’industria cinematografica negli Stati Uniti è la seguente:

Nove decimi della fabbricazione di pellicole sono concentrati nelle mani di dieci grandi consorzi, stabiliti a New York e a Los Angeles, ognuno dei quali possiede un certo numero di consorzi secondari, sparsi in tutto il mondo. Questi consorzi dominano in modo assoluto il mercato mondiale, con un’organizzazione perfettamente centralizzata. L’85% di questi consorzi è in mano agli ebrei, come pure ebrei sono la maggior parte dei proprietari di cinematografi, per cui, alle fabbriche di pellicole non consorziate, non rimane che un mercato limitatissimo.

Le pellicole buone, anche se vengono prodotte, hanno scarsissime possibilità di arrivare fino al pubblico, e non riescono a collocare la loro produzione. Le pellicole ebraiche, inoltre non presentano affatto l’immagine reale della vita americana e degli americani, e sono quindi perniciose soprattutto per gli spettatori stranieri, che credono che l’America sia quella che si vede nei film prodotti e girati dagli ebrei: un luogo di falsità, delitti, violenze sessuali, criminalità di ogni tipo. E’ fuori di dubbio, che gli ebrei impongono la loro immonda volontà ai fabbricanti di pellicole, e li obbligano a produrre immondizia psichica e contagio spirituale per i non ebrei; ma questi, se vogliono ottenere che le cose cambino, devono decidersi ad attaccare fermamente il problema della razza ebrea, che domina completamente il cinematografo. Si tratta di estirpare il male alla radice.

Il Cinema ebreo attira le masse, esercita un’influenza deleteria sui loro spiriti, e ne dirige i sentimenti e le idee nella direzione deleteria voluta dai controllori finanziari degli intellettuali; anch’essi ebrei. Diamo un’occhiata alle persone la cui influenza predomina nelle grandi Compagnie cinematografiche. Alla testa della Famous Player figura Adolf Zukor, un ebreo ungherese. Questo figuro, che prima era un trafficante di pellicce, che andava offrendo di porta in porta, oggi è immensamente ricco, ed è un personaggio influentissimo nell’industria mondiale cinematografica. Il capo della United Artists Corporation, si chiama Hiram Abrams, cominciò come venditore di giornali, e fu poi impresario di un locale in cui si esibivano e vendevano fotografie pornografiche.

La Fox Film Corporation è diretta dall’ebreo ungherese William Fox, alias Fuchs, che cominciò anch’egli la carriera di impresario di generi pornografici, dopo essere stato commesso in una tintoria. Marcus Loew o Levi, capo della Metro Picture Corporation, è un altro individuo dal passato poco limpido, e dirige personalmente una catena di 105 cinematografi. Ha sotto il suo controllo otto compagnie cinematografiche sparse in tutto il mondo.

Carl Laemmle dirige l’Universal Film Company. Laemmle è il nome della madre; il padre si chiama Julius Baruch, ebreo oriundo tedesco. Fino al 1906, fu proprietario di un negozio di confezioni.

Con ciò abbiamo dimostrato che gli uomini attualmente a capo dell’industria cinematografica, sono stati prima straccivendoli, impresari di infima categoria, o semplici operai del ghetto, ma non sono le umili origini a darci pensiero; è il fatto che sarebbe una chimera pretendere da costoro un concetto artistico e spirituale del teatro cinematografico. Il piccolo proprietario dei cinematografi è del tutto estraneo ai difetti della produzione, perché acquista le pellicole che proietta, come un qualsiasi altro commerciante. Non solo, ma non ha nemmeno libertà di scelta, e deve prendere quello che gli danno. La propaganda cinematografica viene adoperata soprattutto contro le comunità religiose non ebree. Un rabbino non apparirà mai sullo schermo, se non come una figura della più alta dignità, in modo da impressionare favorevolmente il pubblico.

Il sacerdote cristiano è invece esposto ad ogni sorta di umiliazione, dalla ridicola comicità alla più criminale malvagità, nell’intento di distruggerne il rispetto, con degradanti caricature. Il cinematografo serve anche, consciamente o meno, come anticamera o prova generale per avvenimenti pericolosi per la nostra vita sociale. Le rivoluzioni non cadono dal cielo, ma debbono essere concepite e preparate; non rappresentano la sommossa spontanea della massa, ma l’opera premeditata e accurata di determinate minoranze. Non c’ è mai stata una rivoluzione fatta dal popolo. Ma quando si vuol fare una rivoluzione, se ne prepara l’atmosfera con dimostrazioni, tumulti artefatti, e idee che possono venire veicolate egregiamente dal cinematografo: educatore delle masse. Il cinematografo è diventato una scuola di perversione nefasta, che infetta la società umana, insegnando, nei particolari, le tecniche di assassinio, furto e distruzione.

Nonostante tutte le proteste, la pericolosa scuola ebraica continua a funzionare liberamente, e ispira, con sentimenti violenti e immagini devastanti, la cronaca dei fatti criminali. Il programma cinematografico ebreo comprende diverse tappe nel suo sviluppo. Una di esse è la partecipazione, ogni giorno maggiore, di notissimi autori non ebrei al servizio della propaganda ebraica. Si è cominciato con l’adattare al cinema alcune loro vecchie opere, e ora essi iniziano a scrivere espressamente per lo schermo.

L’ambizione, il desiderio di conservare buone relazioni con i Re della Mecca del cinema, e il denaro, sono motivi più che sufficienti a spiegare simili conversioni, e tali risultati. Sotto l’influenza di questi moventi, non è difficile che si giunga a concepire l’antisemitismo come una detestabile ignominia, e ad entusiasmarsi per gli ebrei. Questo asservimento a Giuda spiega la ragione di molti avvenimenti cinematografici, che, diversamente, sarebbero rimasti avvolti in un segreto impenetrabile.

 

di Henry Ford

Fonte: “L’ebreo internazionale”

Prefazione: Paolo Germani

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