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5. L’ebreo internazionale: il controllo della finanza. Henry Ford

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Quanto scritto in questo articolo è tratto dal libro “L’ebreo internazionale”, scritto da Henry Ford nel 1920. In questa parte del libro l’autore si sofferma sul controllo generale che gli ebrei esercitavano in quel periodo sulla finanza degli Stati Uniti e del mondo. All’epoca di Henry Ford tale controllo si stava estendendo velocemente e la finanza ebraica stava conquistando il predominio sulla finanza non ebraica.

Oggi, tale controllo, è totale.

Ebreo internazionale: chi controlla la finanza degli Stati Uniti e del mondo

L’influenza degli ebrei nella borsa americana

In Wall Street, dove è situata la Borsa di New York, l’elemento ebreo è predominante. I Rothschild hanno qui una base, nelle Banche di Kuhn, Loeb e Shifft. La lotta fra finanza ebraica e non ebraica è quindi serrata, e gli ebrei tentano in ogni modo di togliere ai non ebrei la direzione della Borsa, fondata nel 1817, e il cui numero dei membri è limitato a 1100.

Ma quello che la generazione attuale non ha ottenuto, lo otterrà forse la generazione futura, perché gli ebrei sono tenaci nei loro progetti. Basterà che gli agenti di borsa falliscano, che vi sia un Crack finanziario manipolato, o una Crisi, e la Borsa sarà in mano loro. Il mezzo di cui ora gli Ebrei si avvalgono, per poter entrare in Borsa, è l’adozione di cognomi non ebrei, come Smith, Adams, Robin ecc. Nel 1872, su 1009 membri solo 60 erano ebrei; attualmente, nel 1920, sono 276. Quindi il predominio ebreo nella Borsa di New York è solo una questione di tempo. In Broad Street esistono numerosi ebrei: truffatori indistruttibili, che fanno un illecito commercio di azioni di ogni specie, non ammesse alle quotazioni di Borsa; depredando gli inesperti e i gonzi.

La lotta viene predicata da nemici dell’ordine e indirizzata contro il capitale non ebreo. Si fanno molti sforzi per demolire le Compagnie ferroviarie e minerarie, tramite interminabili scioperi, per il solo fatto che quelle Compagnie non sono ancora nelle mani degli ebrei. Gli scioperi, fomentati da bolscevichi, sono uno stratagemma israelitico, che mira alla distruzione della proprietà non ebrea, e al facile accaparramento di una preda che andrà ad impinguare il capitale di Israele.

I Piani Finanziari degli ebrei internazionali

Il Potere finanziario ebreo si fonda sulle sue relazioni internazionali, si estende sul mondo intero per mezzo di una ininterrotta catena di Banche e di corrispondenti, e si colloca sempre dalla parte di coloro che si prestano a favorire le dubbie operazioni degli strateghi ebrei.

Da tutte le parti del mondo affluisce l’oro, per sparire nei sotterranei degli edifici bancari dell’America del Nord e del Sud; ma non vi affluisce per valorizzare questi continenti, ma per mobilitare il predominio ebreo per un ultimo colpo disperato. Questa grande potenza finanziaria ebrea ha paura, e ne ha ben donde. Le sue mani sono intrise del sangue versato durante la Guerra mondiale, della quale seguitano tuttora ad incassare i redditi. Non c’è dunque da meravigliarsi se il giudaismo trema di fronte alla possibilità di vedersi finalmente smascherato.

I Rothschild non furono mai banchieri nello stretto senso della parola; essi prestarono denaro agli Stati, dopo averne corrotto i rappresentanti perché emettessero prestiti. Questi ebrei imbastivano i loro affari con lo stesso sistema del volgare strozzino, che induce l’ingenuo figlio del ricco a chiedergli denaro in prestito, sicuro che il padre glielo restituirà.

A noi non interessa il banchiere ebreo preso individualmente. I pappagalli che ripetono stupidamente le frasi degli ebrei, credono che il commerciante giudeo abbia diritto di guadagnare come un altro commerciante qualsiasi; in teoria è così, ma, quando osserviamo un’ininterrotta catena di consolati finanziari, collegati con un sistema uniforme e che non possono essere considerate Banche americane, francesi, inglesi, tedesche, spagnole, o italiane, ma solo anelli della catena universale bancaria ebraica, allora non si tratta più di ebrei che possono dedicarsi ai loro affari, come persone qualsiasi, ma di un complesso organico di una potenza incalcolabile, con scopi principalmente nefasti.

Questo sistema bancario universale, non significa neanche che in ogni paese la casa bancaria più forte sia necessariamente ebrea. Khun, Loeb & Co, ad esempio, non rappresentano affatto la casa bancaria più forte degli Stati Uniti; eppure da essa emana un sistema che attualmente prevale sulla totalità della finanza americana. Paul Warburg, ebreo di origine tedesca e membro del trust finanziario universale, da solo non è potentissimo, ma unito agli Stern, ai Furstenberg, agli Sonnenschem, a Sassoon, a Samuel e a Bleichreder, ha un potere davvero stupefacente. I finanzieri ebrei vollero la guerra mondiale, così come hanno voluto tutte le guerre e le rivoluzioni più importanti. Nessun ebreo iniziato lo negherà; anzi essi si vantano di simili prodezze, come di una prova inequivocabile della potenza mondiale ebrea.

Al di sopra di tutti gli Stati belligeranti regnava una Giunta Finanziaria Internazionale, esclusivamente ebrea, irraggiungibile e introvabile, che possedeva i segreti di tutti gli Stati, per essersi mantenuta in costante mutua relazione, anche in tempi in cui tutte le comunicazioni fra le nazioni in conflitto erano interrotte. Questo gruppo ebreo era il vero padrone, capace di decidere della durata della guerra e dell’ora della mal chiamata Pace, e si convertì in un pericolo orrendo per chi ne capì le macchinazioni ed i contatti sotterranei.

Il concetto effettivo che l’ebreo ha della vita economica, è completamente diverso da quello che suole insegnare agli Infedeli. I finanzieri ebrei conoscono meglio di chiunque altro l’assurdità del sistema finanziario vigente, ma ne approfittano, minano le basi della società non ebrea, e rinsaldano il potere pan-ebreo.

Una crisi economica, per gente il cui arnese del mestiere è il denaro, è spesso molto più lucrativa di un lungo periodo di benessere economico. Tutto questo oggi è divenuto di pubblico dominio in Europa.

 

di Henry Ford

Fonte: “L’ebreo internazionale”

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