Amalek: la promozione sociale dei neri africani. Ovvero, come farli accoppiare (e figliare) con le donne bianche. Elena Dorian - www.altreinfo.org

Amalek: la promozione sociale dei neri africani. Ovvero, come farli accoppiare (e figliare) con le donne bianche. Elena Dorian

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Amalek, la distruzione dell’uomo bianco.

Si tratta di un piano decollato nel secondo dopoguerra ed oggi in pieno svolgimento. L’idea è quella di far sì che tutti i paesi cristiani, abitati da bianchi, siano invasi da popolazioni completamente diverse da un punto di vista etnico-razziale, religioso e culturale.

Complottismo?

No, non è complottismo. Sono gli ebrei a dirlo, a scriverlo a chiare lettere, a urlarlo ai quattro venti. Secondo loro l’uomo bianco cristiano deve scomparire da tutti i paesi del pianeta. Solo così l’umanità potrà vivere in pace. Infatti, sempre a loro dire, l’uomo bianco è troppo aggressivo, invasivo, predatore, ha sottomesso e schiavizzato l’Africa, ha distrutto due volte l’Europa, ha portato la guerra ovunque. Quindi, la soluzione finale è quella di annacquare il più possibile la razza bianca, inviando nei loro paesi popolazioni di altre razze.

Naturalmente, gli ebrei che propendono per questa drastica soluzione dimenticano che in tutti i misfatti imputati ai bianchi, loro erano in prima linea. E lo sono tuttora. Le guerre, il commercio di schiavi, la finanza predatoria, la manipolazione dell’economia a loro esclusivo uso e consumo, i genocidi. Insomma, se vogliamo imputare all’uomo bianco tutti i mali del pianeta, i primi bianchi a doversene assumere la responsabilità sono proprio gli ebrei.

Ma questo a loro non importa, l’annacquamento della razza bianca non li riguarda. Loro non sono le vittime del piano, bensì gli artefici. In sostanza, gli ebrei si sono ritagliati la parte dei buoni, e ci sono riusciti grazie al controllo capillare che hanno sulla produzione cinematografica e sull’informazione.

Non ci credete?

Ecco alcuni nomi di quelli che stanno combattendo o hanno combattuto in passato per distruggere Amalek ed estirpare l’uomo bianco dal pianeta: Tim Wise, Noel Ignativ, Rob Reiner e Charles Schumer. Potete anche verificare l’opera straordinaria che hanno fatto in Svezia Barbara Lerner Spectre e David Schwarz per annientare la razza bianca. E se avete ancora dubbi leggete ciò che scrive Marcus Alethia, lui non è d’accordo con lo sterminio dei bianchi, ma solo perché pensa che gli ebrei stiano bene così, non perché gli interessi molto dei bianchi, anzi.

Non siete ancora convinti? Allora informatevi su chi è George Soros, l’ebreo ungherese che attraverso la Open Society Fundations finanzia tutte le organizzazioni umanitarie che portano in Italia gli africani. Perché è bene ricordare che le ONG non fanno nulla gratis, anzi, fanno grandi affari con i loro carichi umani.

L’invasione africana

Osservare la realtà italiana ci permette di capire molte cose, al di là di quanto urlato ai quattro venti da quei razzisti globalisti di cui parlavo prima.

Da anni c’è una massa di migranti africani che si riversa ogni giorno sulle nostre coste. Tutti giovani maschi, forti e in età fertile. Le donne le vediamo col contagocce, come i bambini, giusto per commuovere un po’ e “scuotere le coscienze”.

C’è qualcuno che si oppone? Beh, allora si tratta di un razzista. E tutti i media lo urlano all’unisono. C’è qualcuno che si ribella? E allora in questo caso si applicano le dure leggi varate dal Parlamento Italiano contro il razzismo, quando il problema non esisteva nemmeno (Legge Mancino). Le ONG vanno a prenderli davanti alle coste libiche? Sembra proprio che commettano un rato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma non importa, la magistratura li assolve.

Zittire è la parola d’ordine.

Ogni crimine commesso contro un nero è sempre un crimine a sfondo razziale. Ed il razzismo viene perseguito d’ufficio dalla Magistratura. C’è una rissa tra bianchi e neri? I bianchi sono razzisti. Il bianco ruba, il nero “prende per bisogno”. Il bianco spaccia perché è un criminale, il nero lo fa per necessità. Il nero può insultare il bianco, ma se il bianco risponde agli insulti sta commettendo il reato di istigazione all’odio razziale.

Il bianco è sempre un razzista, un po’ fascista. Si potrebbe dire che il sistema è strutturato in modo tale che il bianco sia sempre in una posizione di inferiorità psicologica rispetto al nero. In ogni situazione conflittuale, il nero ha il vantaggio di essere nero. Lui non è mai razzista e tantomeno fascista.

La promozione dell’uomo nero

Dopo aver favorito l’invasione occorre anche favorire l’integrazione sociale di questa gente. Detto in altri termini, visto che sono tutti uomini in età fertile e mancano le donne nere, dobbiamo convincere le donne bianche ad accoppiarsi con loro. E qui entra in gioco la propaganda, che tutto può, come ci ha insegnato il grande Edward Bernays. Ricordiamo che in poco più di sei mesi, un secolo fa, il nipotino di Sigmund Freud riuscì a convincere milioni di giovani americani a imbracciare i fucili per combattere una guerra che non li riguardava nemmeno. Quindi possiamo fidarci dei suoi insegnamenti.

Migranti provenienti dall'Africa, sono tutti giovani poche donne

Il povero nero che ha sofferto tanto

Nell’immaginario collettivo degli italiani si è fatta largo la convinzione che gli africani siano qui perché hanno sofferto tanto a casa loro. Questa è la prima mossa degli allievi di Bernays. Bisogna generare in noi un sentimento di pietà che scateni la carità cristiana.

I neri che arrivano qui dall’Africa hanno sofferto molto.

In parte è vero, ma in parte è una sceneggiata. E’ la prima istruzione che ricevono i migranti dalle ONG che vanno a prenderli lungo le coste libiche e da quelle che li accompagnano durante il tragitto nel deserto. Lamentarsi sempre e comunque per le torture, la riduzione in schiavitù e la violenza sessuale, vero o falso che sia. Queste dichiarazioni coprono i migranti dal rischio di essere rispediti in Libia. Certo, mica possiamo rimandare la gente proprio nei posti in cui sono stati torturati e malmenati! Lo vietano le Convenzioni Internazionali.

Siamo responsabili del sottosviluppo dell’Africa

Altro elemento fondamentale della propaganda degli allievi di  Bernays è che i paesi africani non si sono potuti sviluppare per colpa nostra. E’ stato proprio l’uomo bianco che ne ha bloccato lo sviluppo, prima gli schiavisti poi i capitalisti e infine gli sfruttatori. Noi non c’entriamo nulla con tutto questo, ma comunque siamo toccati dai rimorsi e dai sensi di colpa.

Bella mossa, agire sul nostro inconscio, zio Freud ne sarebbe orgoglioso!

L’obiettivo della propaganda è molto semplice, quando vediamo un nero africano dobbiamo sentire pietà (fugge, è stato maltrattato, poverino) e sensi di colpa (è soprattutto colpa nostra se è povero e non ha di che vivere). E’ anche importante scatenare un sentimento di identificazione con le loro sofferenze, ed ecco quindi il magistrale…

“Siamo anche noi un popolo di migranti, che male c’è? Altri hanno accolto i nostri antenati, accogliamoli tutti!”

Magari quel nero africano che abbiamo davanti a noi è soltanto un delinquente assassino che nel suo paese ha ucciso e squartato decine di persone ed è qui perché laggiù farebbe la stessa fine delle sue vittime. Ma questo non ci viene mai in mente. Lui è sempre un poverino che fugge dalla violenza, viene qui per costruire un futuro migliore per i suoi figli, ha sofferto molto nella vita. Questo è quello che noi dobbiamo sentire, qualunque nero africano abbiamo davanti ai nostri occhi.

Il prestante uomo nero

Ricordiamo l’obiettivo del piano, altrimenti perdiamo il filo: favorire l’accoppiamento di centinaia di migliaia di neri con donne bianche e renderle orgogliose di figliare con loro.

Tutte le indagini che sono state fatte dicono che a molte donne bianche gli uomini neri non dispiacciono affatto. Spesso hanno un bel fisico, sono muscolosi, alti e, ricordiamolo pure, producono più testosterone dei bianchi e pertanto hanno una maggior spinta sessuale.

Quindi, siamo sulla buona strada.

Ma la propaganda ha un’arma eccezionale, basta valorizzarla nel modo giusto. Guardiamo questa mappa che gira in internet….

E’ la mappa che riporta le dimensioni del pene in base alla razza di appartenenza. Ci dice che i genitali dei neri sono più grandi di quelli dei bianchi e ben più grandi di quelli degli orientali. Vero o falso che sia, è una caratteristica fisica molto propagandata dai media e dal cinema ed è ben annidata nell’immaginario collettivo della gente, uomini e donne.

Adesso fate caso ad un altro dato. Un tempo tutte le riviste femminili dicevano apertamente che le dimensioni dell’organo genitale maschile non contavano, c’entravano poco con la soddisfazione sessuale della donna. Oggi non è più così. La nuova parola d’ordine è:

Le dimensioni contano.

E’ molto strano, non vi pare? Ma questo non ha importanza. Quello che conta davvero è che o per pietà, o per sensi di colpa o per sesso, le donne bianche si accoppino coi neri.

La prossima volta che andate dal dentista, provate a sfogliare le riviste di gossip, sempre molto abbondanti nei loro studi. Poi ditemi quante coppie miste, lui bianco e lei nera, trovate in quelle riviste, e quante coppie lui nero e lei bianca. C’è una differenza abissale.

Le donne, si sa, sono soggetti più condizionabili, meno abituati a contrapporsi al potere, più vulnerabili dalla subdola propaganda. Non sempre si accorgono che qualcuno le sta manipolando…

E quindi il gioco è fatto.

famiglia interrazziale

 

di Elena Dorian

www.altreinfo.org

https://www.altreinfo.org/controllo-globale/10009/grande-finanza-vivere-realta-simulata-vera-matrix-chiamata-liberta-democrazia/

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