Pierre Moscovici condanna la politica razzista e discriminatoria dell'Italia. Ma chi è Pierre Moscovici? Elena Dorian - www.altreinfo.org

Pierre Moscovici condanna la politica razzista e discriminatoria dell’Italia. Ma chi è Pierre Moscovici? Elena Dorian

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Pierre Moscovici è il Commissario europeo per gli affari economici e monetari della Commissione Juncker. Non si tratta quindi di un “eletto dal popolo”, bensì di un “nominato dal potere” in quanto:

«[..] I membri della Commissione sono scelti in base alla loro competenza generale e al loro impegno europeo e tra personalità che offrono tutte le garanzie di indipendenza.» (TUE, art. 17 par.3)

Il mentore di Moscovici è stato Francoise Hollande, quando nel 2014 lo “segnalò” per la Commissione Junker. Quanto sia rappresentativo del popolo francese ed europeo questo soggetto, lo si intuisce già dal nome del suo mentore.

L’incarico che ricopre Moscovici all’interno della Commissione è molto importante, in quanto ha una grande influenza sul mondo dell’economia ed è anche l’interlocutore naturale della Banca centrale europea.

Pierre Moscovici è ebreo di origini rumene, figlio di Serge Moscovici, noto “psicologo e sociologo” rumeno, naturalizzato francese.

In questi giorni hanno parlato di lui tutti i media perché ha espresso parole di fuoco nei confronti del governo italiano, reo di mettere in discussione le politiche immigratorie e di voler censire i Rom, se non altro per sapere quanti sono e quando sono arrivati. Poco importa che il censimento della popolazione stanziale sia una pratica normale.

Per i Rom il censimento “non s’ha da fare, né domani né mai”.

Moscovici ha detto testualmente:

“Anche se interferire negli affari interni di un Paese, commentare questa o quell’altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazione a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze”

http://www.repubblica.it/politica

Naturalmente, Moscovici è “raggelato” dall’atteggiamento dell’Italia. Lui è favorevole all’immigrazione a tutto tondo ed è contrario a qualsiasi tipo di censimento. Gli italiani non hanno il diritto di sapere quanti Rom vivono in Italia, nemmeno per garantire un’istruzione ai loro figli. Secondo Moscovici la risposta ai problemi migratori:

“non può essere la chiusura delle frontiere, il nazionalismo, la stigmatizzazione di alcune popolazioni. La risposta deve essere creare insieme una politica europea dell’asilo, dell’accoglienza dei rifugiati: è il motivo per cui dobbiamo essere responsabili e solidali. Mi attendo che dall’Italia non parta un messaggio di chiusura ma di inclusione in un insieme comune

http://www.ansa.it/sito/notizie/

In sostanza, aprire tutte le frontiere europee, non soltanto quelle dell’Italia, accogliere le popolazioni bisognose in fuga dalla lunga mano della finanza predatoria, non fare alcun censimento. La solidarietà anzitutto. Poi si vedrà.

Ecco, visto che Pierre Moscovici è cittadino franco-israeliano, sarebbe bello avere un suo commento sulle politiche razziste di Israele, ostili all’accoglienza dei popoli bisognosi di cui lui tanto si preoccupa. Magari sarebbe bello avere anche una sua condanna, vista la sensibilità finora dimostrata.

E invece no. Ad oggi, Pierre Moscovici non ha mai espresso una condanna per i crimini di Israele. L’accoglienza senza limiti, senza se e senza ma, è scritta nel destino dell’Europa, non in quello di Israele che, a quanto pare, è destinato ad essere l’unico paese del pianeta abitato da un popolo non contaminato da altre “razze”.

Ma Moscovici è contro ogni razzismo (tranne uno), si preoccupa di condannare l’Italia, prima ancora che commetta alcun crimine, ma non si preoccupa di condannare il genocidio del popolo palestinese, in atto da settant’anni.

Così va bene, così è scritto. Distruggi Amalek, il resto non conta.

 

di Elena Dorian

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