Qualche tempo fa uno sprovveduto senatore ha ritwittato un post, senza commentarlo, in cui si parlava dei Rothschild e dei Protocolli dei Savi di Sion. I Rothschild non hanno bisogno di presentazioni. Sono i banchieri più famosi della storia, controllano tuttora gran parte del sistema bancario internazionale ed hanno un’influenza proporzionale al loro potere.
I Protocolli dei Savi di Sion è un un libro in libera vendita, distribuito anche da Amazon per pochi euro, reperibile ovunque in rete, tradotto in tutte le lingue del mondo. Tratta di una cospirazione giudaico-massonica il cui scopo è quello di comandare il mondo.
Il senatore, denunciato dalla Comunità Ebraica di Roma, è ora indagato dalla Procura per
“Diffamazione aggravata dall’odio razziale”.
Qui potete trovare la notizia.
Dunque, ribadisco che il libro non è vietato dalla legge e che la sua pubblicazione è perfettamente regolare, così come l’acquisto, la distribuzione e la divulgazione. Possiamo non condividerne i contenuti, ma non stiamo commettendo un reato se leggiamo il libro o lo citiamo nei nostri post. Il malcapitato senatore ha quindi ritwittato un post, non scritto da lui, dedicato a un libro regolarmente in commercio e che si trova ovunque, in cui si parla di una cospirazione datata fine ottocento e di una famiglia ultra conosciuta di banchieri.
Non mi sembra abbia commesso un reato, visto che in Italia la libertà di stampa e di parola sono ancora garantite dalla Costituzione.
Diffamazione
La denuncia è stata presentata dalla Comunità Ebraica di Roma, che si sente diffamata dai contenuti di un libro pubblicato per la prima volta nel 1906, la cui circolazione in Italia e nel mondo è perfettamente legale. Chiariamo subito che il libro è un falso storico, nel senso che non è stato scritto dagli ebrei, ma da altri, per essere poi attribuito malignamente agli ebrei. Questo però lo si sa da oltre un secolo.
Secondo la Procura la diffamazione è
Aggravata dall’odio razziale
Cosa significa questo, che gli ebrei italiani appartengono ad una razza diversa? Sembrerebbe di sì, stando all’accusa. Secondo la Procura, gli ebrei di Roma, presenti da oltre duemila anni sul territorio italiano, avrebbero connotati tali da essere definiti “razza” a sé stante.
Ora, per evitare in futuro di incorrere nello stesso reato, vorrei che la Comunità Ebraica Italiana e i magistrati stilassero un elenco dei libri vietati, quelli che non si possono né citare né leggere né linkare in quanto costituiscono reato, addirittura aggravato dall’odio razziale.
Insomma, c’è assoluto bisogno di una lista di proscrizione.
Sono curioso di avere in mano questo elenco. Poi magari ci vorrà anche una modifica alla Costituzione, che all’articolo 21 così recita:
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»
Lo chiedo anche perché, senza saperlo, nei miei post ho probabilmente commesso gravi reati che potrebbero costarmi almeno l’ergastolo, visto che ho sempre pensato di avere libertà di parola e di satira, senza offendere nessuno, come garantito da tutte le norme italiane ed europee.
E invece, pare di no.
Come scriveva George Orwell nella Fattoria degli Animali:
«Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri»
di Giorgio Lunardi
Fonte: www.altreinfo.org
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