“Gli ebrei controllano la finanza globalista e predatoria”. Nel tempo dell’inganno, dire la verità è un atto rivoluzionario. Giorgio Lunardi
Ci sono alcune cose che si possono ancora scrivere nei giornali e dire in televisione, senza incorrere nel reato di opinione, reato non ancora previsto dall’Ordinamento Giuridico Italiano, ma in avanzata fase di introduzione.
Ad esempio, si può dire che le banche stanno distruggendo l’economia occidentale, che dettano legge e governano l’Europa. Si può anche dire che in Occidente c’è una vera e propria
“dittatura della finanza globalista, apolide, predatoria e turbocapitalista”.
Tali affermazioni, almeno per ora, non vengono censurate dal sistema dei media e chi le pronuncia sopravvive alle sue parole, ovvero non verrà processato per le sue opinioni.
Le cose che non si possono dire
Ci sono delle cose, invece, che non si possono dire né tanto meno scrivere. E chi ci prova è condannato alla “damnatio memoriae”, se gli va bene. Se invece non gli va bene, verrà processato per istigazione all’odio razziale in base alla Legge Mancino con ferrea applicazione dell’art. 604 bis del C.P.
Rimanendo sull’argomento banche e finanza, non si può dire, ad esempio:
“la finanza globalista, apolide, predatoria e turbocapitalista è in mano a un gruppo ristretto di famiglie ebraiche”.
Si tratta di una verità incontrovertibile, non da oggi, ma da molto tempo, che però non si può dire senza essere immediatamente accusati di antisemitismo, razzismo e nazismo. Chissà perché.
Queste sono parole attribuite a G. Orwell:
Nel tempo dell’inganno, dire la verità è un atto rivoluzionario
Ed il fatto che la finanza predatoria sia controllata quasi completamente da un piccolo gruppo di famiglie ebraiche, una vera e propria cupola mafiosa, non si può dire. E’ la verità, ma dire questa verità è un atto rivoluzionario. E come tutti i rivoluzionari, chi la dice verrà condannato al pubblico ludibrio e ad una lenta quanto inesorabile morte sociale. Soprattutto se si tratta di un giornalista o un politico.
I criminali della cupola finanziaria
A scanso di equivoci, il fatto che qualche migliaio di criminali, per lo più ebrei, controlli le banche, le agenzie di rating, le banche centrali, il Fondo Monetario Internazionale e la finanza globale, nonché ogni ganglio del potere che conta, e stia determinando – in negativo – le sorti di tutto il pianeta, riducendo in schiavitù un intero continente, non vuol dire che siano criminali anche gli altri ebrei.
Sono criminali tutti i collaborazionisti,
vale a dire, tutti coloro che aiutano la cupola mafiosa a portare avanti la propria agenda, senza distinzione di religione, razza o luogo di provenienza.
E’ però stupefacente come poche persone, senza morale e senza scrupoli, riescano a far prevalere i propri interessi, rispetto a quelli di miliardi di persone.
Certo, se oltre a tutti (o quasi) i soldi del pianeta controllano anche l’informazione, la politica, la cultura e dispongono di un esercito di vili collaborazionisti, le cose incominciano ad essere davvero complicate.
di Giorgio Lunardi
Fonte: www.altreinfo.org
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