Negli ultimi cinquant’anni il numero di spermatozoi di cui dispongono i maschi italiani si è dimezzato, passando da 100 milioni per cm3 di sperma a 50 milioni scarsi. Anche la motilità degli spermatozoi è diminuita sensibilmente. E come se non bastasse, è diminuita anche la quantità di sperma.
In conseguenza di questi fattori combinati, vale a dire meno spermatozoi e minore motilità, la fertilità del maschio italiano ha subito un crollo. In sostanza, gli spermatozoi fanno “fatica” a fecondare l’ovulo ed il numero di coppie sterili è in continua crescita.
Anche le dimensioni dell’organo sessuale maschile stanno diminuendo.
I maschi di oggi, rispetto ai loro nonni, hanno perso mediamente un centimetro.
A tutto questo, dobbiamo anche aggiungere che il numero di gay e transessuali ha subito un’impennata come mai si era verificata in passato.
Quali sono le cause di queste trasformazioni?
Alcuni dicono che la perdita di fertilità del maschio sia colpa del cibo e degli stili di vita, quindi il fumo, l’alcol, i pesticidi e le sostanze chimiche con cui siamo a contatto sarebbero la causa fondamentale del dimezzamento degli spermatozoi e della perdita di fertilità.
Altri pensano che sul maschio siano in atto forti pressioni psicologiche e condizionamenti sociali e che queste pressioni stiano cambiando la sua stessa natura, inibendo la produzione di testosterone e favorendo quella di cortisolo, già sin dall’adolescenza. La abbondanza di cortisolo genera stress, mentre la mancanza di testosterone inibisce lo sviluppo ormonale tipicamente maschile.
La trasformazione del maschio sarebbe quindi una conseguenza dei modelli sociali imposti e non è riconducibile agli stili di vita o alle abitudini alimentari.
Chissà chi ha ragione.
E’ comunque evidente che il maschio sta subendo a un processo di femminilizzazione senza precedenti nella storia dell’umanità.
Questa situazione non riguarda soltanto l’Italia, ma accomuna tutti i paesi Occidentali. Il crollo della fertilità è infatti presente tra i maschi bianchi europei, ma non è riscontrabile negli altri gruppi etnici o razziali. Nulla del genere si sta verificando in Africa, dove la fertilità dei maschi è alle stelle. Eppure, in molte città africane i bambini crescono in mezzo alle immondizie, a diretto contatto con sostanze chimiche considerate altamente pericolose. Ma lì sembra che la chimica faccia l’effetto opposto, aumentando testosterone e fertilità.
Certo che se qualcuno pensa di risolvere il problema della natalità creando più asili nido o finanziando la famiglia, si sbaglia di grosso.
Non è una questione di soldi, i problemi sono molto più profondi. Bisognerebbe iniziare a indagare le cause della denatalità, e soltanto dopo stabile un piano di azione.
Potremmo porci qualche domanda.
Ad esempio, chi finanzia la femminilizzazione del maschio?
di Alba Giusi
Fonte: www.altreinfo.org
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