Ogni anno la Magistratura intercetta e spia 140.000 persone, sostenendo enormi spese. Viviamo in una Magistrarchia? Giorgio Lunardi - www.altreinfo.org

Ogni anno la Magistratura intercetta e spia 140.000 persone, sostenendo enormi spese. Viviamo in una Magistrarchia? Giorgio Lunardi

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I dati riguardanti le intercettazioni telefoniche, le intercettazioni ambientali, il monitoraggio delle attività nel Web dei cittadini sono stupefacenti e non trovano eguali in nessun’altra democrazia occidentale.

Sono dati che ricordano “1984” di George Orwell

Siamo tutti in libertà sorvegliata

Ogni anno la Magistratura sorveglia e intercetta le conversazioni di circa 140.000 soggetti, molti dei quali imprenditori e politici, messi sotto inchiesta sulla base di segnalazioni di collaboratori di giustizia che poi si rivelano del tutto infondate. I risultati di queste attività sono efficaci solo in parte. Infatti, la maggior parte delle intercettazioni finiscono nel nulla o portano a processi che si concludono dopo anni con sentenze favorevoli agli imputati.

Le spese che sostiene lo Stato per spiare i cittadini sono enormi.

Si tratta di circa 200 milioni di euro all’anno, cifra che rappresenta però soltanto la punta dell’iceberg. Infatti, 200 milioni di euro sono le spese dirette, sostenute per pagare le compagnie telefoniche e i provider internet, alle quali vanno aggiunte le spese indirette, vale a dire quelle sostenute per trascrivereascoltare e classificare i contenuti delle intercettazioni, decidere cosa è rilevante e cosa no, relazionare, motivare, richiedere ulteriori approfondimenti e individuare nuovi soggetti da intercettare, imbastire processi inutili che si concludono in un nulla di fatto.

La cifra non comprende nemmeno le intercettazioni ambientali, effettuate da personale specializzato, nell’ambito delle varie inchieste. Molte sono inoltre le spese che non compaiono nel Bilancio della Giustizia, ma le ritroviamo nel bilancio di altri ministeri, ad esempio quelle sostenute dalle forze dell’ordine per soddisfare le richieste dei magistrati.

Se consideriamo tutte le voci, le spese sostenute dalla Magistratura per spiare i cittadini vanno ben oltre la cifra ufficiale di 200 milioni di euro e superano abbondantemente il miliardo di euro all’anno.

Il mercato delle intercettazioni

C’è anche un altro risvolto, mai preso in considerazione dai media del regime. I contenuti delle intercettazioni sono sempre segreti in quanto violano la privacy dei cittadini. Queste violazioni, sebbene abusate, sono ammesse nell’ambito delle inchieste giudiziarie, ma i contenuti delle intercettazioni non possono essere diffusi. E invece i giornali e i giornalisti sanno chi sono gli indagati, prima ancora degli indagati stessi, pubblicano i contenuti delle intercettazioni, compresi quelli che non hanno alcuna attinenza con le indagini.

Sulla base di queste intercettazioni, pubblicate illegalmente, i media costruiscono programmi televisivi dibattiti politici, orientando il voto dei cittadini. Addirittura i governanti prendono importanti decisioni, giustificate da intercettazioni deprivate dal contesto, in assenza di un vero processo.

Tutto questo non c’entra nulla con la democrazia.

Ci chiediamo qual è il giro d’affari del mercato delle intercettazioni, quanto guadagnano coloro che diffondono le informazioni. Ma ce lo chiediamo soltanto noi, perché su queste fughe di notizie, che spesso non c’entrano nulla con le indagini in corso e rovinano la reputazione delle persone, la Magistratura non indaga, e quando lo fa, chiude puntualmente le indagini con un nulla di fatto.

In nome di quale popolo?

I giornali che acquistano le informazioni, soprattutto dalle talpe ce si annidano nei tribunali, si trincerano dietro la riservatezza delle fonti. La Magistratura non indaga sui conti correnti dei possibili sospetti. Nulla di nulla. Questi reati sono sempre impuniti e il giro d’affari che generano, quello sì, è sempre segretato.

Viviamo quindi in una Magistrarchia, visto che sono i magistrati a decidere chi intercettare e chi no?

La domanda è lecita. Ma non spetta a noi dare una risposta. Sono i magistrati che devono indagare su sé stessi. Si, perché nella democrazia di Orwell

il controllore che controlla tutto è l’unico che può controllare sé stesso.

 

di  Giorgio Lunardi

Fonte: www.altreinfo.org

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