I finti naufraghi e la tratta degli africani. Nulla di nuovo sotto il sole. Alba Giusi - www.altreinfo.org

I finti naufraghi e la tratta degli africani. Nulla di nuovo sotto il sole. Alba Giusi

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I magistrati non confermano il carcere per Carola Rackete perché “ha salvato vite umane” e quindi non può essere incarcerata e nemmeno espulsa. Tutto ciò che ha fatto è stato in qualche modo avallato e approvato dai magistrati, sulla base di questo assunto.

E la manovra contro le motovedette?

Era in stato di necessità. Doveva salvare vite umane che evidentemente contano più di quelle che ha messo a rischio con la consapevolezza di un capitano (o una capitana).

Ma è vero che Carola Rackete ha salvato vite umane?

Analizziamo la realtà, quella che ai magistrati non interessa o non riescono a vedere.

Quando le navi delle ONG partono per la Libia, spengono il transponder, evitando in questo modo di segnalare la propria posizione ed essere localizzabili e rintracciabili. I trafficanti libici, avvertiti da qualcuno (non sappiamo da chi), partono con il loro carico umano dritti verso le navi delle ONG. Non appena si trovano nei dintorni, gettano in mare un gommone e trasferiscono dentro i “migranti”. Il tutto viene monitorato e coordinato da Alarm Phone, che è un’altra ONG della galassia. Ci sono addirittura aerei che monitorano le varie zone per rendere perfetto il meccanismo. Le ONG si dirigono quindi verso il gommone, caricano i migranti e li portano a Lampedusa.

Le ONG sono complici dei trafficanti, e non potrebbe essere diversamente, visto che questi sanno dove trovarle, nonostante i transponder siano spenti.

Adesso le ONG si sentono più  forti che mai, dispongono di finanziamenti a non finire, le sentenze dei magistrati umanitari sono a loro favorevoli, dispongono dei migliori avvocati e si stanno dirigendo tutte in zona.

Dicono che le ONG salvano i naufraghi. Ma secondo il diritto internazionale sono naufraghi questi?

No, non sono naufraghi. Sono finti naufraghi.

Questa è immigrazione clandestina, tratta di esseri umani, sostituzione etnica.

I nostri giovani se ne vanno dall’Italia a un ritmo sconfortante e vengono sostituiti da giovani africani. Gli uni sono laureati e diplomati, vanno a lavorare ed arricchire altri paesi, non sono a carico di nessuno. Li chiamano cervelli in fuga. Gli altri sono palestrati, ma non sanno far nulla ed è impossibile inserirli in un tessuto economico avanzato come il nostro, sono quindi a carico della comunità che li ospita e, giocoforza, impoveriscono il paese di approdo. Li chiamano richiedenti asilo.

Quando va bene finiscono per chiedere l’elemosina all’uscita dei supermercati, quando va male vengono arruolati dalla criminalità organizzata oppure sfruttati nei lavori agricoli.

Piano piano, goccia a goccia, il nostro paese verrà devastato da questa deportazione di africani. Loro non lo sanno, ma forse dovrebbero intuirlo, che l’uomo bianco non ha mai fatto gli interessi dell’uomo nero. Finora li ha soltanto usati e sfruttati.

Gli schiavisti sono sempre schiavisti. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Quelli che oggi danno soldi a palate alle ONG e li sostengono coi megafoni mediatici sono gli stessi mercanti di schiavi che un tempo vendevano gli africani ai latifondisti della Confederazione e gestivano la Tratta Atlantica.

Nulla di nuovo sotto il sole.

 

di Alba Giusti

www.altreinfo.org

 

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