Il senso di colpa viene promosso dall’oligarchia che sta dominando il mondo per sottomettere il popolo e far accettare a tutti noi ogni genere di vessazione e imposizione.
Noi non abbiamo nessuna colpa se l’Africa è povera, se i migranti bussano alla nostra porta, se gli ebrei sono stati perseguitati, se c’è un debito pubblico immenso. Semmai le colpe le hanno coloro che in passato hanno sottomesso e sfruttato l’Africa, o coloro che hanno gestito la tratta degli schiavi impedendone lo sviluppo, o chi ha deciso che la moneta doveva essere dei privati ed emessa a debito, o di chi ha perseguitato gli ebrei.
Noi non ci siamo arricchiti, non abbiamo depredato nessuno. Ma il sistema vuole comunque affibbiarci i sensi di colpa. Ogni volta che vediamo la foto di un Lager, quella di un bambino affamato, oppure l’immagine del deserto che avanza, pensiamo:
E’ colpa nostra, è tutta colpa nostra.
La finanza apolide e predatoria, attraverso i suoi media e pennivendoli, ci dice continuamente:
Si, è vero. Siete voi i colpevoli di tutto quello che è successo e sta succedendo. E se la colpa non è tutta vostra, è comunque dei vostri genitori o dei vostri nonni, i quali sono sempre vissuti al di sopra delle loro possibilità, sperperando tutte le ricchezze e sfruttando le popolazioni più povere del pianeta.
Dovete espiare le vostre colpe, accettare sacrifici e cambiamento.
In realtà, questo è soltanto un modo per sottometterci e farci accettare tutte le imposizioni che la finanza apolide ci sta propinando per impoverirci sempre di più. Il loro obiettivo è risucchiare ricchezza dal basso e portarla verso l’alto, vale a dire nelle loro tasche.
Noi non abbiamo nessuna colpa.
A seguire un post sul senso di colpa, riferito al debito, scritto da Paolo Danieli.
Il senso di colpa
Instillare in qualcuno l’idea di essere colpevole di qualcosa è un modo per tenerlo in soggezione e condizionarlo nel pensiero e nei comportamenti.
L’esempio più efficace di questa tecnica è “il peccato”, legato per lo più a comportamenti istintivi dettati dalla natura cui l’uomo difficilmente può sottrarsi. Il che significa, per chi stabilisce che cos’è “peccato”, precostituirsi una massa infinita di “peccatori” da condizionare attraverso il “senso di colpa” derivante dal fatto d’aver “peccato”. Si tratta di un modo per esercitare un potere che altrimenti non potrebbe essere esercitato. “Il peccatore”, una volta instillato in lui il senso di colpa, è portato ad accettare penitenze o, più semplicemente, le avversità quali mezzi di espiazione.
Questa tecnica -poco importa se gestita dal potere spirituale, politico o economico- viene utilizzata oggi per tenere in soggezione i popoli. Il nuovo “peccato” è il debito pubblico. Una volta inculcato nella testa della gente il senso di colpa di aver causato il debito pubblico per aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità, è più facile ottenere sacrifici e l’accettazione di condizioni di lavoro e di vita peggiori, come se fossero il giusto modo di espiare il “peccato”.
E’ da un decennio che il mainstream al servizio della finanza internazionale in nome del debito pubblico impone governi non eletti, leggi impopolari, tasse, precarietà nel lavoro e nella vita. Imposizioni che vengono accettate grazie al senso di colpa instillato in ognuno facendolo sentire responsabile del debito pubblico.
Ma è un inganno.
Il debito pubblico infatti non ha nulla a che vedere con i debiti che ognuno può contrarre nel corso della vita. Esso è la somma dei titoli finanziari emessi dalla Stato per coprire il fabbisogno monetario di cassa statale. In poche parole è generato dal meccanismo perverso con il quale lo stato emette titoli prendendo soldi a prestito dalla banca centrale, che prima era la Banca d’Italia ed ora è la BCE, entrambe private.
Meccanismo che non c’entra con il deficit pubblico che è la differenza fra le entrate e le spese dello Stato.
Hanno fatto credere agli italiani che il bilancio dello Stato è un disastro, che bisogna tagliare la spesa e accettare l’aumento delle tasse, che non possiamo più permetterci i costi della democrazia e bisogna ridurre perfino i rappresentanti del popolo. Invece pochi sanno che il bilancio dello Stato è in attivo:
dal 1990 è stato chiuso in avanzo primario 26 volte su 28!
Attraverso il senso di colpa instillato dall’inganno che il debito pubblico sia generato da un eccesso di spesa dovuto a comportamenti sconsiderati, le oligarchie finanziarie che comandano il mondo hanno gioco facile a ridurre margini della democrazia, a espropriare l’Italia della sovranità, a snervare e impoverire una nazione che solo fino a qualche anno fa era una delle più ricche e produttive del mondo.
di Paolo Danieli
Fonte: http://www.lofficina.org/il-senso-di-colpa
Premessa:
Elena Dorian
Fonte: www.altreinfo.org
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