La notizia del giorno è questa:
«L’Ema ha dato l’ok al vaccino Pfizer-Biontech. È la notizia che aspettavamo. La battaglia contro il virus è ancora complessa, come dimostrano anche le ultime notizie da Londra, ma avere a disposizione un vaccino efficace e sicuro apre una fase nuova e ci dà più forza e fiducia”. Così, attraverso un post pubblicato su Twitter, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha confermato la notizia secondo cui l’Agenzia Europea del Farmaco ha annunciato l’ok condizionale al vaccino anti-Covid, con la Commissione Europea che dovrebbe dare in serata l’autorizzazione all’immissione sul mercato del prodotto. A commentare la notizia, intervenendo nel corso di Timeline su Sky TG24, anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. “Ci dobbiamo fidare perché è un ente che ha un rigore scientifico altissimo che garantisce sicurezza ed efficacia. Ci affidiamo all’Ema per il vaccino come facciamo per gli altri farmaci che utilizziamo quotidianamente”, ha detto».
Fonte: https://tg24.sky.it/salute-e-benessere
EMA e AIFA
Saremmo rimasti molto sorpresi se l’European Medicines Agency (EMA) non avesse approvato il vaccino, come di certo farà a breve anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
Lo tsunami vaccinale è così forte che nessuno avrà il coraggio di opporsi, e se qualcuno lo farà verrà travolto dall’onda d’urto mediatica.
Sulla procedura di autorizzazione, è scritto sul sito dell’AIFA:
Lo sviluppo di un vaccino è un processo piuttosto lungo ed elaborato che parte dalla conoscenza del microrganismo responsabile della malattia che si intende prevenire e delle sue modalità di interazione con l’organismo umano. Inizialmente si effettuano studi sperimentali in vitro, in base ai quali è possibile stabilire quale sia la composizione qualitativa e quantitativa ideale di un vaccino (tipologia e quantità della componente attiva e di tutte le altre sostanze previste).
Una volta definito questo aspetto, il potenziale vaccino viene sottoposto alla sperimentazione pre-clinica che include studi in vitro e su modelli animali attraverso i quali si definiscono il meccanismo d’azione (cioè la capacità di indurre la risposta immunitaria), il profilo tossicologico e le prime evidenze di efficacia e sicurezza su un organismo vivente complesso.
Questa fase permette di selezionare la formulazione che nei modelli sperimentali è risultata più promettente: questa verrà poi avviata alla fase clinica preliminare sull’uomo. Per i vaccini multicomponente è necessario che in questa fase venga studiata inoltre la possibile interferenza fra le varie componenti attive del vaccino.
A questo punto, il vaccino entra nel percorso di sperimentazione clinica che può realizzarsi in quattro fasi: le prime tre precedono l’autorizzazione all’immissione in commercio e la quarta viene condotta quando il vaccino è già disponibile sul mercato.
Durante le prime tre fasi, viene progressivamente aumentata la popolazione trattata con il vaccino, definita la posologia (numero di dosi per l’immunizzazione primaria ed eventuale richiamo) e caratterizzata l’efficacia del vaccino o immunogenicità (la capacità di stimolare nell’uomo una risposta anticorpale specifica e sufficiente contro le componenti del vaccino) e la sicurezza o reattogenicità (il tipo e la frequenza con cui si manifestano eventuali reazioni avverse). Questi ultimi due aspetti vengono indagati soprattutto negli studi clinici di fase terza, condotti su popolazioni molto ampie di soggetti a cui sarà destinato il vaccino.
In questi studi vengono infatti confermate l’efficacia (in termini di tipologia e persistenza della risposta immunitaria, percentuale dei soggetti che rispondono efficacemente al vaccino e, quando possibile, di riduzione della probabilità di sviluppare la malattia dopo la vaccinazione) e la sicurezza del vaccino (in termini di eventi avversi attribuibili e non attribuibili al vaccino e di possibili problemi legati alle caratteristiche dei soggetti come l’età, il sesso e specifiche condizioni di salute).
In queste tre fasi, inoltre, viene esplorata la possibilità di somministrare il vaccino in sviluppo insieme ad altri vaccini già in commercio in particolari categorie di soggetti per ottenere informazioni specifiche sulle possibili interferenze in termini di efficacia e sicurezza.
Tutte le varie fasi dello sviluppo di un vaccino sono necessarie a ottenere informazioni il più possibile chiare ed esaustive su indicazioni, controindicazioni, avvertenze speciali, benefici e rischi del prodotto. Poiché i vaccini vengono somministrati a scopo preventivo in una popolazione sana, è necessario che le percentuali di efficacia siano molto alte (numero di soggetti che rispondono in maniera adeguata al vaccino) e che il beneficio sia di gran lunga superiore al rischio.
Pertanto, in ogni momento di tutto questo processo, lo sviluppo del vaccino o la sua commercializzazione possono essere interrotti, qualora venga meno una sola di queste condizioni fondamentali.
https://www.aifa.gov.it/vaccini
Chi controlla i media controlla anche il Covid
Ora, sulla base della rigorosa metodologia applicata, ben descritta nel sito, ci chiediamo come faccia l’AIFA a conoscere gli effetti avversi a breve, medio e lungo termine di un vaccino che è stato sperimentato per pochi mesi. E come possa dire di approvare un vaccino il cui “beneficio sia di gran lunga superiore al rischio” se non conosce i rischi. Oppure, come possa l’AIFA valutare l’interazione tra componenti del farmaco e altri farmaci, se la sperimentazione è durata così poco.
Tutta questa fretta per combattere un virus che finora ha causato la morte di meno dello 0,26% della popolazione colpita, soprattutto in età avanzata, valore del tutto simile a quello dell’influenza stagionale.
Si tratta di un virus soggetto a frequenti mutazioni, quindi non abbiamo nessuna garanzia di ottenere nemmeno una “persistenza della risposta immunitaria”.
Oltre tutto, è anche una malattia curabile in modo efficace con un corretto mix di farmaci. E ce lo dimostra l’altissimo numero di personaggi pubblici -politici, sportivi, uomini di spettacolo- colpiti dal virus senza nessuna conseguenza, se non febbre alta e un po’ di tosse.
Queste sono soltanto alcune delle domande che richiederebbero una risposta certa. Ma la risposta che ci daranno la conosciamo già.
Chi si oppone o fa troppe domande è un complottista.
Questa è la risposta preconfezionata di tutti i media del mondo, in grado di esercitare una enorme pressione sulla popolazione, impegnati nell’imposizione della pandemia e del vaccino.
Se vogliamo scoprire chi c’è dietro al Covid, dobbiamo scoprire chi controlla i media. Quando avremo risposto a questa domanda avremo trovato i veri complottisti, quelli che stanno distruggendo 10mila anni di civiltà per sostituirli con una società distopica.
E per questi ci vorrebbe un nuovo processo di Norimberga.
di Elena Dorian
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