“La Repubblica si batterà sempre in difesa della libertà di informazione, per i suoi lettori e per tutti coloro che hanno a cuore i principi della democrazia e della convivenza civile”
Carlo Verdelli
Questo è quanto scrive Repubblica alla fine di ogni articolo pubblicato nella versione online del giornale.
Loro si battono per difendere la libertà. Di tutti, ben inteso.
Ecco, a dire il vero, non ho letto una parola di condanna sulla censura che facebook applica a tutti coloro che dicono cose diverse dalla stampa mainstream, censura che colpisce anche la pagina facebook di altreinfo.org.
Bene, allora, piuttosto che dichiarare di battersi per difendere la libertà di informazione, Repubblica potrebbe dichiarare semplicemente di “battersi per difendere la propria libertà d’informazione”, fregandosene di quella degli altri. Ma loro la libertà d’informazione comunque ce l’hanno, nessuno l’ha mai messa in discussione. Scrivono quello che vogliono, viene tutto pubblicato, senza esclusione, online, su facebook e ovunque.
Il perché loro non hanno problemi è semplice da capire.
Tutto quello che scrive Repubblica è salutare per il sistema. Loro sono globalisti, liberisti, buonisti, politicamente corretti, sempre dalla parte degli LGBT, pro-immigrazione. E’ il giornale perfetto per i nostri governanti (quelli veri, non quelli che siedono in Parlamento).
Allora, visto che la libertà di Repubblica non è in discussione, visto che comunque non si battono per la libertà degli altri, perché scrivono quella dichiarazione di intenti alla fine di ogni articolo?
Forse la scrivono per farci credere che in Italia esiste la libertà di stampa?
O forse per rassicurarci, ergendosi a guardiani della libertà di informazione?
Diciamolo chiaramente, in Italia la libertà di informazione non esiste per tutti, ma solo per alcuni. Anche durante il fascismo esisteva la libertà di stampa per alcuni, ma non per tutti.
Che differenza c’è allora tra questo regime e quelli totalitari del passato?
Ah già, dimenticavo, durante il fascismo i giornali dovevano essere controllati dalla censura, oggi invece no. Semplicemente ti bloccano le condivisioni e le visualizzazioni su facebook, così anziché vederti in 100 mila ti vedono soltanto in 100.
Comunque la libertà c’è. E non c’è censura, puoi scrivere quello che vuoi. Ecco, non proprio quello che vuoi. Se esageri ti cancellano la pagina facebook, twitter e instagram e non te la fanno riaprire più. Se poi scrivi in un sito tutto tuo, ma le cose che scrivi non sono come quelle di Repubblica, vieni declassato e vai a finire a pagina 3 milioni di ogni ricerca, vale a dire lì dove nessuno ti vedrà mai.
Questa è libertà di informazione secondo Repubblica?
Evidentemente si, altrimenti si darebbero da fare per difendere la libertà di informazione di tutti gli altri e non soltanto la propria.
di Elena Dorian
Fonte: www.altreinfo.org
***
***