La chiusura degli account FB e Twitter del Presidente Trump mette in evidenza il potere esorbitante che i leader dei GAFAM si arrogano, al di fuori di ogni controllo, e questo va ben oltre il caso in questione.
Va ricordato che i GAFAM sono solo imprese commerciali il cui scopo dovrebbe essere limitato alla fornitura di un servizio tecnico.
Non hanno né la competenza né l’autorità legale, tanto meno morale, per giudicare l’opportunità di chiudere la pagina di un qualsiasi individuo, semplice cittadino o leader politico che sia.
Questa forma di censura si realizza al di fuori di un qualsiasi quadro normativo, in cui si definisce con precisione ciò che è legale e ciò che non lo è, ad esempio istigazione all’odio razziale, discriminazione o diffamazione.
Queste aziende si arrogano un potere esorbitante che è in realtà una forma di arbitraria censura.
Il problema è che questa forma di censura si esercita senza controllo e secondo criteri vaghi e non ben definiti. Ed ecco allora che si apre la porta ad ogni tipo di abuso, anche contro uomini giusti, ad esempio quelle che forse un domani cercheranno di difendere i principi democratici da una deriva dittatoriale.
Queste imprese non hanno alcuna morale, sono guidate solo dal profitto e dal loro interesse a breve termine che è quello di massimizzare il numero di clienti, non importa se questo viene fatto a scapito dei principi fondamentali di libertà o dell’esistenza stessa di uno stato.
I profili di Trump sono stati seguiti da oltre 88 milioni di persone. Non vogliamo discutere qui sul merito dei suoi interventi. Ma con questa censura si dimostra che una semplice azienda commerciale può neutralizzare efficacemente un leader politico senza dover affrontare ulteriori contenziosi.
La domanda ora è sapere se un giorno questa tirannia potrà essere esercitata contro i leader che difenderanno un mondo libero.
Quale piattaforma potrebbero utilizzare per mantenere un collegamento diretto con la popolazione e per farsi sentire?
I regimi totalitari, in Cina, Corea del Nord o altrove, non fanno altro che negare agli oppositori l’accesso ai social network.
Dobbiamo ora immaginare reti alternative per garantire la pluralità di espressione?
I padroni dei GAFAM sognano un mercato globale “liquido” per vendere i propri servizi, ovvero un mercato senza barriere da parte degli Stati, che impongono i loro standard nazionali, le loro formalità amministrative, la loro legge e un quadro normativo di riferimento per le relazioni sociali.
Tra gli attori di uno Stato vi sono le persone che vogliono preservare la propria identità nazionale, la quale si materializza nella cultura, nel patrimonio, nelle tradizioni, e vogliono che questi valori si incarnino nei propri rappresentanti.
L’obiettivo dei GAFA, che sono imprese apolidi e globali, è quello di far sparire le identità nazionali e diluire le culture, e per far questo assumono un ruolo attivo, capace di intervenire nel dibattito pubblico, promuovendo una vera e propria azione politica.
E questo per sostituire i governi eletti dal popolo con forme di governance più in linea con le loro esigenze, che sono quelle di un grande mercato mondiale in cui gli scambi siano “amministrati” e non più soggetti ad una visione politica singolare che rimandi all’identità dei popoli.
Più i GAFAM svilupperanno il loro potere, travolgendo le classi popolari con il loro disprezzo, più il fenomeno populista metterà radici e si intensificherà.
È il mondo che vogliamo?
Fonte: http://www.brujitafr.fr
Traduzione e sintesi: Elena Dorian
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