Esiste in Italia una pubblicazione redatta dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC – il cui titolo è Rapporto sull’antisemitismo in Italia, in cui ogni anno vengono elencati uno ad uno tutti i siti internet, i profili facebook, gli interventi resi da personalità pubbliche, addirittura le mail ricevute dal CDEC e i commenti scritti in calce ai post di controinformazione, che contengono dichiarazioni ostili allo Stato di Israele o comunque critiche verso gli ebrei o verso il sionismo internazionale.
La lista di proscrizione del CDEC
Fanno parte di questa vera e propria lista di proscrizione i siti di Maurizio Blondet, Curzio Nitoglia, L’Antidiplomatico, L’Interferenza, Paolo Barnard, Disinformazione, Thierry Meyssan, Comedonchisciotte, Controinformazione, Il Faro sul Mondo, Arianna Editrice, Effedieffe, Israel Shamir, Enrica Perucchietti e molti altri.
Basta una critica a Israele o al sionismo internazionale, intercettata dagli operatori o dai collaboratori del CDEC, per andare a finire in questa lista, con una generica accusa di “antisemitismo”.
Potete controllare voi stessi. L’ultimo Rapporto sull’Antisemitismo in Italia, ovvero l’ultima lista di proscrizione curata dal CDEC, lo trovate in fondo a questo articolo, mentre nel sito dell’Osservatorio Antisemitismo trovate una significativa sintesi.
http://osservatorioantisemi-c02.kxcdn.com
Tutto legale ed anche finanziato
Va bene, direte, ognuno può fare quello che vuole della propria vita. Anche se, per dirla tutta, mi pare che una simile lista sia ai limiti della legalità e abbia qualche analogia con quelle stilate in altri tempi e da altra gente. Comunque mi va bene, quelli del CDEC facciano quello che vogliono.
Il problema è che esiste una legge, approvata dallo Stato Italiano nel 2009, che garantisce al CDEC un contributo di 300 mila euro all’anno, e questi soldi vengono impiegati anche per redigere queste liste. L’articolo 1 della Legge 155 del 15 ottobre 2009, recita infatti:
“A decorrere dall’anno 2009, e’ concesso un contributo pari a 300.000 euro annui in favore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC – organizzazione non lucrativa di utilità sociale, con sede in Milano, allo scopo di sostenere l’azione di perseguimento dei fini istituzionali della medesima Fondazione.”
Il testo della legge lo trovate sul sito della camera dei deputati:
http://www.camera.it/parlam/leggi/09155l.htm
Finora hanno quindi ricevuto tre milioni di euro per le loro “attività istituzionali”, tra cui la redazione di queste liste di persone che hanno esercitato il proprio diritto di critica verso le politiche di Israele o verso alcuni controversi e criticabili comportamenti sionisti. Non male come contributo statale, pagato quindi da
tutti noi e con le nostre tasse.
Va bene che ognuno è libero di fare quello che vuole, ma è giusto che lo faccia con i propri soldi, non con i soldi degli altri. Quelli vanno spesi in scuole, asili, sanità, sicurezza, non per redigere liste di proscrizione, di qualsiasi genere esse siano.
E agli altri niente?
Perché finanziare soltanto la stesura del Rapporto sull’Antisemitismo in Italia?
Bisognerebbe allora finanziare anche i Cattolici dando loro la possibilità di stilare liste di persone che si sono espresse in modo critico verso il Vaticano o verso il cristianesimo, ma anche i Buddisti perché anche loro possano compilare un elenco di quelli che hanno criticato il Dalai Lama o la religione buddista, magari qualche soldino anche ai Musulmani, sempre nell’occhio del ciclone, visto che anche loro hanno diritto di stilare una lista di persone che criticano Maometto o l’Islam. Non capisco perché si finanziano soltanto le liste di proscrizione stilate dal CEDC e non quelle degli altri.
Insomma, bisognerebbe capire meglio chi ha proposto questa legge, così magari possiamo inserire anche lui in una “nostra lista di proscrizione”, quella dei politici che sarebbe meglio non votare mai, nemmeno come gestori del bar di paese o come amministratori del proprio condominio.
di Elena Dorian
www.altreinfo.org
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