I modelli sociali della TV spazzatura. Tra mediocrità ed eterni adolescenti. Enrica Perucchietti - www.altreinfo.org

I modelli sociali della TV spazzatura. Tra mediocrità ed eterni adolescenti. Enrica Perucchietti

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Una delle regole auree della manipolazione e del controllo sociale è la tecnica volta a stimolare il pubblico a essere compiacente con la mediocrità.

Specchio del lato peggiore e più volgare della nostra società, si stanno imponendo modelli (sulla falsariga estera) di uomini e donne sguaiati, ignoranti, violenti, mostruosamente rifatti e gretti in modo da aumentare la morbosità del pubblico e sdoganare comportamenti sempre più mediocri.

Sta cioè andando in onda lo spettacolo della banalità: un modo per distrarre l’opinione pubblica dai problemi che assillano il Paese e per imporre nuovi costumi e nuovi modelli “fluidi” nell’opinione pubblica.

Va in scena la mediocrità

Lo spettacolo, sempre più trash, funge anche da faro morale, estetico ed etico soprattutto per i più giovani. Chi “lavora” e vive di spettacolo, diviene un’icona e un modello da seguire, modificando pertanto gli usi e costumi della società: se chi sta in TV ce l’ha fatta, vuol dire che deve essere emulato per conseguire soldi e successo. E se le star e starlette di riferimento non sanno fare niente (né cantare, né ballare, né recitare), poco importa, ci si può identificare meglio e illudersi di poter diventare “qualcuno” senza doversi impegnare, studiare, frequentare scuole di perfezionamento.

L’imposizione di modelli sempre più triviali, soprattutto tra i più giovani, serve ad appiattire l’opinione pubblica su canoni estetici e culturali squallidi, rendendoli di fatto un modello da ammirare e imitare. Saranno i più giovani a subire maggiormente il fascino della mediocrità e a tentare di emularla. Dietro alla cornice del puro intrattenimento, si trasmette infatti alle nuove generazioni un modello basato sull’ignoranza e la mediocrità.

La saturazione del piacere

Viene inoltre proposto il modello di bulimia sessuale e di immaturità sentimentale cronica in cui si sono ormai immedesimati anche gli adulti: ciò spinge tutti, indipendentemente dall’età, a pensare e ad agire come degli eterni adolescenti. E gli adolescenti sono ovviamente più facilmente “manovrabili”. Così assistiamo a scenate di adulti che non riescono a gestire le emozioni, urlano e si dimenano in preda alla rabbia, oppure alla spettacolarizzazione di ciò che dovrebbe rimanere privato.

La saturazione illimitata del piacere ha dato vita a un nuovo essere umano, un adolescente perenne che segue esclusivamente la bussola delle proprie emozioni usando sempre meno la propria coscienza critica ed eludendo il ragionamento. Finisce così per credere a ciò che preferisce e gli piace, a ciò che “risuona” meglio, a chi lo convince perché riesce a far leva sulle sue emozioni, a chi lo rassicura ripetendo fino allo sfinimento lo stesso slogan. Vive di empatia e si adagia sui mantra del buonismo e del politicamente corretto che lo rasserena.

Per immunizzarci da questo meccanismo, dovremmo renderci conto che il potere non è interessato a “emancipare” l’uomo o a renderlo “adulto” quanto semmai a controllarlo sempre meglio, indirizzando le sue scelte dopo essere penetrato nella sua anima, nel suo immaginario, anche attraverso lo spettacolo.

E a quanto pare, dagli ascolti di questo genere di TV spazzatura, ci riesce benissimo.

 

di Enrica Perucchietti

Tratto da: https://revoluzione.unoeditori.com

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