Il «gene dei gay» non esiste.
Qualcuno aveva ipotizzato in passato che l’omosessualità dipendesse dal patrimonio genetico degli esseri umani, quindi fosse collegata al DNA. Aveva pertanto immaginato l’esistenza del DNA dell’omosessualità.
Ma ora un gigantesco studio genetico taglia la testa al toro: non ci sono «segni particolari» nel DNA che possano predire un’eventuale omosessualità.
Lo studio condotto da un gruppo di ricercatori guidati da Brendan Zietsch dell’Università del Queensland, in Australia, ha analizzato il patrimonio genetico di oltre 470 mila persone alla ricerca di specifiche alterazioni che potessero far prevedere l’attitudine a instaurare rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. Ma non ne ha trovate.
Non esiste il gene dell’omosessualità
Questo significa che gli omosessuali non sono geneticamente diversi dagli eterosessuali e che non esiste il gene dell’omosessualità.
I gay hanno semplicemente preferenze sessuali diverse rispetto agli eterosessuali. E come ben sappiamo, le preferenze delle persone possono modificarsi nel tempo e possono essere anche influenzate dalla propaganda, dalle amicizie, dalle esperienze vissute o dalla comunicazione sociale.
Finora sono stati criminalizzati tutti coloro che proponevano una lettura culturale e ambientale, comunque non genetica, dell’inclinazione a stabilire rapporti sessuali con persone dello stesso sesso, fino al divieto assoluto di tentare di modificare tali inclinazioni, nemmeno su richiesta degli stessi gay.
Omosessuali si nasce, è sempre stata la parola d’ordine.
Lo studio dimostra invece che omosessuali si diventa.
Le inclinazioni sessuali dipendono dall’ambiente in cui si nasce, dalle esperienze di vita vissuta, dal tipo di educazione, dalla sensibilità personale, dalle amicizie e dal condizionamento sociale.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, c’è da dire che mentre la propaganda eterosessuale è severamente vietata ed è considerata un atto di omofobia, lesivo della dignità e della libertà degli omosessuali, non altrettanto si può dire della propaganda gay.
I gay-pride sono manifestazioni di orgoglio gay che possono influenzare, nel pieno rispetto della legge, la sessualità dei bambini fino a determinarne l’orientamento futuro.
L’esaltazione dell’omosessualità non è considerata lesiva dei diritti degli eterosessuali. Mentre invece l’esaltazione dell’eterosessualità è considerata un comportamento omofobo, perseguibile legalmente in quanto discrimina persone di orientamento sessuale diverso.
La situazione della nostra società è quindi la seguente:
- La promozione dell’omosessualità è libera. Gli eterosessuali possono scoprire con aiuto psicologico la propria omosessualità latente.
- La promozione dell’eterosessualità è considerata discriminatoria verso gli omosessuali e può comportare conseguenze penali. L’assistenza psicologica per modificare l’orientamento sessuale di un gay è vietata.
Alla luce di quanto emerso dalla ricerca, di cui non hanno parlato i mass media, se non in misura limitata e marginale, i gay possono diventare eterosessuali e viceversa.
Ma gli orientamenti dei media e della Magistratura non cambieranno, perché l’omosessualità, che è sempre esistita, oggi è uno strumento in mano alla classe dominante per modificare e plasmare la società e per indebolire tutte le strutture sociali su cui si regge l’individuo.
La guerra tra omosessuali ed eterosessuali, tra poveri ed immigrati, tra destra e sinistra, tra esseri umani soli e senza futuro, è la situazione ideale per la classe dominante, identificata oggi con la finanza predatoria apolide. Loro lavorano per dividere, investono nel caos.
Tutti contro tutti, significa nessuno contro di loro.
Mentre invece l’unico modo per combattere questi padroni senza scrupoli è rimanere tutti uniti.
di Elena Dorian
Fonte: www.altreinfo.org
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