La propaganda dell'ISTAT e le bugie del regime su PIL e occupazione. Alberto Rovis - www.altreinfo.org

La propaganda dell’ISTAT e le bugie del regime su PIL e occupazione. Alberto Rovis

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In questi giorni l’andamento economico dell’Italia ha il vento in poppa. Sono tutte rose e fiori. Il PIL aumenta, il numero di occupati pure. E chi è che lo dice? Beh, sono in tanti. Lo dicono Renzi, Gentiloni, Padoan, Draghi, Monti, ISTAT, INPS ed altra gente ancora meno affidabile. Questo è un vero esempio di propaganda di regime, imparata dal loro maestro preferito, tale Joseph Goebbels.

Joseph Goebbels, ministro della propaganda della Germania Nazista. Grande maestro del regime che governa l'Italia

Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda nella Germania Nazista. Grande maestro del regime che governa l’Italia

Bisogna tranquillizzare tutti coloro che non hanno un contatto vero con la realtà. Chi sono questi? Insegnanti figli di insegnanti e sposati con insegnanti, pensionati senza nipoti, dipendenti statali figli di statali, onorevoli e relative famiglie, ricchi sfondati, emarginati e drogati, organi di partito, mangia tradimento. Molti, davvero molti in Italia.

Certo, la propaganda non può ingannare tutti. Ci sono molti che ogni giorno devono affrontare la dura realtà, gente che cerca di sopravvivere in modo onesto. Quelli non li inganni facilmente. E non inganni nemmeno tutti quei giovani che non trovano un’occupazione ed emigrano a Londra o in qualsiasi altra parte del mondo, pur di lavorare.

La truffa dei dati ISTAT

Vediamo perché è solo propaganda. L’ISTAT dice che ci sono 23 milioni di occupati, come nel 2008. Ma da un’altra parte dice che il PIL 2016, l’ultimo disponibile, è -7% rispetto a quello del 2008. Si deduce quindi che i 23 milioni di occupati producono oggi meno di quanto producevano 8 anni fa.

Ma siccome la produttività del lavoro è stabile, come evidenzia questa analisi pubblicata dall’ISTAT, la conclusione è che tra quei 23 milioni di lavoratori di oggi ci sono molti più lavoratori precari, lavoratori a tempo parziale e lavoratori saltuari di quanti non ce ne fossero stati otto anni fa. Se non fosse così, a parità di produttività, il PIL dovrebbe essere più o meno lo stesso.

Inoltre, le statistiche dicono che il reddito disponibile delle famiglie è diminuito negli ultimi otto anni. Quindi, anche questo ci dice che i 23 milioni di lavoratori di oggi guadagnano meno dei 23 milioni di otto anni fa. Stessa conclusione: dilagano lavoratori precari, lavoratori a tempo parziale, lavoratori saltuari.

REDDITO DISPONIBILE DELLE FAMIGLIE (OECD)

Il reddito a disposizione delle famiglie è ancora molto di sotto di quello disponibile nel 2008. Anche questo evidenzia un lavoro precario e a tempo determinato.

Il reddito a disposizione delle famiglie è ancora molto di sotto di quello disponibile nel 2008. Anche questo evidenzia un lavoro precario e a tempo determinato.

Il tasso di disoccupazione cresce

Nello stesso comunicato in cui l’ISTAT ci dice che il numero di occupati è aumentato, ci dice che anche il tasso di disoccupazione è aumentato. Il tutto viene giustificato sostenendo che ci sono più italiani alla ricerca di un lavoro rispetto a quanti non ce ne fossero l’anno scorso.

E perché ci sono più persone che cercano lavoro? Semplice, perché nelle famiglie italiane non ci sono più quelli che hanno un “lavoro sicuro”. Sono tutti lavoratori precari, lavoratori saltuari, lavoratori a tempo parziale. E questo spinge altri componenti della famiglia a cercarsi un lavoro vero. Tutti insieme riescono a portare il panetto a casa.

Insomma, hanno reso precario il lavoro degli italiani, hanno creato milioni di poveri, ci hanno sommerso di migranti nulla facenti, hanno costretto ad emigrare i nostri figli, diplomati e laureati con grandi sacrifici, e adesso ci dicono che stiamo migliorando.

Bella faccia di bronzo quella dei nostri politici. 

I nostri politici hanno una bella faccia di bronzo. Hanno reso precario il lavoro degli italiani, hanno creato milioni di poveri, ci hanno sommerso di migranti, hanno obbligato ad emigrare i nostri figli e adesso ci dicono che stiamo migliorando

I nostri politici hanno una bella faccia di bronzo. Quasi come questa…

di Alberto Rovis

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