Per comprendere la crisi del 1929, seguita poi dalla grande depressione degli anni trenta, occorre innanzitutto avere un’idea chiara su cosa sono le azioni e sul modo in cui si determina il loro valore. Solo allora sarà possibile capire come e perché sono nate le crisi economico-finanziarie degli ultimi cent’anni e come e perché nasceranno le crisi dei prossimi cento anni. Si, perché purtroppo le crisi sono fondamentali perché il sistema finanziario possa crescere e fagocitare la nuova ricchezza via via creata dall’umanità. Vi ricordate di Pacman? Bene, funziona proprio così.
Che cosa sono le azioni
Le azioni rappresentano una piccola parte di un’azienda ed hanno quindi un valore strettamente collegato ad essa. Ad esempio, se un’azienda vale 100.000 euro ed è suddivisa in 1.000 parti, ogni parte (azione) avrà un valore di 100 euro. Il calcolo è semplice, basta dividere 100.000 per 1.000. Tuttavia, non è così semplice assegnare un valore univoco e certo ad un’azienda, ci sono molti fattori da tenere in considerazione, ed è per questo che il valore di una azione può anche discostarsi da quello considerato normale. Ad esempio, le azioni dell’azienda di prima potrebbero valere 130, 110 oppure 90 euro. Lo scostamento è normale che ci sia e questi valori sono tutti plausibili. Il concetto che dev’essere chiaro è che un’azione, il cui valore reale è più o meno pari a 100 euro, non potrà mai avere un valore di mercato di 10.000 euro o 50.000 euro. E’ insensato. Vuol dire che qualcosa non va.
Il valore di mercato delle azioni
Le azioni hanno quindi un valore reale ed un valore di mercato che possono essere molto distanti tra di loro. Il motivo è facilmente intuibile. Le persone comprano azioni senza essere in grado di assegnare a questa un valore. Non sono competenti in materia, non sanno stimare il valore di un’azienda, si affidano al “sentito dire”, si fanno trascinare dalla corrente. Quindi comprano perché tutti comprano, e più comprano gli altri, più comprano loro. La maggior parte della gente che compra azioni in borsa si comporta come un gregge, vanno tutti dalla stessa parte, non importa dove né perché, non si pongono domande.
E’ sensato tutto questo?
Se io mettessi in vendita la mia scrivania a 10.000 euro, tutti si metterebbero a ridere, perché basta guardarla per capire che non vale più di 100 euro. Con le azioni purtroppo non è così. Per capire quanto vale un’azione bisogna saper leggere un bilancio, capire le prospettive economiche di un settore produttivo, saper calcolare indici di redditività, conoscere la concorrenza, l’esposizione bancaria dell’azienda, la capacità del management. La maggior parte della gente non sa nulla di tutte queste cose, compra e basta. Si fanno “consigliare” e guidare dagli altri. E allora il prezzo delle azioni aumenta quando c’è molta domanda, ma senza un perché. La gente compra, altri vedono che il prezzo va su e comprano anche loro. E allora il prezzo va ancora su. Si entra in una spirale di aumento dei prezzi.
Fino a quando va avanti?
Tutto questo va avanti finché quelli che conoscono le regole del gioco e sanno come funziona il sistema decidono di vendere e di rimettere le cose a posto. A posto per modo di dire, perché quelli che hanno comprato con tanta faciloneria e si sono anche indebitati per farlo, perderanno tutto o quasi tutto quello che avevano. Mentre invece quelli che hanno guidato il gioco, chiudono la partita in tempo e diventano molto più ricchi di prima. Questo è quello che è successo durante la crisi del ventinove ed è anche quello che succede ogni volta che c’è una crisi finanziaria.
Com’è andata con la crisi del ’29
Negli anni ’20 la Federal Reserve ha emesso dollari (loro hanno la macchinetta per stamparli) senza badare ai quantitativi, li ha pompati nel sistema e le banche americane li hanno prestati a tutti coloro che avevano un minimo di garanzie da offrire. Non dimentichiamo che la Federal Reserve è di proprietà delle banche e non dello stato, quindi non fa gli interessi della gente, ma quelli dei suoi padroni. La gente chiedeva prestiti su prestiti, e garantiva i prestiti con beni reali di loro proprietà, quali case, fabbriche, oro, immobili, terreni e quant’altro. Con questi soldi compravano azioni, pensando che il prezzo delle azioni dovesse andare su in eterno. Compravano e rivendevano, compravano e rivendevano e guadagnavano sempre. Un bel giorno però, alle 11 del mattino del 24 ottobre 1929, il cosiddetto giovedì nero, gli operatori finanziari incominciarono a vendere ed i prezzi crollarono. Dopo qualche giorno di smarrimento, avvenne il tracollo definitivo. Stiamo parlando del 29 ottobre 1929, il cosiddetto martedì nero.
Chi perse in seguito alla crisi del ’29?
La gente che aveva investito tutti i propri averi in bosa perse tutto perché le azioni che avevano in mano diventarono soltanto dei pezzi di carta senza alcun valore. In poche ore persero le case, le fabbriche, i terreni e tutto quello che avevano dato in garanzia. Molti si suicidarono. Le piccole banche che avevano prestato i soldi alla gente fallirono. Tutti i risparmiatori che avevano i soldi in quelle banche, anche se non coinvolti nelle vicissitudini della borsa, persero tutto. Il tracollo finanziario generò immediatamente un tracollo economico. Le fabbriche chiusero, anche quelle sane, per mancanza di ordinativi. La povertà generalizzata generò un tracollo economico.
E chi guadagnò?
Non è difficile capire che le grandi banche e le società finanziarie che avevano guidato la crisi del ’29, fecero man bassa e divennero proprietarie di tutti i beni dati in garanzia dai clienti alle piccole banche, poi fallite.
Gli operatori finanziari, che guidarono il rigonfiamento smisurato del valore delle azioni prima ed il crollo delle borse poi, guadagnarono cifre enormi, impossessandosi di fatto della ricchezza di tutti gli altri. Ma chi erano questi operatori senza scrupoli? Erano e sono sempre gli stessi. Si tratta dei gruppi finanziari che hanno saldamente in mano l’economia del mondo intero. E dietro quegli operatori senza scrupoli ci sono sempre le stesse persone, le stesse famiglie. Quelli che negli ultimi cinquant’anni hanno preso in mano il controllo di tutta l’informazione ufficiale, di tutte le banche centrali, di tutti i più importanti governi del pianeta.
E sono sempre più potenti
di Alberto Rovis
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