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Come abbassare il rapporto tra il debito pubblico e il PIL? Combattendo senza pietà la burocrazia, naturalmente… Alberto Rovis

L’obiettivo principale di qualsiasi futuro governo sarà quello di abbassare il rapporto debito pubblico/PIL, oggi a quota 132%. Secondo i nostri amici dell’Unione Europea, e i trattati che abbiamo firmato, questo rapporto dovrebbe essere al 60%. Tra le molte strategie possibili, vediamone una, gradita a tutti e molto gettonata tra i politici.

Ridurre la burocrazia che attanaglia imprese e cittadini.

Ottima idea. Fa un certo effetto sentire che l’odiata burocrazia verrà smantellata o quanto meno ridimensionata. E’ un messaggio semplice, diretto, condiviso, comprensibile ed ha un bell’impatto mediatico. Tutti ne beneficerebbero. E chi non approverebbe una proposta del genere? In questo modo le imprese potrebbero risparmiare sui costi che devono sostenere per affrontare l’odiata burocrazia, vale a dire costi esterni per commercialisti, consulenti del lavoro, consulenti finanziari, consulenti aziendali, avvocati, notai, ma anche costi interni per i lavoratori che gestiscono le pratiche, costi di archiviazione, carta, telefono, bolli, ecc. ecc.

E non solo le imprese, ma anche i cittadini potrebbero risparmiare molti soldi. Per non parlare della Pubblica Amministrazione che non avrà bisogno di così tanti dipendenti, oggi necessari proprio per gestire la burocrazia.

Ridurre la burocrazia è una bella idea, non c’è un italiano che non sarà felice di questa scelta.

Molto bene. Un sacco di soldi risparmiati da imprese, cittadini e stato. Certo, alcuni verranno licenziati perché il loro lavoro non sarà più necessario, altri dovranno stringere la cinghia. Anche la Pubblica Amministrazione dovrà sbarazzarsi di qualche impiegato, o adibirlo a qualche altro incarico, magari non assumendo nuovi lavoratori quando gli anziani andranno in pensione. Avremo anche qualche avvocato a spasso, qualche giovane commercialista in meno…

Con quali risultati allora?

Mah, se tutto va bene questa pregevole operazione non produrrà alcun effetto sul rapporto debito pubblico/PIL. Infatti, non è detto che le imprese reinvestano in Italia i maggiori utili che deriveranno dai risparmi sulle spese. E questo è già un punto dolente. E non è detto che i cittadini spendano i soldi risparmiati in beni prodotti in Italia, magari si comprano un iPhon cinese o un computer coreano. Sicuramente avremo un po’ di disoccupati in più…. qualche commercialista in meno, qualche avvocato dovrà andare in Inghilterra a fare il barista.

Diminuire la burocrazia comporta un risparmio nella spesa pubblica sostenuta per mantenere l'apparato burocratico. Tuttavia, la burocrazia genera lavoro e PIL. Abbatterla comporta una diminuzione del PIL. E molto probabilmente, il rapporto Debito/PIL subirà un peggioramento. In realtà, sebbene sia deleteria, la burocrazia sostiene il PIL ed è una delle leve su cui ha agito la politica per "creare" lavoro e occupazione improduttiva.

Insomma, questa iniziativa sarebbe lodevole, ma forse bisognava iniziare a lavorarci su qualche anno fa, anziché spingere in alto il PIL creando proprio burocrazia. Adesso, combattendo la burocrazia, rischiamo addirittura di abbassare il PIL e peggiorare il rapporto tra debito pubblico e PIL. Anzi, è molto probabile che accada proprio questo.

E’ un guaio. Nemmeno combattere e ridurre la burocrazia ci permetterà di migliorare il rapporto Debito/PIL.

Però fa un certo effetto sentirsi dire “Noi combatteremo la burocrazia, libereremo l’Italia da questo fardello insopportabile”. Intanto, accontentiamoci della propaganda, poi si vedrà…

 

di Alberto Rovis

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