Le aziende farmaceutiche guadagnano cifre astronomiche in tutti i paesi del mondo, ma pagano le tasse quasi esclusivamente in quattro:
Belgio, Irlanda, Singapore e, soprattutto, Olanda.
Sono i quattro paesi che offrono le migliori condizioni fiscali per le aziende di Big Pharma.
In Italia pagano pochissimo, una minima parte di quanto dovrebbero. Secondo i calcoli de Il Sole 24 Ore relativi al 2017, quattro aziende, Abbott, J&J, Merck & Co e Pfizer, hanno eluso in Italia circa 270 milioni di euro di tasse. Sembra poco? La diminuzione dei parlamentari produrrà nella migliore delle ipotesi 100 milioni di risparmi all’anno. Il recupero dell’elusione fiscale di solo quattro aziende globali produrrebbe, secondo questa ricerca, quasi tre volte tanto.
Per i consumatori italiani, queste aziende sono i produttori del Polase, del Brufen, della linea cosmetica Neutrogena. Ma non solo: sono i “padri” anche di numerosi farmaci salvavita e chemioterapici che i cittadini (e le casse pubbliche) pagano profumatamente. Dovrebbero pagare le tasse, ma in un mondo globalizzato, fatto dalle multinazionali a proprio uso e consumo, questo non avviene.
Adesso provate a immaginare quanto dovremmo incassare da tutte le multinazionali che guadagnano in Italia, ma pagano le tasse altrove, da Facebook a AIRBNB, da Google ad Amazon, dal gioco alla pornografia online.
Stiamo parlando di oltre 20 miliardi di euro. Soldi veri che potrebbero rilanciare l’economia italiana perché entrerebbero ogni anno dal circuito esterno.
Certo, tassare queste aziende è rischioso, nel vero senso della parola. Chi avrà il coraggio di farlo dovrà guardarsi alle spalle giorno e notte.
E’ meglio parlare d’altro, ad esempio dell’emergenza razzismo, in assenza di razzismo o dell’emergenza antisemitismo in assenza di antisemitismo. Non si rischia niente e si fa bella figura col padrone, vale a dire con la finanza predatoria, che controlla anche Big Pharma, oltre a tutto il resto.
Per distrarre il popolo i romani sapevano che era importante il «panem et circenses».
Oggi si usano altri sistemi, più sofisticati, ma la sostanza non cambia. Ricordiamoci però che le multinazionali del farmaco appartengono alla finanza internazionale apolide, la stessa che controlla fondi comuni d’investimento, banche, informazione, servizi web, governi e politica.
di Alberto Rovis
Fonte: www.altreinfo.org
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