Il rapporto Debito/PIL è considerato uno dei principali indicatori di stabilità finanziaria di un paese. Gli accordi di Maastricht stipulati nel 1992 prevedono che questo parametro, moltiplicato per 100, dia un valore non superiore a 60. Oggi come oggi, sono veramente pochi i paesi che rispettano questo valore. L’Italia è ben al di sopra, avendo raggiunto quota 132. La Grecia, ormai considerata in bancarotta, era arrivata a quota 175.
Elementi da considerare nel calcolo del rapporto debito/PIL
Il rapporto Debito/PIL si calcola prendendo in considerazione le seguenti grandezze economiche:
- il debito pubblico complessivo di un paese;
- il suo prodotto interno lordo.
Il debito pubblico complessivo è formato da tutti i titoli (BOT, CCT, BTP e altri) emessi dallo stato e rappresenta il suo indebitamento totale.
Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è formato dal valore di tutto ciò che viene prodotto in un paese, compresi sommerso, proventi della mafia e della delinquenza. In pratica: il PIL comprende tutta la produzione, sia quella lecita sia quella illecita.
Il calcolo del rapporto in Italia
Tenendo in considerazione gli attuali valori di Debito Pubblico e PIL, in Italia il rapporto è il seguente:
Debito Pubblico | 2.165 milioni | |
Prodotto Interno Lordo | 1.630 milioni | |
Rapporto Debito/PIL | 2.165/1.630×100 | 132,8 |
Andamento del rapporto debito / PIL in Italia
Molti ricorderanno Giuliano Amato quando nel 1992 si presentò davanti alle telecamere per dire agli italiani:
“Siamo sull’orlo del baratro”
Per poi aggiungere che il rapporto Debito/PIL era arrivato a quota 120 (e quindi rubarci i soldi dai conti correnti). Ebbene, oggi quel rapporto ha raggiunto quota 132 e difficilmente potrà essere fermato, a meno che l’Italia non incominci a crescere di nuovo, riparta una moderata inflazione, la classe politica si dia una regolata e la spesa pubblica torni a livelli accettabili.
Non tutto è realizzabile. Per questo si dice sempre più spesso che il nostro paese è a rischio bancarotta.
Il rapporto Debito Pubblico / PIL può migliorare?
Essendo un rapporto, può diminuire nei seguenti casi:
- il Debito Pubblico diminuisce;
- il PIL aumenta.
Il Debito fa molta fatica a diminuire, anzi, non è mai diminuito da quando esiste l’Italia. Stando così le cose, difficilmente potrà diminuire in futuro. Aumenta ogni anno, ed in misura anche abbastanza consistente.
Non ci resta che sperare in un aumento del Prodotto Interno Lordo. Ma purtroppo il PIL cresce col contagocce, per molti motivi, tra cui:
- la globalizzazione ha distrutto l’apparato produttivo italiano;
- abbiamo bombardato e spazzato via il nostro più importante partner commerciale, la Libia. Lo sviluppo di quel paese aveva un valore inestimabile per la nostra economia. I contratti a medio e lungo termine stipulati con Gheddafi valevano molti punti di PIL. Rappresentavano un’occasione di grandissimo sviluppo per loro, ma soprattutto per noi;
- abbiamo messo sotto embargo un altro importante partner commerciale, la Russia. E’ un partner importantissimo per noi, ma non per l’amico americano;
- la situazione internazionale (guerra ovunque) e la balcanizzazione dei paesi arabi ha spiazzato la nostra economia (Siria, Iraq, Sudan, Yemen, Afghanistan, ecc.);
- i fenomeni migratori, in parte causati dalla politica dissennata di Stati Uniti, Inghilterra e Francia, stanno mettendo a dura prova la nostra economia.
Altre soluzioni?
In queste condizioni è difficile che il PIL possa aumentare. Finora il sistema ha resistito grazie ai bassi tassi d’interesse, garantiti dal Quantitative Easing della BCE e della FED, ma appena gli interessi aumenteranno (e prima o poi dovrà accadere) l’Italia si troverà in situazione di default.
L’unica soluzione è uscire dall’euro, riprendersi la sovranità monetaria e, con questa, la nostra libertà. Ma si sa, l’informazione del regime farà propaganda contro, utilizzando tutti i mezzi disponibili, e cioè:
- pseudo-giornalisti
- giornali e riviste
- televisioni
- radio
- siti internet di regime
- debunker
- troll
- leggi restrittive della libertà di espressione
- carabinieri, polizia e magistratura
- persone di cultura
- esperti
- think tank
- pseudo-economisti
- ONG
- astrologi e cartomanti, se necessario

Tutti i servitori dei padroni, pronti a convincerci che uscire dall’euro è impossibile. Si mobiliteranno tutti, così come hanno fatto per il referendum. Chissà, magari poi la gente vota diversamente…
In un modo o nell’altro, questo piccolo esercito convincerà gli italiani che uscire dall’euro non è possibile e costerebbe un immenso sacrificio. Come se non fossimo già sulla strada dei sacrifici.
di Alberto Rovis
www.altreinfo.org
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