I Fondi Comuni d’Investimento sono costituiti dai risparmi di molte persone che vengono messi insieme e dati in gestione a soggetti specializzati in investimenti finanziari, le Società di Gestione del Risparmio (SGR).
Il meccanismo è il seguente:
- banche, società finanziarie ed assicurazioni (raramente altri soggetti) costituiscono una Società di Gestione del Risparmio (SGR) con un capitale minimo di 1 milione di euro;
- le SGR raccolgono i risparmi delle persone attraverso vari canali, soprattutto quello bancario, avvalendosi di intermediari e promotori finanziari, ai quali vanno compensi calcolati in base ai fondi raccolti; vengono così costituiti i fondi comuni d’investimento;
- le società di Gestione del Risparmio investono i risparmi raccolti in azioni, titoli pubblici, obbligazioni ed altri valori finanziari. Le decisioni relative agli investimenti spettano esclusivamente alla società di gestione.
I fondi raccolti in Italia ammontano a circa 1.670.000 miliardi di euro e le Società di Gestione del Risparmio sono circa 300. Ogni società gestisce mediamente 5.500 miliardi di euro.
Il potere dei fondi comuni d’investimento
Attraverso i fondi comuni d’investimento le Società di Gestione del Risparmio acquistano azioni delle società quotate in borsa ed hanno quindi diritto di voto nelle assemblee societarie. In tal modo partecipano direttamente alle decisioni aziendali e in molti casi alla formazione del gruppo di potere interno alla società stessa. In Italia questo è un aspetto ancora marginale, mentre è invece di primaria importanza nel mercato finanziario degli Stati Uniti, dove alcune società di gestione sono in grado di determinare le politiche societarie. Non stiamo parlando di piccole società, ma di colossi quali Exxon Valdez, Microsof, Apple, Monsanto, Pfizer, quindi di società che operano in tutti i principali settori economici, ivi compresi OGM e farmaci. Questa influenza sull’economia comporta i seguenti problemi:
- siccome le società di gestione rispondono del proprio operato ai risparmiatori che le hanno dato in gestione il loro denaro, è logico che spingono le società che sono sotto il loro ambito di influenza a massimizzare i profitti, talvolta ad ogni costo; l’etica rimane quindi sempre al di fuori di ogni considerazione;
- le società di gestione per assicurare alti rendimenti ai risparmiatori sono in qualche modo “costrette” ad operare anche nei mercati speculativi. Per alcune società statunitensi (Vanguard ad esempio) speculare è un gioco da ragazzi che va sempre a buon fine. Infatti, quando si gestiscono triliardi di dollari si può condizionar a proprio favore qualunque mercato e sottomettere al proprio volere interi settori produttivi;
- lo strapotere economico di alcuni fondi porta inesorabilmente a derive e sconfinamenti nella politica e il passo verso il condizionamento politico ed economico è breve;
- siccome i proprietari delle società di gestione sono banche e operatori finanziari, soggetti che già detengono un enorme potere sull’economia e sullo sviluppo sociale, il fatto che gestiscano patrimoni di enormi dimensioni fa sì che moltiplichino a dismisura il loro potere, portandolo al di fuori di ogni possibilità di controllo.
Ci sono soluzioni a questo problema? Si, certo che ce ne sono. Ma chi ha sufficiente potere per prendere le necessarie decisioni (e senza rischiare la propria vita……….)?