Molti attribuiscono alla Russia i primi passi per lo sviluppo di una strategia di multipolarità nelle relazioni internazionali. Certamente, questo ha un determinato fondamento. Ancora il 23 aprile 1997 a Mosca fu firmata da Russia e Cina una dichiarazione per un mondo multipolare e l’instaurazione di un nuovo ordine internazionale; il 15 maggio fu registrata all’ONU (1).
In essa era indicato che la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese si sforzeranno per collaborare allo sviluppo di un mondo multipolare e all’instaurazione di un nuovo ordine mondiale. E’ stato notato che alla fine del XX secolo nelle relazioni internazionali sono avvenuti profondi mutamenti, si afferma una multiformità di sviluppo politico, economico, culturale di tutti i paesi e cresce il ruolo delle forze che sostengono la pace ed una larga collaborazione internazionale.
Un numero sempre maggiore di paesi arriva alla comune comprensione che sono indispensabili rispetto reciproco, parità e vantaggio reciproco, e non egemonia e politica della forza, dialogo e collaborazione, e non confronto e conflitto. La costruzione di un pacifico, stabile, equo e razionale nuovo ordine internazionale politico ed economico diviene un’impellente esigenza di questa epoca e un imperativo dello sviluppo economico. La dichiarazione sanciva che ogni stato ha il diritto, in base alle sue concrete condizioni, di scegliere indipendentemente ed autonomamente il percorso di sviluppo senza interferenze da parte di altri stati.
Le differenze nella struttura sociale, nelle ideologie, nei sistemi di valori non devono divenire ostacoli per lo sviluppo di normali relazioni internazionali. Inoltre veniva posto l’accento sul fatto che Cina e Russia stavano transitando verso una nuova forma di relazioni reciproche, la quale non e’ indirizzata contro altri paesi.
Allora venivano riposte speranze nel fatto che l’ONU avrebbe potuto svolgere un ruolo importante nell’instaurazione di un nuovo ordine internazionale e i paesi in via di sviluppo ed il movimento dei Paesi non Allineati venivano nominati quali importanti forze in grado di aiutare la formazione di un mondo multipolare.
La dichiarazione congiunta della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese sull’ordine internazionale nel XXI secolo che fu firmata a Mosca il primo luglio 2005 da parte del Presidente della Russia Vladimir Putin e del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Hu Jintao (2) era nella logica di continuare questa linea. A quel tempo gli USA avevano già invaso l’Irak e la nuova dichiarazione costituiva una reazione a questa sfida, volta a rafforzare gli sforzi per l’organizzazione di un nuovo ordine internazionale. Inoltre nella nuova dichiarazione di dichiarava che:
la multiformità di culture e civilizzazioni nel mondo deve divenire un fondamento per le loro reciproche relazioni, e non per conflitti. Non lo “scontro di civiltà”, ma la necessita’ di una collaborazione a livello globale costituisce l’elemento determinante nelle condizioni contemporanee. E’ necessario rispettare e proteggere la multiformità delle civilizzazioni mondiali e dei modelli di sviluppo. Le differenze nel retaggio storico di tutti i paesi, le loro tradizioni culturali, la struttura sociopolitica, i sistemi di valori ed i percorsi di sviluppo non devono divenire pretesto per l’interferenza negli affari interni di un altro stato. E’ indispensabile condurre un dialogo fra civiltà ed uno scambio di esperienza sulla base del rispetto e della tolleranza reciproci ed arricchirsi e completarsi a vicenda.
La costituzione dell’ Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, cosi’ come l’attivizzazione dell’interazione fra i paesi BRICS, ed in seguito BRICS viene considerato quale tentativo di instaurare le proprie regole del gioco, almeno nella zona degli interessi strategici propri di ciascun paese, come notano sia la Cina sia la Russia.
La Russia nella sfera dei propri interessi strategici, come fu proclamato dal presidente Medvedev dopo l’aggressione della Georgia all’Ossezia meridionale nell’agosto 2008, utilizza sia lo strumento dell’integrazione economica, la Comunità Economica Eurasiatica, sia la collaborazione militare nell’ambito dell’ Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva.
Nella concezione della politica estera della Federazione Russa nell’anno 2000 fu direttamente fissata la posizione secondo la quale “La Russia cercherà di conseguire la formazione di un sistema multipolare di relazioni internazionali, che rifletta realmente la molteplicità di soggetti del mondo contemporaneo con la multiformità dei suoi interessi” (3).
E’ indispensabile notare che la comprensione, da parte di politici, diplomatici e studiosi russi, della necessita’ dell’elaborazione della teoria della multipolarità e’ emersa a causa della situazione di crisi.
All’inizio si verifico’ la dissoluzione dell’Unione Sovietica, accompagnata da conflitti etnici. Un analogo collasso avvenne anche in Jugoslavia, e porto’ a vari interventi esterni e alla modificazione del quadro politico della regione. Il bombardamento NATO e l’autoproclamazione del Kosovo da parte degli albanesi furono colpi sensibili non solo alla sovranità della Repubblica Federale di Jugoslavia, allora costituita da Serbia e Montenegro, ma alla struttura geopolitica europea nel suo complesso.
Oltre a ciò il crollo della dottrina marxista e l’esperienza negativa delle riforme del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale in Russia porto’ alla comprensione della necessita’ dell’elaborazione di una politica estera ed interna originale. Sebbene l’inerzia dell’epoca dell’Unione Sovietica si percepisse ancora, si osservarono tentativi di ripensamento della collocazione e del ruolo della Russia nel sistema politico mondiale.
Anche l’11 settembre 2001 influenzo’ la percezione del sistema mondiale in una nuova qualità.
Non a caso, nella pubblicazione del settembre 2003, uno degli apologeti nostrani della multipolarità e peso massimo della politica, che occupava il posto di primo ministro nel 1999, Evgenij Primakov, rilevò come “a seguito degli eventi dell’11 settembre in maniera più chiara di quanto non lo sia mai stato, e’ emersa la contrapposizione di due tendenze. Da una parte, la conservazione, con un certo aggiornamento, dell’ordine mondiale fondato su un meccanismo di azione multilaterale, quale l’Organizzazione delle Nazioni Unite; dall’altra, una “universalizzazione”, ovvero la posizione che decisioni vitali per l’umanità possono essere prese da una parte sola (gli Stati Uniti), sulla base della percezione soggettiva della realtà internazionale da parte di Washington” (4).
Lo stesso dimostro’ che l’Unione Europea si trasforma in un centro di forza comparabile per le sue possibilità con gli USA. Cina, Russia, India e Giappone non hanno intenzione di accodarsi ad eventi determinati da Washington. Inoltre evidenzio’ la necessita’ del ruolo dell’ONU nel divenire della multipolarità’.
Precedentemente Primakov aveva notato che “la non uniformità dello sviluppo degli stati si manifesterà prevalentemente in forme antagonistiche…. anche la potenza dominante non potrà storicamente formare un ordine mondiale monopolare” (5).
E’ importante notare che Evgenij Primakov già allora rifiutava la leadership degli USA, riferendosi alle possibilità in rapida crescita di altri paesi ed alleanze. “La caduta di quello che per gli americani era il contrappeso, l’URSS, non da’ fondamento di ritenere che gli USA, siano senza condizione vincitori e, di conseguenza, il mondo deve essere unipolare, con un unico centro a Washington. Ciò viene contraddetto dallo stesso percorso dello sviluppo mondiale. Ovvero, il PIL di Cina ed India e’ più del PIL degli USA. La leadership degli USA nel progresso tecnico-scientifico quale una delle condizioni del mondo unipolare può oggi attivamente essere messa in discussione” (6).
Cio’ viene confermato dai dati statistici, dato che “al 2011 si sono sviluppati quattro centri principali di progresso scientifico: USA (31% delle spese mondiali per ricerca e sviluppo a parità di potere d’acquisto), Unione Europea (24%), Cina (14%) e Giappone (11%) (7).
Evgenij Primakov polemizzava con i liberali ed i globalisti, mostrando che “la transizione verso un sistema multipolare e’ una progressione, e non un cambiamento una tantum, con carattere definitivo. Per questo acquisiscono un grande significato diverse tendenze, a volte contraddittorie, che si manifestano nel corso di questa transizione. Alcune di esse derivano dalla non uniformità di sviluppo degli stati, dai successi od insuccessi di unioni integrative. Ciò viene influenzato anche, relativamente parlando, dal rapporto mobile tra corso nella reinstaurazione delle relazioni e la linea di inerzia nel comportamento degli stati, radicatasi durante il periodo di aperto confronto.
Questo rapporto di due tendenze si manifesta nel campo sia politico, sia militare, sia economico. Per questo la deduzione corretta, secondo la quale un sistema mondiale multipolare in condizioni di globalizzazione non porta di per se’ stesso a situazioni conflittuali, scontri armati, non esclude una situazione assai complessa nella quale avviene il percorso di transizione verso tale sistema (8).
Quale sostenitore della formazione del triangolo Russia-India-Cina, che avrebbe potuto bilanciare il comportamento aggressivo degli USA ed altre sfide, Evgenij Primakov si ritiene a ragione uno dei primi che in Russia praticarono la multipolarità.
Grazie alla sua carica ed ai numerosi contatti internazionali, si pote’ portare a conoscenza di una cerchia massimamente ampia di persone con ruolo decisionale la posizione della Russia riguardo alla futura conformazione mondiale, e fissarla nella politica estera della Federazione Russa (9).
Anche la concezione neoeuroasiatica di Alexandr Dugin fu una delle piattaforme ideologiche e intellettuali per lo sviluppo della multipolarità.
Nei materiali programmatici dell’ideologia euroasiatica si afferma che “ l’Eurasiatismo a livello di trend planetario e’ un concetto globale rivoluzionario di civiltà, il quale, via via precisandosi, e’ chiamato ad essere una nuova piattaforma di visione del mondo di reciproca comprensione e collaborazione di un ampio conglomerato di diverse forze, stati, popoli, culture e confessioni che rifiutano la globalizzazione atlantica,….. l’Eurasiatismo e’ l’insieme di tutti gli ostacoli naturali ed artificiali, oggettivi e soggettivi, sul percorso della globalizzazione monopolare, nello stesso tempo elevati dal livello di semplice rifiuto a quello di progetto positivo, di alternativa costruttiva“(10).
Anche se l’Eurasiatismo classico era legato esclusivamente al destino della Russia, che si caratterizza come Eurasia a causa della sua unicità, enorme territorio e collocazione esattamente tra le “classiche” Europa ed Asia, la concezione di Aleksandr Dugin ha completato con questa ideologia con nuove metodologie e concetti scientifici. In questo modo l’Eurasiatismo ha ricevuto una dimensione globale ed e’ uscito dai confini del continente Eurasia. Nella nuova concezione l’“Euroasiatismo” e’ una filosofia della globalizzazione multipolare, chiamata ad unire tutte le società ed i popoli della terra nella costruzione di un mondo unico ed originale, del quale ogni componente derivasse armonicamente dalle tradizioni storiche e dalle culture locali» (11).
Abbastanza vicina a questa formula e’ l’opinione di un altro accademico, Boris Martynov, il quale ha osservato come la nuova, emergente multipolarità non può essere altro che di civiltà. Egli sottolinea che “il rapporto fra le civiltà e’ già una realtà del mondo contemporaneo, nel quale oltre a stati e insieme con loro nei costanti contatti internazionali di vario profilo e livello, sempre di più entrano in gioco diversi istituti economici e finanziari, strutture non governative, religiose, imprenditoriali, organizzazioni sociali ed, infine, singole persone quali rappresentanti dei propri archetipi di civilizzazione…. Oltre a ciò, il vantaggio del sistema multipolare rispetto a quelli mono e bipolare consiste nel fatto che per il suo funzionamento deve basarsi sul diritto. La veridicità di questa osservazione e’ evidente dall’esempio del mondo monopolare, che esiste secondo le idee del principale soggetto del sistema globale.
Applicabile anche al sistema bipolare, dove ognuno dei due “parimenti responsabili” soggetti cercano di ottenere la libertà di azione nella propria area di influenza, senza tenere in conto alcun diritto internazionale. Anche se per l’interrelazione di alcuni grandi soggetti, che dispongono di relativamente uguali potenza ed influenza, il diritto e’ indispensabile al fine di garantire tra di loro un ragionevole “modus vivendi”. Ciò a maggior ragione si applica ad un sistema complesso come una multipolarità civilizzata” (12).
Anche se assolutamente non tutti gli intellettuali e diplomatici menzionavano il carattere positivo della multipolarità che si stava formando.
Per esempio, il direttore dell’Istituto USA e Canada Rogov S. N. affermò che nel nuovo sistema policentrico mancano “regole del gioco” comuni, norme ed istituti, che possano regolare efficientemente l’interrelazione dei centri di forza, sia collaborazione, sia concorrenza”, per cui la tendenza alla multipolarità costituisce una “instabilità e imprevedibilità dell’evoluzione del sistema di relazioni internazionali, costituisce una minaccia che la situazione divenga incontrollabile” (13). Questa affermazione evidentemente e’ basata sul paradigma mondialista, che richiede uno schema rigidamente limitato da paletti ideologici. Ma questo approccio e’ evidentemente contraddittorio e non lungimirante.
di Leonid Savin
Fonte: geopolitica.ru
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3 Концепция внешней политики Российской Федерации. Москва. 28 июня 2000 г. // Системная история международных отношений в четырех томах 1918–2003 / Под редакцией А.Д. Богатурова. Т. 4. Документы. М., 2004. С. 538-539.
4 Евгений Примаков, Мир без сверхдержав, 2 сентября 2003
http://www.globalaffairs.ru/number/n_1560
5 Примаков Е. М. Мир после 11 сентября. М. 2002. С. 155.
6 Александр Бондарь. Евгений Примаков: «Мир будет многополярным», Столетие, 28.03.2008
http://www.stoletie.ru/ekskliuziv/evgeni_primakov_mir_budet_mnogopolyarnim.htm
7 Никонов Я. И. Компаративный анализ подходов к организации финансирования стратегии инновационного развития национальных экономик за рубежом // Вестник Томского государственного университета. № 392, 2015. С. 145.
8 Примаков Е. М. Мысли вслух. — М.: Российская газета, 2011. С. 159–160.
9 Е.М. Примаков. Вызовы и альтернативы многополярного мира: роль России. М.: Издательство Московского университета, 2014.
10 Дугин А. Г. Евразийская миссия. Международное евразийское движение, М., 2005. С. 11.
11 Там же. С. 33.
12 Мартынов, Борис. Многополярный или многоцивилизационный мир?// Международные процессы. Том 7. Номер 3 (21). Сентябрь–декабрь 2009. http://www.intertrends.ru/twenty-first.htm
13 Рогов С.М, Россия и США: Уроки истории и выводы на будущее // Россия и Америка в XXI веке, № 1, 2006 http://www.rusus.ru/?act=read&id=15