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Soros dona a se stesso 18 miliardi di dollari. Il ruolo dei think tanks nella promozione della società aperta

Hollywood ha raccolto 53 milioni di dollari per l’esercito israeliano – Tsahal. Naturalmente, è mancata la donazione di Georges Soros: quella radunata al gala di BeverlyHill è la “destra” ebraica guerrafondaia e adoratrice di Netanyahu, mentre Soros è “di sinistra”, detesta Netanyahu e ne è detestato, invece di eserciti vuole diffondere i principi della democrazia nell’Europa orientale, anzi più precisamente della “società aperta”: ondate di immigrati neri, limitazione delle nascite, aborto, diritti LGBTQ….. A questo scopo ha fondato la sua “charity”, la Open Society. A questa il magnate, 89 anni, ha donato 18 miliardi di dollari ad ottobre,  evidentemente destinando ai nobili scopi progressisti che promuove i profitti del suo Soros Fund Management, che vale 26 miliardi.

Persino il Wall Street Journal, ed è tutto dire, ha criticato questa donazione così generosa, spiegando che Soros ha così eluso le tasse sui profitti. Per legge, quando un ricco dona ad una Fondazione “senza scopo di lucro” o “caritativa”, azioni e obbligazioni, può detrarre fino al 20% del loro valore di mercato dalla sua tassazione personale, e  continuare la deduzione per cinque anni. Di fatto, dopo questa manovra, Soros non deve nulla al fisco americano. Zero.

“E forse la più grande elusione fiscale nella storia degli Usa”, ha scritto  il Wall Street Journal, “e nessuno a destra od a sinistra ha alzato un sopracciglio”. Eppure il giornale della finanza dovrebbe saperlo. Non a caso gli Stati Uniti sono strapieni di prestigiose Fondazioni, che si chiamano Fondazione Rockefeller, Fondazione Ford, Bill & Melinda Gates Foundation, Bloomberg Philantropies, Council on Foreign Relations, eccetera: le grandi  famiglie miliardarie invece che al fisco danno parte dei loro profitti a questi entit privati – che pagano e stipendiano i più brillanti studiosi, non a caso li chiamano “Think Tanks”, serbatoi di pensiero. A quale scopo? Diffondere il verbo e suggerire al governo della superpotenza i programmi politici che appunto, i donatori desiderano.

“Soros, come Bloomberg, hanno fatto delle loro fondazioni delle massicce operazioni di lobbiyng per promuovere le loro cause di sinistra presso i governi”, lamenta il Wall Street Journal, aggiungendo  che la famiglia del grande donatore, di quei 18 miliardi, continua ad avere di fatto il controllo e la proprietà, anche per decenni, anche perché la fondazione “può assumere un membro della famiglia con stipendio a sei cifre per “amministrare” la fondazione stessa, il cordone ombelicale non è mai tagliato”. E’ così, conclude il giornale, che “mentre l’1 per cento al vertice  paga un’aliquota fiscale del 23% sui propri redditi, lo 0,001% paga solo il 18”. E’ il bello delle plutocrazie: la tassa sulle persone fisiche regressiva. Più  sei povero, più sei tassato.

https://www.wsj.com/articles/george-soross-18-billion-tax-shelter-1511465095

Mark Zuckerberg ha annunciato che darà il 99 per cento dei suoi profitti, che fa con Facebook, alla fondazione di famiglia.

 

Tratto da: maurizioblondet.it

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