Facebook chiude i profili di chi fa controinformazione. La censura la fanno spie ed informatori. Elena Dorian - www.altreinfo.org

Facebook chiude i profili di chi fa controinformazione. La censura la fanno spie ed informatori. Elena Dorian

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Notiamo sempre più spesso che molti dei commenti alle notizie riportate nei vari siti di informazione vengono bannati e i profili facebook di coloro che li hanno effettuati vengono chiusi. Questo avviene di regola sul sito dell’ANSA, dove per commentare una qualunque notizia bisogna per forza entrare col proprio profilo facebook. I commenti non graditi ad un gruppo di spie ed informatori che agiscono a tempo pieno sul sito vengono da questi segnalati a Facebook che provvede con grande tempestività a chiudere il profilo dell’utente e a cancellare tutti i commenti postati dall’utente.

Si tratta di una vera e propria censura che agisce nei confronti di tutti coloro che postano commenti non in linea con l’informazione mainstream. La stessa operazione viene effettuata quando pubblichiamo qualcosa sul nostro profilo facebook. L’unico modo per evitare la censura e la chiusura del profilo è quello di allinearsi ai voleri del gruppo di spie e informatori.

Il problema lo ha sollevato anche Paolo Barnard in una lettera aperta indirizzata a Mark Zuckerberg, che pubblichiamo a seguire.

Caro Signor Mark Zuckerberg,

Presumo che lei senta, giustamente, molta compassione per gli oltre 6 milioni di ebrei vittime dell’Olocausto, così come per la infinite vittime innocenti degli storici Pogrom contro la razza ebraica in Europa. Anch’io ho questi sentimenti.

Come lei da ebreo sa assai bene, Signor Mark Zuckerberg, quelle atrocità furono commesse anche grazie agli umani più vili e repellenti di sempre, cioè gli Informatori Anonimi. Questa feccia della Terra forniva ai persecutori i nomi e la localizzazione delle famiglie ebraiche, spesso in cambio di denaro. Il resto della storia, come lei ben sa Signor Mark Zuckerberg, fu orrore contro quegli ebrei innocenti.

Ora salti in avanti 80 anni, e abbiamo la sua Corporation, Facebook, che ha ‘rapito’ il mondo. Ma manteniamo le proporzioni, Signor Mark Zuckerberg, fra la tragedia di cui sopra e il minor abuso che lei, Signor Mark Zuckerberg, permette ogni giorno nel modo in cui il suo Social funziona.

Ma è un triste fatto, Signor Mark Zuckerberg, che il suo Social fa largo uso d’Informatori Anonimi, gente vile che in principio, ma non nella quantità, sono identici agli umani vili e repellenti che durante il Nazismo facevano le soffiate contro gli ebrei innocenti.

Spesso io pubblico ben documentate critiche alle donne occidentali moderne, e vi aggiungo qualche frecciatina verbale. Ogni singola volta un Informatore Anonimo (quasi certamente una donna) fa la spia su di me col vostro Team, e la mia pagina viene chiusa. Bè, ovviamente la sua Company non tollera questo tipo di dissenso, lei Signor Mark Zuckerberg è il capo e lei fa le regole.

Ma ciò che non posso accettare, è il vostro uso massiccio di questi Utenti Informatori Anonimi contro altri utenti. Sì, Signor Mark Zuckerberg, Facebook lo fa, e ci riporta una eco orribile di pratiche che 80 anni fa spedirono ebrei e altri innocenti alle Camere a Gas. Questo è un punto morale, Signor Mark Zuckerberg, non so se sta capendo.

Per tutto ciò, io le chiedo formalmente, Signor Mark Zuckerberg, che da ora in poi chiunque e per qualsiasi motivo faccia la spia col vostro Team contro i contenuti di un altro utente, sia, come minimo, reso noto all’utente Facebook contro cui ha segnalato. A meno che, ovvio, l’utente segnalato non sia una persona o partito noti per precedenti di violenza fisica o esaltazione della stessa, o del terrorismo.

Permettere a Facebook che una persona sia segnalata da Anonimi e vili Informatori non solo è un insulto alla memoria di milioni d’innocenti ebrei del passato, ma anche allo stesso concetto di decenza umana.

Nella Morale universale, non è la quantità del male che conta, ma il principio. Sono certo che lei, Signor Mark Zuckerberg, questo lo capisce.

Cordialmente,

Paolo Barnard, Giornalista, Italia.

www.paolobarnard.info

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