Trump è stato bandito da Internet. I prossimi potremmo essere noi. Kit Knightly - www.altreinfo.org

Trump è stato bandito da Internet. I prossimi potremmo essere noi. Kit Knightly

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Donald Trump è stato bandito da Internet. Non lo hanno nascosto dietro qualche messaggio di avvertimento, non hanno ridotto i suoi follower e non lo hanno costretto a cambiare piattaforma. Lo hanno proprio eliminato.

Snapchat. Twitter. Facebook. YouTube. Google. Amazon. Instagram. Shopify. Twitch. Tiktok. Finiti.

E lui è il Presidente degli Stati Uniti. Se possono farlo a lui, possono farlo a chiunque.
In effetti, il messaggio che è stato inviato è proprio questo. È una mossa intimidatrice, progettata per spaventare la gente e far sì che si autoregolamenti.

In molti l’hanno già capito.

E questa, ragazzi, è una condanna a morte digitale. E se possono farlo all’uomo più potente del pianeta, indovinate chi potrebbe essere il prossimo ad essere completamente bandito da Internet, per qualsiasi ragione vogliano queste aziende che vendono i vostri dati alle multinazionali e alle agenzie di intelligence.

Purtroppo, molti sono ancora storditi da quello che, erroneamente, hanno scambiato per l’inebriante profumo della vittoria. Alla fine si renderanno conto del loro errore, ma potrebbe essere troppo tardi.

Non si sono limitati a Trump. Nei giorni successivi, decine di migliaia di altre persone sono state bandite da Internet.

Per anni, il ritornello di coloro che difendono la censura sui social media (ironia della sorte, sono proprio quelli che di solito si identificano come “socialisti“) è stato che le aziende private hanno il diritto di gestire le proprie piattaforme come meglio credono e che, se la cosa non vi piace, potete sempre passare ad un altro social network.

…ma ora anche gli altri social network vengono chiusi.

Era iniziato qualche anno fa con Gab, ma il recente assalto a Parler è stato anche più violento. Gab è sopravvissuta, Parler no. I giganti della tecnologia si sono alleati e hanno letteralmente schiacciato il concorrente più piccolo. (Sono abbastanza sicuro che le leggi antitrust esistano proprio per prevenire uno scenario del genere, ma non importa).

Tutta la settimana successiva ai “disordini di Capitol Hill” è stata un’unica dimostrazione di forza. Un pavone che fa la ruota o un uccello beccaiolo che picchia contro un tronco.

Ci stanno dicendo chi è che comanda, ma alcuni si rifiutano di ascoltare.

Un meme che circola tra i cosiddetti “liberali” (che di questi tempi sono ben addestrati a non cogliere il punto) illustra bene la situazione: “Se è troppo pericoloso per avere un account su Twitter, perché ha i codici nucleari?”

Ma, naturalmente, la vera domanda è: “se non gli permettono nemmeno di avere un account su Twitter, credete davvero che gli permettano di avvicinarsi ai codici nucleari?

Credete davvero che abbia, o abbia avuto, un qualche potere? Pensate che Joe Biden ce l’abbia?

Pensate davvero che lo stesso sistema che ha appena castrato pubblicamente “l’uomo più potente della Terra” e il “leader del mondo libero” inizierà improvvisamente a fare quello che gli viene detto da una voce “progressista” al comando?

Se non si sono inchinati alla volontà del popolo ora, perché mai dovrebbero farlo in futuro?

Non lo faranno. Non l’hanno mai fatto.

Ci è stato detto, in termini molto chiari, chi ha il vero potere. E non siamo certo noi, né i nostri rappresentanti eletti.

In realtà, non è nessuno con un mandato democratico o una responsabilità legale, ma piuttosto una serie di dirigenti anonimi, di burocrati senza volto e una successione di tecno-miliardari che hanno dato vita ad una nuova forma di aristocrazia.

La messa al bando da Internet di Donald Trump non è stata solo una “risposta dettata dal panico” alla “violenza” in Campidoglio e non è stata una punizione alla persona, è stata una calcolata dimostrazione di onestà. Una dichiarazione d’intenti.

Una notifica dei limiti che tutti noi ci troveremo ad affrontare quando la Nuova Normalità, sempre più distopica, darà forma ad un diverso tipo di società.

Tutto è stato chiaramente coordinato. Il Deep State, le grandi imprese e i media hanno lavorato in perfetta coordinazione. La polizia ha avuto l’ordine di creare disordini a Capitol Hill e di far entrare i “rivoltosi” nell’edificio. I media mainstream lo hanno additato come un “tentativo di colpo di stato” e i social media hanno rimosso tutte le dichiarazioni di Trump, in modo da poterlo accusare di “incitamento alla violenza.”

Hanno creato la menzogna. Hanno diffuso la menzogna. Hanno messo a tacere chiunque negasse la menzogna. Hanno, come direbbe Karl Rove, “creato la realtà” e ora siamo qui ad analizzarla.

Questa volta si è trattato di una grande menzogna, e così doveva essere. Perché l’uomo (o meglio l’incarico) era grande. Ma per il normale cittadino può essere una piccola bugia. Aveva postato “pedopornografia” o “diffondeva l’odio” o “negava la pandemia.”

Il precedente è stato creato. Possono bandire chiunque vogliano e poi, con calma, inventarsi il pretesto.

Come nella famosa citazione di Frank Zappa:

L’illusione di libertà continuerà finché sarà redditizio continuare l’illusione. Nel momento in cui l’illusione diventerà troppo costosa da mantenere, si limiteranno a smontare la scenografia, tireranno giù il tendone, sposteranno i tavoli e le sedie e si vedrà il muro di mattoni al fondo del teatro.

Beh, il muro ci è stato mostrato, e ci hanno detto di battere le mani perché il primo ad andarci a sbattere contro è stato Donald Trump.

Prevedibilmente, milioni di persone ci sono cascate.

 

di Kit Knightly

Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org
Tratto da: https://comedonchisciotte.org
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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