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I colossi di internet creano un database comune per censurare il web

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Secondo Yahoo News, il database dovrebbe essere installato e funzionante nei primi mesi del 2017 e più aziende potrebbero unirsi al partenariato nel corso del tempo.

La diffusione della cosiddetta “notizie false – fake news hanno iniziato a dominare l’immaginazione del mondo intero da quando sono state accusate per la sconfitta di Hillary l’8 novembre scorso.

L’idea che i media mainstream non possono più esercitare il controllo completo della narrazione e, di conseguenza, l’opinione popolare, ha seminato il panico tra le agenzie di stampa tradizionali e i giganti dei social media. I colossi di internet della Silicon Valley sono così spaventati, infatti, che hanno unito le forze per creare un database centralizzato che gli permetterà di bloccare contemporaneamente e in maniera “efficiente” contenuti su più piattaforme.

La censura delle informazioni veicolate da internet è un obiettivo di primo piano per ogni regime anti democratico che si rispetti. Le oligarchie occidentali non sono un'eccezione.

La censura delle informazioni veicolate da internet è un obiettivo di primo piano per ogni regime anti democratico che si rispetti. Le oligarchie occidentali non sono un’eccezione. 

Secondo Yahoo News, il database dovrebbe essere installato e funzionante nei primi mesi del 2017 e più aziende potrebbero unirsi al partenariato nel corso del tempo.

I giganti del web, YouTube, Facebook, Twitter e Microsoft intensificheranno gli sforzi per rimuovere i contenuti estremisti dai loro siti web con la creazione di una banca dati comune. 

Le aziende condivideranno ‘hash’ – impronte digitali uniche che assegnano automaticamente a video o foto – di contenuti estremisti che hanno rimosso dai loro siti web per consentire ai loro partner di identificare lo stesso contenuto”.

“Ci auguriamo che questa collaborazione possa portare ad una maggiore efficienza, mentre continuiamo a far rispettare le nostre politiche per contribuire a frenare il problema globale della diffusione di contenuti terroristici on-line “, hanno detto le società in una dichiarazione.

Naturalmente, mentre il database è venduto come un modo per censurare “contenuti terroristici” (chi non vorrebbe fermare i terroristi?!),  cresce il sospetto che una volta stabilite le definizioni soggettive di “terrorista” e contenuti “estremisti”, queste, gradualmente, potrebbero trasformarsi nel tempo per includere tutto ciò che non si ritiene mainstream.

A tal fine, il New York Times riporta che “funzionari europei” stanno già chiedendo alle grandi aziende di tecnologia di utilizzare la loro nuova arma di censura di massa per colpire i “discorsi di odio“.

Naturalmente, con Twitter che ha recentemente minacciato il Presidente eletto Trump per “molestie e condotta odiosa ,” una persona che è stata appena eletta con 60 milioni di voti, si deve mettere in discussione la capacità dei giganti dei social media di distinguere in modo imparziale i “discorsi di odio” dal legittimo discorso politico.

Funzionari europei hanno spinto i giganti della tecnologia americana a fare di più per affrontare i discorsi di odio on-line, aggiungendosi al coro dei responsabili politici di tutto il mondo (vedi Boldrini) che chiedono una maggiore azione da parte di Facebook, Google e Twitter.

L’invito è venuto un giorno dopo che molte di queste aziende hanno annunciato che stavano unendo le forze per combattere la diffusione di contenuti terroristici su internet, accettando di condividere tecnologia e informazioni per evitare che la propaganda ed altri materiali pericolosi vengano diffusi sui loro servizi.

In mezzo alle crescenti tensioni in materia di sicurezza in gran parte del mondo occidentale, i governi, le agenzie di intelligence vogliono che Google, Microsoft e altre società tecnologiche adottino ulteriori misure per frenare i discorsi di odio sulle piattaforme digitali

Ma gli attivisti per la libertà di espressione hanno avvertito che tali richieste possono limitare la capacità delle persone di comunicare attraverso internet, e hanno avvertito che la linea di demarcazione tra espressioni di odio e legittima discussione politica può essere sfocata.

 

Fonte: lantidiplomatico.it

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