L’Iran è passato dal dollaro USA all’euro come valuta estera nelle transazioni ufficiali, secondo quanto riferito dai media di stato di Tehran mercoledì. La decisione è stata presa in una riunione di gabinetto, dato che il governo cerca di gestire i tassi di cambio per sostenere la moneta nazionale rial, in crollo verticale, nel tentativo di ridurre la dipendenza dalla valuta americana.
La mossa potrebbe avere implicazioni geopolitiche devastanti. In Medio Oriente non si sono mai sopiti infatti i rumor cospirazionisti secondo cui l’Iraq fu invaso dagli Stati Uniti ai tempi della presidenza di George W. Bush, quando Saddam Hussein dichiaro’ che voleva sostituire il dollaro con l’euro come moneta per prezzare la vendita di petrolio.
Was the Iraqi Shift to Euro Currency to “Real” Reason for War?
Il governatore della banca centrale dell’Iran, Valiollah Seif, ha detto la scorsa settimana che il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei ha accolto il suo suggerimento di sostituire il dollaro con l’euro nelle transazioni riguardanti scambi commerciali con l’estero dell’Iran, poiché “il dollaro oggi non ha posto ormai nelle nostre transazioni”.
Teheran ha cercato per anni di allontanarsi dal dollaro a causa delle tensioni politiche con Washington, anche se gran parte del commercio internazionale del paese è ancora condotto in dollari e i cittadini iraniani ordinari usano il greenback per viaggiare e per i loro risparmi.
Negli ultimi sei mesi tuttavia, anche per effetto delle tensioni internazionali scatenate dagli Stati Uniti, la moneta nazionale rial ha accusato un calo di -33%, provocando disagi enormi alla popolazione iraniana e lunghe file alle banche per cambiare il rials con il dollaro.
Iran financial crisis: rials drops -33% against the US dollar in six months
Come si vede dalla foto in pagina, centinaia di persone fano la fila di fronte alle principali banche, per cercare di cambiare le loro monete in euro.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di uscire da un accordo nucleare del 2015 che l’Iran ha firmato con le potenze mondiali (proposto dall’ex presidente Usa Barack Obama ma con la Ue in testa), a meno che l’accordo non venga rivisto e corretto. Le sanzioni statunitensi contro Tehran riprenderanno a meno che Trump non rilasci nuove “deroghe” per una sospensione; la scadenza e’ il prossimo 12 maggio.
Le transazioni bancarie che vedono il dollaro come moneta sono già difficili per l’Iran perché i rischi legali rendono le banche statunitensi non disposte a fare affari con Teheran. Le imprese straniere possono essere esposte a sanzioni se fanno affari nel paese in dollari, anche se le operazioni coinvolgono filiali non statunitensi.
Di conseguenza, la Francia inizierà a offrire crediti denominati in euro agli acquirenti iraniani delle sue merci entro la fine dell’anno per mantenere il commercio fuori dalla portata delle sanzioni statunitensi, ha detto il capo della banca d’investimento francese di proprietà statale Bpifrance.
La minaccia delle sanzioni statunitensi ha destabilizzato il mercato dei cambi in Iran negli ultimi mesi. Il rial ha perso quasi la metà del suo valore sul libero mercato tra lo scorso settembre e la scorsa settimana, sprofondando al minimo storico di circa 60.000 contro il dollaro prima che le autorità identificassero un cambio fisso di 42.000, con l’avvertimento agli iraniani che avrebbero dovuto pagare multe per l’utilizzo di altri tassi illegali di cambio.
L’Iran ha imposto un tetto di 10.000 euro (Dh45.438) sulla quantità di valuta straniera che i cittadini possono detenere al di fuori dei conti nelle banche e ha inviato la polizia a pattugliare i negozi cambiavalute il primo giorno della sua campagna per stroncare il mercato nero valutario e sostenere il rial.
di Cesare Mais
Fonte: https://www.wsi.co
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