Advocates Abroad, una grande Ong operativa nel nord della Grecia che offre assistenza legale a sedicenti rifugiati, è in questi giorni al centro di una bufera mediatica in seguito alla pubblicazione di un video su Twitter. Il direttore esecutivo dell’organizzazione, Ariel Ricker, è stata infatti filmata a sua insaputa mentre spiegava dettagliatamente ai migranti come mentire alla polizia di frontiera, simulando sintomi di trauma psicologico e inventando storie di persecuzioni.
Sul suo sito, Advocates Abroad sostiene di avere aiutato oltre 15mila migranti ad attraversare il confine greco, e più di 2.500 nel resto d’Europa. La prima domanda che viene naturale porsi è quante migliaia di queste persone recitavano una parte e quante invece erano effettivamente bisognose? Ironia della sorte, le vittime di questo meccanismo mistificatorio sono gli stessi rifugiati, quelli realmente in pericolo, che da ora in poi saranno costretti a lottare il doppio per ottenere lo status e che prima dello scandalo erano costretti a entrare in competizione con falsi aspiranti profughi.
Dopo queste rivelazioni Advocates Abroad ha pubblicato un patetico tweet nel duplice tentativo di giustificare il proprio operato e di gettare fango sulla Southern. Ma, a fronte dell’esistenza di prove così schiaccianti, e dopo essere stata letteralmente seppellita di insulti da parte degli utenti dei social, la Ong ha cancellato entrambi gli account.
Cristina Gauri
Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it
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