La Magistratura, inquisitori mai inquisiti. Tra buchi nell'acqua, gogna mediatica e inutili polveroni. Giorgio Lunardi - www.altreinfo.org

La Magistratura, inquisitori mai inquisiti. Tra buchi nell’acqua, gogna mediatica e inutili polveroni. Giorgio Lunardi

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La Magistratura, dopo anni di intercettazioni telefoniche ed ambientali, al modico costo di qualche miliardo di euro, ogni tot anni, sancisce chi è corrotto e chi no. O meglio, trova alcuni corrotti, o presunti tali, e li espone al pubblico ludibrio ed alla gogna mediatica, suscitando immani quanto inutili polveroni. Di solito poco prima delle elezioni. Ma questa è soltanto una coincidenza.

Il costo a carico dello Stato per questo lavoro certosino, visti gli intercettati, gli indagati e i condannati, può essere quantificato in 60/80 milioni di euro per ogni fascicolo aperto in capo ad un politico.

I danni d’immagine al sistema paese

A questo conto salato dovremmo anche aggiungere i costi indiretti d’immagine a carico del Sistema Paese Italia, il cui tessuto politico ed amministrativo, grazie soprattutto ai giornaloni turbocapitalisti e globalisti, che fungono da gran cassa di risonanza, viene presentato al mondo come corrotto e colluso con la criminalità organizzata.

Inutile poi chiedere agli investitori esteri:

“Venite ad investire in Italia!”

Impensabile. Gli stranieri pensano che l’Italia sia la capitale mondiale della corruzione, seconda solo a qualche paese africano in mano ai burattini degli ex-colonizzatori francesi o inglesi. E’ lapalissiano, non verranno mai a investire in questo covo di delinquenti.

La Magistratura apre molte inchieste sui politici. Ma l’unico reato certo, riscontrabile quasi sempre in queste inchieste, è la fuga di notizie e informazioni, che passano dagli uffici dei magistrati a quelli dei giornali. E di sicuro non gratis. E’ un reato commesso all’interno delle procure, in violazione della privacy, su cui i grandi inquisitori non indagano, se non raramente e con risultati quasi sempre – se non sempre – nulli.

Le violazioni dei diritti dell’uomo

La diffusione di notizie riservate e i processi mediatici in TV violano i diritti umani, tanto cari ai magistrati ed ai giornaloni turbo-globalisti quando si tratta di difendere i diritti dei migranti.

Ecco due dei tanti punti violati:

Articolo 11
1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.

Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ratificata dall’Italia con la legge 4 ag. 1995 n. 848

La maggior parte di queste indagini, costate centinaia di milioni ai contribuenti, dopo aver distrutto la vita e la carriera politica di alcuni e violato la privacy di decine di migliaia di cittadini, si concludono con un buco nell’acqua.

Ricordiamo soltanto tre casi:

Palo Baffi, Guido Bertolaso e Ignazio Marino. Ma ce ne sarebbero tanti altri.

Buchi nell’acqua, ma senza conseguenze giuridiche

I magistrati che scavano buchi nell’acqua, con accuse superficiali o poco ponderate, basate sul “sentito dire” e non supportate dai fatti, giustificate dall’estrapolazione di poche parole da un contesto di migliaia di pagine di intercettazioni telefoniche ed ambientali, non subiscono alcuna conseguenza giuridica per le loro inefficienze. Nemmeno quando le loro inchieste risultano essere “temerarie”.

Avranno dedicato una importante parte della propria carriera ad inutili inchieste, violando i diritti di decine di migliaia di persone, senza subire alcuna conseguenza, senza pagare di persona per le proprie inefficienze lavorative.

I magistrati italiani sono forse gli unici lavoratori al mondo che possono dedicarsi anima e corpo a ipotizzare reati improbabili e scavare buchi nell’acqua, giorno e notte, impegnando in modo improduttivo forze di polizia e carabinieri, senza pagarne le conseguenze, percependo stipendi da favola.

Se la Magistratura perseguitasse con la stessa forza e determinazione, senza badare a spese, la mafia, la ‘ndrangheta, la sacra corona unita e la camorra – e qui non ci vuole tanta immaginazione – non vi sarebbe traccia di quella criminalità organizzata che ostacola da decenni lo sviluppo economico dell’Italia. E mai si sarebbero insediate nel nostro paese la nuova e sanguinaria mafia nigeriana, la mafia albanese, e tutte le altre mafie d’importazione.

Se soltanto quei miliardi e tutte quelle energie fossero state destinate a combattere la vera criminalità, l’Italia avrebbe la strada in discesa per la ripresa e non dovrebbero emigrare, ogni anno, oltre 300 mila giovani per cercare lavoro all’estero.

Le priorità dell’Italia

I politici che cavalcano le disgrazie degli inquisiti e affermano “noi siamo diversi” dovrebbero piuttosto ricordare quella vecchia iscrizioni sepolcrale dei primi cristiani, usata oggi come ammonimento a chi mostra di rallegrarsi delle altrui sventure:

“Hodie mihi cras tibi”.

Loro non lo sanno, ma forse la mannaia della Magistratura sta già calando sulle loro teste e la gogna mediatica televisiva sta allestendo la scena. E poco importa se sarà l’ennesimo buco nell’acqua.

Tutti dovrebbero alzare il dito e dire che tutto questo è contro la democrazia, è contro i diritti dell’uomo.

La priorità in Italia non è imbastire processi in TV prima delle elezioni, non è dimostrare che i politici avvantaggino chi li ha votati e non chi ha votato gli altri. Tutto questo lo sappiamo già e non c’è bisogno di spendere miliardi per ricordarcelo.

In Italia ci sono anche altre priorità.

 

di Giorgio Lunardi

Fonte: www.altreinfo.org

PS: Ricordo a tutti, anche ai magistrati qualora ce ne dovesse essere bisogno, i seguenti due articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo:

Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.

Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

 

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