Vi ricordate dei gilet gialli francesi? All’inizio si trattava di gente un po’ disperata che protestava pacificamente contro gli aumenti del prezzo del gasolio. A questi poi se ne sono aggiunti altri, dei semplici lavoratori che protestavano perché ormai non riuscivano più ad arrivare a fine mese col magro stipendio.
Infine, un po’ per simpatia e un po’ per empatia, si sono aggregati al gruppo i pensionati, anch’essi sempre più poveri e disperati.
A questo punto arriva la prima svolta.
Tra i pacifici gilet gialli spuntano i black bloc, vale a dire i distruttori. Vetrine in frantumi, centri storici a ferro e fuoco, polizia ovunque, arresti, gas lacrimogeni e picchiatori di Stato in ogni angolo del paese.
Subito dopo arriva la seconda svolta.
Qualcuno dalla piazza urla “sionista”, accompagnato da un insulto, rivolgendosi ad un certo Alain Finkielkraut, scrittore, opinionista e provocatore mediatico di professione, affacciatosi “casualmente” per strada.
A questo punto parte un tam tam mediatico planetario, sincrono e assordante. Alain Finkielkraut è ebreo. Piovono le accuse da ogni dove:
“i gilet gialli sono razzisti e antisemiti!!!”
Ed ecco il fuggi fuggi generale e i voltafaccia di coloro che li avevano in qualche modo appoggiati (ad esempio Gigino Di Maio).
I manganelli del regime
Da lì in poi, la polizia incomincia a pestare e manganellare tutti i manifestanti, donne, vecchi, ragazzi e bambini. Nessuna pietà per loro. Non guardano in faccia nessuno e non hanno paura di essere denunciati. Tutto sommato stanno picchiando fascisti, razzisti e antisemiti conclamati, quindi “che male c’è?”
E infatti i media della finanza predatoria stanno zitti. O meglio, quelli francesi stanno zitti, quelli italiani “muti sono”. Tutti i giornalisti del pianeta Terra, quelli che dovrebbero garantire l’informazione democratica, mentre invece sono soltanto una costola del potere, si comportano come le tre scimmiette.
A distanza di tanto tempo (meglio tardi che mai) Amnesty International ha pubblicato il rapporto sulla repressione delle manifestazioni in Francia.
Il rapporto di Amnesty International
Scrivono nel rapporto:
“Dalla fine del 2018, in Francia, la repressione delle manifestazioni è stata su una scala senza precedenti. Dimostrare pacificamente espone al rischio di violenza da parte della polizia, ma anche di finire arrestati. In effetti, le autorità hanno utilizzato leggi contrarie al diritto internazionale per verbalizzare, arrestare arbitrariamente e perseguire persone che non hanno commesso alcuna violenza.”
“11 morti, 4439 feriti, 12 mila arresti, 25 occhi persi, 5 mani amputate, 236 feriti alla testa di cui 144 gravi”.
Un vero e proprio bollettino di guerra.
Ecco, Macron, l’artefice di tutti questi massacri e delle ripetute violazioni delle libertà individuali, non molto tempo fa è andato in Libano per esortare i libanesi a battersi per la propria libertà, promettendo che lui li avrebbe appoggiati. Poi è andato nei dintorni della Bielorussia a incontrare i dissidenti bielorussi, vale a dire gli oppositori di Lukascenko, promettendo anche a questi che lui, il massacratore dei francesi, si sarebbe battuto per la loro libertà.
Ipocrita. A casa sua ammazza i manifestanti e va in giro a predicare la libertà di espressione.
Un ipocrita di regime però.
I collaborazionisti della finanza predatoria
I giornalisti lo trattano come fosse un illuminato. In realtà Macron è un miserabile collaborazionista, una pedina del potere. Uno di quelli che ha venduto l’anima al diavolo per quattro denari.
Non è lui il potere. Così come non lo sono nemmeno Merkel, il piccolo Conte e gli altri figuranti europei.
Quelli sono solo pezzi intercambiabili che possono essere sostituiti in qualsiasi momento. Sono marionette, che fanno quel che dicono i burattinai. Mattonelle del potere.
Inutile prendersela con loro. Il vero potere si nasconde dietro a questi piccoli uomini senza scrupoli. Per capire chi sono potremmo iniziare rispondendo a queste semplici domande:
“Chi poteva organizzare a livello planetario globale una manipolazione di massa come quella alla quale stiamo assistendo in questi mesi?”
“Chi è ovunque nel mondo ed è riuscito a infiltrarsi in tutti i gangli del potere, politico, mediatico, militare e finanziario?”
Certo, se anche noi facciamo parte dei manipolati sarà difficile che ci possiamo porre queste domande. Quindi, il primo passo da compiere è quello di liberare la mente, dimenticarci per un po’ dei media di regime e usare la nostra testa per pensare.
La risposta o prima o poi la troveremo, basta volerlo.
di Giorgio Lunardi
Fonte: www.altreinfo.org
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