AlJazeera ha riferito che il parlamento israeliano ha approvato una legge che consente al Ministro degli Interni di revocare i diritti di residenza di qualsiasi palestinese che vive a Gerusalemme sulla base di una non meglio precisata “violazione della lealtà” nei confronti di Israele.
Sulla base di questa nuova legge, il Ministro degli Interni israeliano, Aryeh Deri, leader del partito politico ultra-ortodosso Shas, un criminale a suo tempo condannato, ha l’autorità di revocare i documenti di residenza di qualsiasi palestinese che ritenga una “minaccia”.
Non ci vuole un genio per capire che questa legge è orientata al razzismo: si applica solo ai non ebrei. Questo tipo di legge deriva dal fatto che Israele si auto definisce “lo stato ebraico” e si comporta alla stessa stregua di un tirannico shtetl ebraico (Yiddish: piccola cittadina ebraica) in cui i palestinesi sono goyim du jour che ogni giorno si devono confrontare con le forme più estreme di eccezionismo ebraico (popolo eletto).
Hanan Ashrawi, membro anziano dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), ha così definito questa legge:
“un atto legislativo estremamente razzista, che toglie in modo non etico la residenza ai palestinesi di Gerusalemme e toglie i diritti di quei palestinesi di rimanere nella loro stessa città, il governo israeliano sta agendo in spregio al diritto internazionale e sta violando i diritti umani internazionali e le leggi umanitarie”.
Aljazeera sottolinea che “nonostante le affermazioni di Israele secondo cui Gerusalemme Est occupata fa parte della sua capitale ‘eterna e indivisa’, i palestinesi che sono nati e vivono lì non hanno la cittadinanza israeliana, a differenza dei loro omologhi ebrei.” Apparentemente la “non divisione” di Gerusalemme si applica solo ai membri di un clan e alla terra che riescono ad afferrare con la forza.
Ai palestinesi di Gerusalemme sono concesse carte d’identità “permanenti” e passaporti giordani temporanei validi solo come documenti di viaggio. Ciò li rende apolidi, bloccati in un limbo legale: non sono cittadini di Israele, né cittadini di Giordania o Palestina.
Il sionismo ha promesso di proteggere gli ebrei della diaspora attraverso un “ritorno a casa”. Ha promesso di trasformare i “nuovi ebrei” in “persone come tutte le altre persone”. Il progetto è stato un fallimento totale. Israele è un gigantesco ghetto razzista. È un paese come nessun altro. È riuscito ad amplificare ogni sintomo che il sionismo si prefiggeva di eliminare.
di Gilad Atzmon
Fonte: http://www.gilad.co.uk
Traduzione: Elena Dorian
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Gilad Atzmon (Tel Aviv, 20 giugno 1963) è uno scrittore e musicista israeliano ed un attivista anti-sionista. Attualmente vive a Londra.
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