La deputata femminista svedese, Barbro Sörman, dichiarava nel 2016 che “gli uomini svedesi violentano le donne per scelta, mentre i migranti lo fanno per ignoranza”. Considerava molto peggiore lo stupro commesso da uno svedese rispetto a quello commesso da un migrante.
E nel frattempo la Svezia è diventata la “Capitale europea dello stupro”.
Cronache di una violenza continua
Il 18 maggio 2016 la polizia svedese ha pubblicato un rapporto, riconoscendo che la Svezia ha il più alto tasso di violenza fisica e sessuale all’interno dell’Unione Europea. Ecco alcuni dati contenuti nella pubblicazione:
- Il 93% delle violenze sessuali è commesso dai rifugiati.
- Il 43% delle vittime sono minorenni.
- Il 100% dei recidivi sono immigrati o discendenti di immigrati.
- Il 100% delle violazioni di gruppo sono commesse da immigrati o discendenti di immigrati.
- Più del 70% delle violenze di gruppo sono commesse da afghani, eritrei o somali.
- Oltre l’85% degli stupri di gruppo sono perpetrati da immigrati registrati come “minori non accompagnati”.
Ed ecco alcuni dati relativi agli anni successivi:
- Nel primo semestre del 2017, le violazioni erano aumentate del 14% rispetto al primo semestre del 2016.
- Nel 58% dei casi, l’aggressore è totalmente sconosciuto alla vittima; nel 29% è un conoscente; nel 13% una persona vicina.
- Il Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità afferma che queste cifre sono anche peggiori, poiché stimano che oltre il 75% dei reati NON sono segnalati.
- La maggior parte dei rifugiati condannati per crimini sessuali, compresi gli stupri di gruppo, ricevono asilo mentre scontano una pena.
- Il Consiglio nazionale per la salute e il benessere ha anche riferito che 38.000 donne/ragazze hanno subito mutilazioni genitali in territorio svedese.
- Un altro fatto che il rapporto ha mostrato è che la maggior parte delle vittime sono bionde, perché sembra che gli immigrati siano attratti da quel colore di capelli. Di conseguenza, molti svedesi si stanno scurendo i capelli.
- Nel 2014, 370 delle violenze sessuali erano a carico dei maschi. Sebbene sia noto che la cifra è molto più grande, perché la maggior parte degli uomini non segnala questo tipo di violenza. Pertanto, nel 2015, è stata creata la prima unità ospedaliera svedese dedicata esclusivamente agli uomini violentati.
“Avviso ai viaggiatori” che vogliono andare in Svezia
“Lo sapevate che la Svezia ha la più alta media di violazioni nel mondo?”
Questo avviso è apparso nell’aeroporto di Ankara, dopo che il ministro degli Esteri svedese, Margot Wallstrom, ha criticato su Twitter la decisione del governo turco di consentire matrimoni con minori di 15 anni…
Fasce antistupro per le donne
Il Commissario nazionale della polizia svedese, Dan Eliasson, dopo aver visto il rapporto immigrati/stupri, ha preso la seguente decisione:
Mettiamo fasce al braccio delle donne con la scritta “Non farmi male”.
E, alcuni giorni dopo, quando si sono verificati gli stupri durante il festival “Putte i Parken” e “Bravalla“, hanno constatato che la maggior parte delle vittime indossava la fascia al braccio …
Anche Lisen Andreasson Florman, direttore dell’organizzazione Nattskiftet, che ha collaborato alla sicurezza dell’evento insieme a 50 volontari, è stata aggredita da un gruppo di 3 immigrati. Eppure, anche lei aveva la fascia…
E, nonostante tutto questo, l’organizzazione del festival Trastocksfestivalen, ha deciso di organizzare autobus gratuiti per gli immigrati minori non accompagnati, sostenendo che non potevano permettersi il trasporto. Inoltre, ha stampato manifesti che lo annunciavano in persiano, in arabo e in Tigrinya, dichiarandosi poi:
“Molto orgogliosi di essere il primo festival musicale che ha promosso un significativo aumento degli immigrati tra il suo pubblico”.
Alla fine dell’incontro, sono state segnalate decine di violenze sessuali, in gran parte commesse da immigrati con lo status di “minori non accompagnati”, contro vittime che indossavano la fascia al braccio.
Le violenze nelle piscine pubbliche
Parliamo ora di piscine pubbliche e parchi acquatici, i cui operatori sono stati istruiti a non denunciare “certe cose” che accadono e, soprattutto, a non parlare dell’etnia o della religione di coloro che sono all’origine dei problemi, come denunciato dal Parco Acquatico di Hylliebadet, stanco delle aggressioni ai suoi impiegati e clienti.
Quale il motivo? Perché quello che sta accadendo in questi luoghi è imperdonabile!
Un rapporto ufficiale preparato nel 2015, parla di 123 episodi di violenza sessuale all’interno di questi centri, ma le direttive del Parco parlano di molti altri. Secondo il rapporto ufficiale, tutti gli episodi erano a carico di immigrati, l’86% dei sospettati aveva meno di 20 anni. E la maggior parte delle vittime si trovava in età compresa tra 8 e 11 anni.
Dall’inizio del 2016, la maggior parte di questi centri ha separato donne e uomini, nel tentativo di fermare le violenze, ma non ha funzionato. Oggi la polizia pattuglia regolarmente le strutture.
L’elenco degli stabilimenti sportivi in cui sono stati commessi atti di violenza sulle donne è molto ampio: Fyrishov, Storsjobadet, Vanesborg, Husbybadet, Aquanova … In alcuni stabilimenti, la gente del posto ha deciso di organizzare pattugliamenti in piena autonomia.
Questo è successo anche al National Swimming Center, Eriksdalsbadet. Ed anche qui gli uomini sono stati separati dalle donne, a seguito delle numerose denunce di aggressioni sessuali subite da donne e bambine.
Altri centri, come il parco acquatico Aq-va-kul, hanno deciso chiusure temporanee, dopo che bande composte da 10-20 immigrati hanno ripetutamente molestato e aggredito i clienti e gli impiegati.
Attenzione: queste notizie sono solo per chi ha il coraggio di leggerle
Voglio adesso entrare nei dettagli di alcuni stupri specifici perché ritengo necessario metterli in evidenza.
- 12 rifugiati afgani hanno violentato una donna svedese per 7 ore. Lo stupro era anale, orale e vaginale. A tratti, anche 3 di loro alla volta. I pubblici ministeri si riferiscono a questa violazione di gruppo come “la più orribile maratona della storia della Svezia”. Solo 7 dei 12 sono stati condannati. Uno di loro, Rafi Bahaduri, 25 anni, aveva già commesso 4 stupri precedenti in Svezia. Nessuno è stato espulso. Da allora, la vittima vive in un centro psichiatrico con gravi patologie mentali, sofferente di ansia e attacchi di panico; prostrata su una sedia a rotelle a causa di danni irreparabili all’addome e con incontinenza fecale cronica.
- Una donna svedese di 22 anni è stata violentata da 5 rifugiati adolescenti. Al processo è stato scoperto che lo stesso gruppo aveva commesso altre tre violazioni di gruppo. Nessuno è stato espulso.
- Una ragazzina di 12 anni, violentata e torturata da un immigrante somalo di 16 anni, ha subito così tante molestie dai parenti e dagli amici dello stupratore, che lei e la sua famiglia hanno dovuto trasferirsi in Norvegia. La bambina era stata picchiata selvaggiamente dai fratelli e dalla madre dell’immigrato. Lo stupratore è stato condannato a 180 ore di lavoro in comunità.
- Una ragazza di 15 anni è stata violentata da una banda di 6 magrebini e la corte d’appello li ha assolti, stabilendo che la ragazza “non si era difesa”.
- Due rifugiati, di 16 anni e 15 anni, hanno violentato una compagna di classe di 14 anni. L’aggressore quindicenne è stato rilasciato senza accusa a causa della sua età, mentre il secondo, che era recidivo, è stato condannato a 100 ore di lavoro in comunità perché secondo il giudice “ha problemi a distinguere il bene dal male“. La ragazza ha dovuto cambiare scuola, mentre nessuno dei due immigrati è stato espulso. Il direttore del centro ha dichiarato che “tutti e tre sono vittime. Soprattutto, il sedicenne condannato a 100 ore di lavoro, in quanto ha ricevuto la punizione più dura”.
- Elin Krantz, giovane attivista per il multiculturalismo in Svezia, membro del gruppo “We like diversity”, è stata violentata da un rifugiato di 27 anni, con così tanto sadismo, che ha subito emorragie alla testa, braccia, gambe e collo, con conseguente danni al cervello, mancanza di ossigeno e morte.
- Il 16 gennaio 2017, 7 rifugiati siriani hanno rapito e tenuto una donna per giorni, nel seminterrato di una caffetteria che era stata aperta con aiuti governativi per l’integrazione, usandola come schiava sessuale. Cinque di sono stati assolti. Gli altri due, Khaled Azez Hegrs di 28 anni e Tareq Bakkar di 23, sono stati condannati a 4 anni di carcere per stupro. Le accuse di rapimento e tortura non sono state aggiunte alle accuse.
- 3 immigrati tra i 20 e i 25 anni hanno abusato per 3 ore di una giovane svedese di 22 anni, trasmettendo il tutto dal vivo su Facebook, dove è stata vista da 60.000 persone.
- Un gruppo di 20 immigrati ha picchiato e violentato una donna svedese sulle scale di un metro a Fittja. Nessuno l’ha aiutata, anche se più persone hanno visto cosa stava succedendo. Anche dopo essere stata lasciata lì, la gente ha continuato a ignorare le grida di aiuto.
Le persone che le hanno negato ogni aiuto hanno dichiarato “abbiamo imparato a non vedere e non sentire”. - Abdi Hakim Haki, un rifugiato somalo di 34 anni, ha violentato e ucciso una donna ed ha continuato a violentarla anche dopo la sua morte (la polizia lo ha trovato in flagrante). Gli è stato comunque concesso l’asilo politico mentre era in prigione. Il pubblico ministero, Daniel Jonsson, ha deciso di non chiedere l’espulsione perché Hakim è vissuto in Svezia diversi anni. Quando un giornalista del Times gli ha chiesto delucidazioni sul rischio che l’immigrato commetta altri stupri in Svezia, Jonsson ha risposto:
“Non capisco perché una donna somala abbia meno valore di una donna svedese in questo contesto. Sarà più incline a commettere questo tipo di crimine se lo espelliamo”.
Ecco la soluzione: una “guida al sesso” per non stuprare
L’ultimo passo che il governo svedese ha intrapreso per impedire tutto questo (le fasce “non farmi male” non hanno funzionato) è stata la pubblicazione, a settembre 2017, di una guida per insegnare ai rifugiati a intrattenere rapporti con le donne svedesi, senza stuprarle.
di Xiomara Bernal
Fonte: http://katehon.com
Traduzione: Elena Dorian
Link: www.altreinfo.org
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