Spettacolo sciacallesco ed assieme farsesco quello che si è palesato attorno alla nave della ONG Sea Watch, ancorata al largo di Siracusa, dagli esponenti delle forze politiche globaliste assortite che cercano di fermare il nuovo corso sovranista ed anti-migratorio del governo giallo/verde. Un drappello di tre deputati, un radicale, un estremista di sinistra e una di Forza Italia, tutti assieme appassionatamente per richiedere l’attracco della nave e lo sbarco dei “poveri profughi”.
Un gesto simbolico ed importante per autorizzare la nave della nota ONG nel continuare il suo traghettamento collegato con gli scafisti, una indicazione indiretta, per le mafie che operano nel Mediterraneo in Libia e nei paraggi, che l’approdo in Italia si trova comunque.
Ancora più importante un messaggio di incoraggiamento per le decine di migliaia di migranti (alcune centinaia di migliaia secondo organismi dell’ONU) che si trovano in Libia in attesa di imbarcarsi ed una smentita per il ministro Salvini che insiste caprbio nella sua linea di “porti chiusi”.
Salvini aveva deciso di scendere in guerra contro le mafie degli scafisti e delle ONG ed i loro sponsor transnazionali ma non aveva calcolato che, ad ogni guerra dichiarata dall’Italia, segue un 8 Settembre con giravolta del fronte e accettazione del nemico come nuovo alleato.
Questo diventa esattamente il caso della guerra contro l’immigrazione/ invasione che vede gli stessi alleati di ieri di Salvini, come quelli di Forza Itala, i “berluscones”, che decidono di passare dalla parte del nemico in nome dei nobili “principi umanitari”.
L’Italia si conferma come paese non serio e poco propenso a mantenere un fronte unico al cospetto di una emergenza quasi bellica, l’invasione migratoria e tutte le sue conseguenze.
Questo porta un grande beneficio a quegli organismi transnazionali, dalla Commissione Europea al FMI, dall’ONU al Vaticano, che da tempo hanno intrpreso la guerra contro l’Italia per favorire l’immigrazione /invasione e realizzare quella società multiculturale e omologata che è l’obiettivo finale della grande finanza apolide per cui lo stesso George Soros ha investito enormi capitali.
Si è mossa anche la magistratura con incriminazione dello stesso Salvini, accusato di sequestro di persona ed altri reati per aver difeso le frontiere marittime ed aver bloccato una nave in porto. Fatto gravissimo per quanti considerano le frontiere supoerflue e la necessità di abbatterle per favorire invasioni, migrazioni e circolazioni senza controlli di masse di migranti a cui sono di frequente mescolati delinquenti e terroristi.
La Mafia Nigeriana aspetta i suoi rinforzi dal mare per consolidare le sue posizioni in Italia. A questo proposito la stessa magistratura che ha incriminato Salvini è la medesima che è rimasta fino ad oggi quasi sempre inerte (con poche eccezioni) mentre entrava e si consolidava in enclave territoriali ben definite, la mafia nigeriana, la più criudele e spietata che opera con il racket della prostituzione, della droga, delle armi e che, di tanto in tanto squarta le ragazzine (come accaduto a Macerata) e, quando va bene, le rapisce e lo sbatte sul marciapiede a prostituirsi.
Tutto questo si sapeva visto che la stessa Direzione Nazionale Antimafia aveva certificato in un suo recente rapporto che il radicamento di questa mafia nigeriana in Italia era emerso nel corso di diverse inchieste, che avevano confermato “la natura mafiosa” della consorteria, ribadita da diverse sentenze.
Il gruppo più forte e pericoloso individuato resta il “Black Axe”, “il cui vincolo associativo – sottolineavano gli analisti della Dia – viene esaltato da una forte componente mistico-religiosa”: nato a Benin City negli anni ’70, da noi risulta attivo per lo più a Torino, Novara, Alessandria, Verona, Bologna, Roma, Napoli e Palermo.
Era stato illustrato nel rapporto che la caratteristica del gruppo, è’ la “struttura reticolare distribuita su tutto il mondo”: gli stupefacenti, stoccati nei laboratori dei Paesi centroafricani, raggiungono l’Italia attraverso varie direttrici, sia per via aerea che marittima o terrestre. Con questa rotta, i narcotrafficanti sfruttano, di fatto, i canali già utilizzati in passato per il contrabbando di armi, avorio e pietre preziose.
Altrettanto “articolate” e connotate da “particolare violenza” (si scriveva nel rapporto) sono la gestione della tratta di persone e la prostituzione: recenti inchieste hanno documentato, ad esempio, come giovani donne, anche minorenni – attirate con la falsa promessa di un lavoro in Europa – vengano concentrate in Libia, sottoposte a violenze e stupri e fatte partire per sbarcare sulle coste italiane con la complicità delle ONG.
Tutto questo flusso migratorio avveniva in questi anni con il plauso dei radicali, quelli del “Più Europa” e “più migrazioni”, delle varie Bonino o della sinistra globalista, con l’entusiasta accoglienza di personaggi come la Boldrini, l’assenso dei Gentiloni, degli Orlando e il grande favore manifestato da pseudo intellettuali come Roberto Saviano.
Enclave come Castel Volturno, nell’area del Casertano, sono oggi strettamente sotto il controllo militare da parte dei boss nigeriani e questi necessitano di nuova mano d’opera per espandere il proprio giro d’affari. Per questo è stato inviato il messaggio in Nigeria, “avanti fratelli imbarcatevi, vi aspettiamo”.
Naturalmente in quella zona le condizioni di vivibilità, tra racket prostituzione, spaccio e sequestri, sono peggiori che in qualsiasi paese del terzo mondo. Gli abitanti di questa parte d’Italia, con la complicità della sinistra che era la governo, sono diventati ostaggio dei delinquenti, visto che i migranti sono più numerosi che non i residenti originari. Altrettante zone franche si segnalano in varie zone d’Italia con scarsa possibilità di bonifica, vista anche la passività della magistratura che opportunamente scarcera molto spesso i fermati sulla base di leggi e norme che sono sempre interpretabili con grande discrezionalità.
Lo avevano scritto tempo fa anche giornali britannici, segnalando il pericolo per i loro concittadini che ri recano in Italia per turismo o lavoro e che possono attraversare zone dove il controllo del territorio è affidato alle mafie nigeriane.
Il Governo Salvini vuole fare la faccia dura ma già adesso trova uno sbarramento di forze che gode di grandi complicità nell’apparato dello Stato, nella magistratura, nelle Istituzioni e persino nella Chiesa di Papa Bergoglio.
Una lotta impari che rischia di trovare quinte colonne pro nemico già all’interno della stessa compagine di Governo. Salvini deve quindi guardarsi alle spalle prima di procedere in avanti: l’otto settembre si profila all’orizzonte.
di Luciano Lago
Fonte: https://www.controinformazione.info
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