A Creta passò un uomo - 6 milioni di anni fa. Maurizio Blondet - www.altreinfo.org

A Creta passò un uomo – 6 milioni di anni fa. Maurizio Blondet

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
image_pdfimage_print

Un uomo ha lasciato  le sue impronte sulla sabbia di quello che forse era una spiaggia, forse il letto di un fiume asciutto, nella zona di Trachilos, Creta Occidentale. Un uomo dai piedi nudi identici a quelli nostri. Solo che lui passò là 5,7 milioni di orsono, quando secondo la paleontologia non dovevano esserci uomini, ma al massimo “ominidi”. La famosa Lucy indicata come nostra antenata, è di un paio di milioni di anni più “giovane” della persona (o persone) che passeggiarono a Trachilos, e di cui presumiamo dovesse essere discendente. Lo Ardipitechu Ramidus, di 4,4 milioni di anni fa, ha lasciato le sue impronte in Etiopia: ma sono le impronte di una scimmia, anche se lo si addita come “diretto antenato dell’uomo”.

Due orme dello stesso individuo mentre sostava.

Due orme dello stesso individuo mentre sostava.

Invece le orme del passeggiatore di Creta, lunghe media 21 centimetri, sono inequivocabili: sono l’impressione di due “bulbi” distinti tipicamente umani (uno è il calcagno, l’altro l’alluce, che lasciano tracce globulari); l’alluce non è opponibile; le dita più piccole sono tutte parallele, e – fatto degno di nota – non mostrano di aver avuto artigli.

Le foto qui permettono di confrontare l’impronta di orso (in alto) con quella di un ominide non antropomorfo (in mezzo) e dell’uomo di Creta (G) a fianco di un piede contemporaneo.

Sono convincenti per sé. La datazione è stata fissata anch’essa in modo certo, grazie all’esame dei pollini fossili imprigionati nello stesso strato di quella che fu un tempo sabbia o fango.

Questa scoperta non solo distrugge la teoria (dovremo dire la narrativa) della “nascita” dell’uomo dall’Africa, come evoluzione di scimmioidi che avrebbero adottato a poco a poco la posizione eretta, e “perciò” (sic) sviluppato un cervello di grandi dimensioni; suggerisce anche l’esistenza antichissima dell’uomo già “perfetto”, al di fuori della narrativa evoluzionista; quasi a conferma dell’antica idea che l’uomo sia in qualche modo il modello “archetipo”, ideale platonico, che le altre forme animali “imitano” in modo sempre più imperfetto quanto più si allontanano dall’Asse di quella ideale forma. In questo senso si potrebbe dire paradossalmente che è la scimmia a discendere dall’Uomo, come copia più approssimata.

L’impronta di Creta.

L’impronta di Creta.

Non  stupisce apprendere al professor Per Ahlberg dell’Università di Uppsala, coautore della scoperta, che “abbiamo faticato ad ottenere la pubblicazione del rinvenimento: l’antichità e la localizzazione delle impronte le ha rese controverse” agli altri studiosi evoluzionisti. Dovevano essere in Africa, e dovevano essere più giovani dell’ominide etiopico. Altrimenti disturbano la  narrativa, come è già avvenuto per l’Homo Antecessor, trovato alla Gran Dolina in Spagna, che non  è permesso datare per come è, 1,2 milioni di anni fa, perché la sua dentatura è quella di un contemporaneo.

(Qui l’articolo originale, anche per i dettagli tecnici sulla datazione:

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S001678781730113X)

Tre orme ben conservate a Creta

Tre orme ben cosnervate a Creta

di Maurizio Blondet

Fonte: maurizioblondet.it

***

image_pdfimage_print
Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

You may also like...

error: Alert: Content is protected !!